Caos Veneziale, qualcosa si muove? Sembrerebbe di sì: all’inizio della settimana prossima, i medici del Pronto soccorso e del 118 di Isernia dovrebbero incontrare il dg dell’Asrem per chiarire ulteriormente le vicende – anche organizzative – che attanagliano il nosocomio. Un incontro che sarebbe stato sollecitato proprio dal direttore generale Oreste Florenzano, con molta probabilità sulla scia delle difficoltà organizzative che da tempo ormai vengono sottolineate all’azienda sanitaria regionale e che sono la diretta conseguenza del male che affligge il Veneziale da anni. La carenza di personale, il numero insufficiente di medici che a sua volta crea problemi organizzativi non indifferenti e che si ripercuote, come in un effetto domino, su altri reparti lì dove si cercano sostegni in termini di professionalità così da consentire i turni, i riposi legittimi, una maggiore serenità nell’affrontare la propria giornata lavorativa. Che, per chi ha a che fare con la salute, diventa un obbligo. La situazione non è migliorata in questi mesi, anzi si è acuita nel periodo più complicato della pandemia che fortunatamente sembra allentare la presa. E con molta probabilità, per i sanitari del Veneziale, sarà l’occasione per ribadire al manager dell’Asrem la proposta organizzativa che la settimana scorsa è stata elaborata dai medici del pronto soccorso per poter essere di supporto al Cardarelli dove giungono tutti i pazienti Covid, anche quelli che si scoprono positivi quando sono in ospedale per altre patologie. Un’area multidisciplinare in luogo dell’area grigia dove si possono assistere i pazienti positivi senza però poterli smistare nei reparti del nosocomio isernino: un reparto ad hoc dove potrebbero essere assistiti – ovviamente non ci si riferisce ai casi gravi di Covid –, senza essere trasferiti a Campobasso, per quelle che sono le necessità sanitarie di cui hanno bisogno.

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