«Per dire no, tutti insieme, alla follia della guerra» il capoluogo di provincia e l’intero territorio si mobilitano per la pace: questo pomeriggio, a partire dalle 18.30, nel piazzale prospiciente la stazione prenderà il via la marcia cittadina a sostegno del popolo ucraino e in difesa della pace. Hanno già dichiarato la propria adesione l’amministrazione comunale di Macchia d’Isernia – che ha illuminato dei colori della bandiera dell’Ucraina la facciata del Municipio cittadino – e quella di Macchiagodena, che ha già messo a disposizione un immobile per accogliere chi scappa dalla guerra. Isernia si prepara a stringersi attorno a chi soffre, a chi scappa, a chi conosce il dolore, la paura. A chi deve lasciare tutto quello che ha per salvare i propri figli: sono solo donne quelle che scappano dall’Ucraina, che portano in salvo i propri figli o i genitori anziani, che raccolgono le forze e con coraggio percorrono la strada che li metterà in salvo, con il cuore spaccato dal terrore e dal dolore.
Mentre sulla facciata dell’ex Lavatoio, sede di tante associazioni culturali, compaiono gli striscioni che ricordano l’articolo 11 della Costituzione, la bandiera della pace trova posto a Isernia e diventa il leit motiv della marcia che attraverserà la città per sentirsi idealmente vicini a chi oggi combatte la guerra, nel cuore dell’Europa. Il sindaco di Macchiagodena, Felice Ciccone, nel motivare la partecipazione dell’amministrazione comunale alla marcia che si terrà nel capoluogo, ricorda anche la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dove si rimarca che ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e a ritornare nel proprio, ha diritto di cercare e di godere, in altro Paese, asilo dalle persecuzioni. Citano “Promemoria” di Gianni Rodari, invece, gli studenti del Majorana Fascitelli. «Gli scontri che stanno avendo luogo in Ucraina hanno stravolto le nostre vite – dicono annunciando la presenza al corteo – ponendoci di fronte all’esigenza di agire, di contribuire a rendere udibile il grido di pace che si leva da tutto il mondo. Noi studenti del Majorana Fascitelli desideriamo dare il nostro sostegno alle manifestazioni di dissenso che stanno cercando di imporsi come mezzo di opposizione al conflitto».

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