Controlli rafforzati lungo le principali arterie della provincia di Isernia: l’obiettivo, come è noto, è evitare pericolose e non autorizzate gite fuori porta oppure trasferimenti lampo nelle seconde case, magari in montagna o in campagna, nella remota speranza di non essere fermati ai posti di blocco e multati. Gli inviti pressanti a restare a casa per affrontare con responsabilità e coscienza quello che è un momento emergenziale che trova nell’isolamento l’unico modo per fronteggiare i contagi sembrano però non avere presa su tutti se è vero che c’è ancora tanta, troppa gente che continua ad uscire senza averne motivo. E il numero di sanzioni elevate nei confronti di chi non accetta di buon grado comportamenti indispensabili, la dice lunga. Il copione si è ripetuto anche ieri, al bivio di Roccaravindola, luogo sensibile del transito in entrata e in uscita dal Molise. Controlli a tappeto, posti di blocco e verifica puntuale delle motivazioni alla base degli spostamenti in auto. Gli agenti della Polizia di Stato hanno controllato decine di automobilisti, molti dei quali rispediti a casa. Incredulità e sconcerto quando, all’alt, un uomo residente a Caserta ha spiegato di doversi recare con urgenza nella casa di Roccaraso per procedere alla riparazione di una fantomatica tubazione. Nell’auto, però, nessuna traccia né del tubo né degli attrezzi indispensabili ma invece porzioni di abbacchio, uova di cioccolato e dolci pasquali. Una motivazione che, suffragata da prove oggettive, non ha convinto gli agenti che hanno rispedito l’automobilista con la passione per il “bricolage pasquale in quota” a tornare a casa, non senza ramanzina e multa.
I controlli, capillari da settimane lungo le arterie regionali e nei centri abitati, sono stati rafforzati proprio per evitare simili atteggiamenti irresponsabili che continuano ad essere registrati e accompagnati da scuse risibili, e per questo motivo, ancor più inaccettabili a fronte degli esempi che arrivano dal personale sanitario, dalle forze dell’ordine, da tutte quelle persone che continuano a lavorare per il bene di tantissime altre.
Nonostante la massiccia campagna di informazione nazionale e regionale, nonostante gli sforzi di chi opera in prima linea, nonostante i troppi lutti, c’è ancora qualcuno che non ha ben chiara l’emergenza che stiamo vivendo.

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