Mentre dal Partito comunista dei lavoratori parte la diffida all’indirizzo del direttore generale dell’azienda sanitaria, l’Asrem spiega le motivazioni del disservizio. Ennesimo colpo alla sanità pubblica la sospensione di alcuni esami scintigrafici che si potevano, fino a qualche giorno fa, eseguire al Veneziale. Per l’azienda sanitaria si tratta di un provvedimento temporaneo legato a ragioni tecniche. «Si è reso necessario per effettuare alcuni lavori di ammodernamento delle strutture – spiegano dall’azienda -; come noto, infatti, Asrem ha avviato un monitoraggio degli ospedali e un calendario di interventi per lavori di ristrutturazione e di rinnovamento di punti chiave dei nosocomi molisani. In questo programma rientrano anche gli interventi che interesseranno il Veneziale e che sono partiti dall’area diagnostica. Ai pazienti chiediamo comprensione per i possibili disagi, nell’ottica di un migliore servizio in futuro».
Di tutt’altro avviso il Partito comunista dei lavoratori: «diffidiamo il direttore generale dell’Asrem a revocare immediatamente e senza indugio la disposizione di sospensione del reparto di Medicina nucleare del Veneziale, emessa ex abrupto dal 2 marzo u.s. in attesa di una non meglio precisata “ristrutturazione”, con trasferimento al presidio di Campobasso. La disposizione ancorché ‘temporanea’ è di fatto sine die del tutto immotivata e irrazionale, perché non si collega ad un programma di date certe dell’inizio dei lavori e tanto meno della loro fine, come avrebbe dovuto essere in una buona gestione. Infatti la decisione di chiusura dal 2 marzo potrebbe essere considerata motivata solo se da quella data fosse effettivamente iniziata la detta ristrutturazione; ma di tali lavori non si è vista l’ombra. Sicché – spiegano ancora – si sono creati dal 2 marzo scorso inutilmente tanti disagi altrimenti evitabili per la mobilità dei pazienti ed utenti, che necessitano di un servizio essenziale come quello delle scintigrafie, costretti verso Campobasso o magari verso qualche struttura privata che così potrà trarne profitto, e ciò soprattutto per gli anziani e le fasce più povere, tanto più in periodo di epidemia e di precipitazioni nevose. Questa decisione di tenere fermo inutilmente il reparto dal 2 marzo e chissà sino a quando, con i macchinari inutilizzati, non solo ha già comportato danni per i disagi agli utenti ma anche per i farmaci sprecati e non più utilizzabili (richiedendo il loro utilizzo una frequenza temporale immediata), senza dimenticare l’incremento delle liste di attesa verso le altre strutture dove l’utenza è dirottata. Non solo: anche la “ristrutturazione”, attesa l’ubicazione delle operazioni specialistiche da effettuare, probabilmente può anche essere compatibile con la prosecuzione del servizio mediante minimi adattamenti. Il tutto è ulteriormente illogico se si pensa che, a fronte delle criticità edilizia dell’intera struttura del Veneziale si sta giustamente pensando alla costruzione del nuovo ospedale (che sarebbe più economica e conveniente della ristrutturazione), sia pure da vagliare bene per l’ubicazione in area più conveniente per collegamenti soprattutto per le ambulanze e per i potenziamenti ed ammodernamenti da effettuare. Tale disposizione del 2 marzo scorso è dunque irrazionale, estremamente antisociale e dannosa, inutile o quanto meno inopportuna, ed a nostro avviso si inquadra in tutta evidenza anche nell’assenza di una razionale programmazione da parte dei vertici politici e dirigenziali della Asrem, oltre che di smantellamento della sanità pubblica. La difesa del diritto alla salute, anche a Isernia, passa attraverso una sanità pubblica riqualificata, potenziata e gratuita».