Diciassette liste per tre candidati sindaci e un esercito di circa 500 candidati. Poco prima delle 12 di sabato 4 settembre il corridoio al primo piano di Palazzo San Francesco, sede del Comune di Isernia, trabocca di esponenti politici, accorsi a sostenere i propri partiti e movimenti da ogni parte della regione. La presenza degli assessori regionali, circondati da plotoni di fedeli seguaci, dimostra che la partita di Isernia si gioca soprattutto altrove e che i destini della città non sono forse tutti nelle mani degli isernini.
Scorrendo le liste si leggono tanti volti arci-noti, annunciatissimi e da anni preparati alla “battaglia”, navigati rappresentanti ma anche qualche interessante novità.
Una fra tutte “Volt”, movimento giovanile nato da qualche anno e che è sceso in campo a sostegno di Piero Castrataro. I due capilista sono Federica Vinci, co-presidente nazionale del movimento e Umberto Di Giacomo, insegnante e giornalista isernino.
Di Giacomo, è l’esordio elettorale di Volt a Isernia: perché questa scelta?
«Perché negli ultimi mesi abbiamo parlato con i cittadini e abbiamo capito cosa chiedono alla politica, cosa vogliono dagli amministratori. Gli elettori non pretendono la luna, ma chiedono di poter vivere sereni in una città a misura d’uomo. Le nostre proposte partono da qui. Vogliamo innovazione, quindi lavoro, sfruttando le risorse che saranno stanziate per riprenderci dal Covid, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, e creando un polo tecnologico che sia collegato e lavori in stretta connessione con la facoltà universitaria di Informatica. Creare un polo tecnologico vuol dire che i nostri ragazzi che studiano informatica potranno restare qui e continuare la loro carriera, potremmo attrarne di nuovi e richiamare l’attenzione di grandi aziende per spostare qui i loro centri di ricerca. Vogliamo crescita, con la nascita di un Ufficio di Politiche comunitarie che contribuisca allo sviluppo di progetti e iniziative innovative a carattere europeo volte a cogliere le opportunità offerte dall’Ue. Abbiamo tante realtà ad Isernia che, se avessero avuto accesso ai fondi europei, sarebbero cresciute o addirittura nate: vogliamo aiutare Comune e cittadini a sentirsi europei sfruttando al massimo le risorse dell’Unione. Vogliamo diffondere cultura e aiutare i giovani, promuovendo la loro partecipazione attiva alla vita civica attraverso un forum e attraendo talenti dall’esterno, presentando Isernia come luogo ideale per i “nomadi digitali”, coloro che cioè lavorano da un pc senza sede fissa.
Non vogliamo inoltre dimenticarci di tutti gli abitanti che a Isernia vivono e lavorano già, per questo il programma di coalizione si rivolge a tutti.
Viviamo questa città, ci rendiamo conto di ciò che manca, abbiamo visto aumentare la distanza tra chi amministra e la gente. Annulliamo questa distanza, ascoltiamo i cittadini, perché è da lì che nasce un buon programma elettorale. Così faremo, quando avremo responsabilità amministrative: un dialogo costante e sistematico con la città».
Avete presentato una lista da 32 candidati, già un primo risultato.
«Sono persone libere, brillanti, trasparenti e competenti. Qui a Isernia in molti sono scontenti e c’è chi ci mette la faccia per cambiare le cose. I nostri candidati sanno cosa fare, ognuno ha la propria professionalità, ha qualcosa da dire in un determinato settore, che sia sanità, ambiente, lavoro, identità territoriale, decoro urbano. Torniamo a far parlare chi sa, non solo chi possiede i voti e poi non ha idee, progetti, proposte. La nostra lista completa è la migliore risposta a chi pensa che a Isernia non ci siano competenze e professionalità, al servizio di tutti».
La vostra scelta è stata quella di correre a sostegno di Piero Castrataro, un giovane ingegnere nucleare.
«Con Piero ci siamo capiti e piaciuti subito. Lui è un ragazzo trasparente, onesto, molto, molto competente, professionale e animato da un sincero spirito costruttivo per la città che ama. Viene da una lunga militanza nella sinistra giovanile cittadina, è stato assessore esterno nella breve, ma apprezzatissima, esperienza amministrativa del centrosinistra del compianto Ugo De Vivo. È coerente con le idee che ha sempre avuto. Noi abbiamo appoggiato lui fin dal primo momento, perché crediamo che sia la persona giusta per far rinascere Isernia. Lui è un vero innovatore, lo fa per mestiere, a differenza di quelli che hanno amministrato finora: ha già amministrato due aziende con successo, la sfida amministrativa comunale sarà la prova delle sue capacità. Piero può finalmente spezzare le catene del clientelismo che blocca e soffoca il nostro territorio».
La critica che gli viene mossa dagli avversari politici è che non conosce Isernia.
«È assolutamente falso. Piero ha semplicemente fatto il percorso che, purtroppo, molti giovani sono costretti a fare, per colpa dei nostri politici. Ha studiato e si è formato fuori, è diventato un imprenditore nel settore delle energie rinnovabili e ha sempre lavorato con aziende del nostro territorio, mantenendo un collegamento costante e diretto con la sua città. Ha enormi competenze e oggi ha deciso di metterle al servizio della sua città. Abbiamo un obiettivo comune: non far scappare i giovani. Come? Creando le condizioni affinché non siano obbligati a fuggire da Isernia, ma possano costruire qui il loro futuro».
Il centrodestra, come d’altronde ampiamente previsto, si è presentato spaccato. Un punto di forza per Castrataro?
«Nel centrodestra è in atto una guerra tra Michele Iorio e Donato Toma, non c’è altro. È una lotta di potere sul campo di Isernia. Tedeschi e Melogli rappresentano un passato che ha fallito, non vedo come possano pensare di rilanciare la città se da 20 anni si trovano in posti di potere. Perché un elettore dovrebbe credere loro oggi? Sono sicuro che gli elettori non accetteranno di essere trattati come pedine di una scacchiera e puniranno questo modo di fare politica. Non c’è un’idea, una proposta, ci sono solo grandi portatori di voti messi insieme con l’obiettivo di ‘prendere’ il Comune. Toma, grande sponsor di Melogli, ha messo piede due volte in vita sua a Isernia, dopo averla massacrata riducendo la sanità all’osso e trasferendo molti uffici pubblici a Campobasso. La sua longa manus sulla città è solo funzionale alla conservazione del potere. Per questo, e vengo alla sua domanda, credo che Castrataro ce la farà, ma ce la farà soprattutto perché ha idee, ha la visione di una città diversa, di un’Isernia che verrà e che non può tornare indietro nel tempo, come invece vorrebbero le destre, incapaci di rigenerarsi e rinnovare la propria classe dirigente».
LeS

 

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