Sanità pubblica: se dal Veneziale continuano ad arrivare urgenti (e inascoltate) richieste di aiuto per fronteggiare la cronica e sempre più complicata carenza di personale, anche sul fronte dell’assistenza domiciliare le cose non vanno affatto meglio. Dal primo gennaio scorso si attende lo stanziamento di risorse per riavviare il servizio sull’intero territorio provinciale. E dal presidente dell’Ordine dei medici della provincia, Fernando Crudele, arriva il duro richiamo al management Asrem. «I vertici della sanità regionale intervengano subito: senza assistenza domiciliare la sanità locale, già in pesante affanno, rischia un vero e proprio tracollo» spiega in quello che è un appello rivolto dal direttore generale Oreste Florenzano. Da un mese e mezzo mancano i fondi per un servizio sanitario che è fondamentale e non sembrano aversi notizie rassicuranti per l’immediato futuro.
«Da quanto si è appreso – spiega il presidente Omceo Fernando Crudele – il ritardo sarebbe causato dalla carenza di personale che, a quanto pare, sta interessando anche il settore amministrativo. Certo è che ancora non si riesce a rinnovare il piano assistenziale, almeno in provincia di Isernia. In altre parole non vengono ancora stanziate le risorse necessarie per far fronte alle varie esigenze. Un problema, questo, che si riflette anche sui medici di medicina generale: hanno le mani legate, non possono dare risposte ai loro assistiti. Oltre a loro anche altre figure professionali che operano nel comparto sanità sono state costrette a fermarsi, oltre alle associazioni che si occupano dell’assistenza domiciliare. Eppure – spiega ancora Crudele – quello dell’assistenza domiciliare è un servizio di vitale importanza. Almeno in parte rappresenta la concreta attuazione di quella medicina territoriale che dovrebbe decongestionare gli ospedali, sempre più in difficoltà nel dare risposte, a causa della carenza cronica di posti letto oltre che di personale. La medicina sul territorio aiuterebbe in particolare il pronto soccorso a uscire dal vicolo cieco in cui suo malgrado è finito. Dopo un calo fisiologico registrato durante la prima fase dell’emergenza covid – prosegue il presidente dell’Omceo di Isernia – le richieste di intervento sono tornate a crescere in maniera esponenziale. In queste ultime settimane si sono aggiunte anche le non poche persone fragili che fino a qualche settimana fa venivano curate direttamente a casa. Loro, insieme ai rispettivi familiari, stanno affrontando grandi difficoltà. Non sapendo più a chi rivolgersi, bussano alla porta del pronto soccorso. I medici di famiglia, come detto, non sono nelle condizioni di dare loro risposte. Per questo – conclude Crudele – chiedo un intervento rapido dei vertici della sanità regionale. La soluzione del problema non è più rinviabile. In ballo c’è la salute dei cittadini».

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