Una vera e propria odissea quella che sta vivendo un 58enne che vive nel piccolo centro alle porte di Isernia. Titolare di una attività commerciale ferma ormai da due mesi, ma non solo per le restrizioni legate al Covid. Magari, verrebbe da dire.
L’uomo è costretto ad una quarantena infinita sebbene il doppio tampone molecolare al quale si è sottoposto ne abbia decretato la definitiva guarigione. La storia comincia il 5 novembre scorso quando il signor P.D.S scopre di essere positivo al Covid. Trafila ormai nota: quarantena, isolamento, attività commerciale chiusa anche negli orari in cui potrebbe essere legittimamente aperta. Finalmente il 28 novembre il tampone, effettuato proprio dall’Asrem, ne certifica l’avvenuta guarigione. Ed è la stessa azienda sanitaria a comunicarne l’esito attraverso, come ormai noto, l’accesso con credenziali personali nell’apposita sezione presente sul sito. Ma il suo nominativo continua ad essere nell’elenco dei casi che vengono comunicati giornalmente al sindaco. E quindi, almeno le sue generalità, resistono alla guarigione, nonostante le segnalazioni, le mail, le telefonate. Il 9 gennaio, il signor P. si rivolge ad un laboratorio privato, si sottopone a pagamento ad un altro tampone. Risultato? Negativo. Invia i dati all’Asrem ma la sua ‘prigionia’ non termina. Spazientito, il 58enne invia una istanza in autotutela al direttore generale dell’Asrem chiedendo che il suo nominativo sia finalmente rimosso da quell’elenco nel quale continua a comparire nonostante siano passati quasi due mesi dalla certificazione di negatività. Un doppio danno, scrive il 58enne nell’istanza inviata al manager Florenzano e per conoscenza al sindaco del suo paese. Economico e morale, con inevitabili ricadute sull’immagine dell’attività commerciale, motivi per i quali non si esclude la possibilità di chiedere i danni in sede civile. «Non posso più tollerare tutto questo, in danno anche della mia famiglia e della mia attività – l’amara constatazione -, unico mio sostentamento. Questa vicenda è diventata onerosa, sottrae tempo, risorse e mi crea numerose difficoltà e preoccupazioni che allo stato attuale non dovrebbero esistere».

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