«Il sito archeologico di Pietrabbondante, tra i simboli culturali d’Italia, non può restare chiuso». Ne è convinto Antonio Federico, portavoce molisano alla Camera del Movimento 5 Stelle che ha sollecitato l’intervento il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, dopo avergli esposto le criticità con cui si stanno facendo i conti e che di fatto impediscono la riapertura al pubblico dell’area.
«Già la scorsa settimana – spiega Federico -, dopo aver raccolto la segnalazione del sindaco Antonio Di Pasquo, ho avuto un colloquio con il ministro Dario Franceschini, al quale ho chiesto di anticipare la riapertura del sito al pubblico, prevista per la seconda metà di luglio.
Ieri mattina la segreteria particolare del ministro mi ha annunciato che è già al lavoro per venire incontro alle esigenze degli operatori economici, della comunità di Pietrabbondante e del Molise tutto.
Già, perché il Santuario Italico e l’intera area archeologica sono patrimonio del Paese ed emblemi del Molise che con i suoi tesori può, anzi deve farsi trovare pronto in questo periodo storico.
Al momento le difficoltà che ostacolano la riapertura sono la carenza di personale e le misure di sicurezza. Il Ministero è al lavoro proprio su questi aspetti, direttamente con la Direzione regionale dei Musei.
Ogni giorno che passa – ha evidenziato infine il parlamentare – con il sito chiuso è un danno per la nostra terra e per il suo appeal culturale e turistico».
Ad accendere i riflettori sulla questione era stato la scorsa settimana proprio il primo cittadino di Pietrabbondante. Problematica poi evidenziata dall’associazione ‘Borghi di eccellenza’ che ha raccolto la testimonianza di una comitiva arrivata da Roma per visitare il sito archeologico e costretta ad andar via per l’impossibilità di accedere all’area. «La comitiva romana è andata via – ha sottolineato l’associazione – senza lasciar un euro in Molise grazie alla disattenzione, alla disorganizzazione, all’assoluta negligenza di chi alza la voce se qualcuno urla allo scandalo trovando Altilia di Sepino con l’erba alta 2 metri, e non solo dove le foto evidenziavano tale discrasia e, dopo aver risposto alle critiche con una nota dalla quale si evince chiaramente il non voler essere disturbati ( prima di scrivere ci dovete interpellare, cita in sintesi la nota), non urla allo scandalo se si spendono soldi pubblici per far pubblicità e poi, ci si rende partecipe del default tutto molisano».
Per questo è stato lanciato un appello alle istituzioni affinché si possa riaprire l’area in tempi stretti. La parola è passata dunque al ministero e ora la speranza è che si trovino soluzioni adeguate.