Potrebbe finire all’attenzione dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, il bando di gara per l’affidamento in concessione dei servizi di gestione dei tributi e della riscossione coattiva delle entrate comunali sul quale l’amministrazione comunale ha acceso un faro nei giorni scorsi. Lo stesso sindaco Piero Castrataro, proprio venerdì, nel corso della conferenza stampa tenuta in Comune, ha specificato che, in merito, è in corso una valutazione sul da farsi.
Formalmente tutto inizia il 23 marzo scorso quando la Giunta comunale delibera «di formulare atto d’indirizzo al dirigente del Settore Finanziario affinché proceda a valutare l’immediata sospensione del bando di gara per l’affidamento in concessione della gestione dei canoni idrici, canone unico patrimoniale e canone mercatale, delle attività Imu, Tasi e Tari e della riscossione coattiva delle entrate comunali, al fine di avviare una verifica amministrativa per il tempo strettamente necessario alla valutazione di una eventuale revoca in autotutela».
Quindi, la Giunta chiede al dirigente di sospendere il bando di gara e che potrebbe persino essere annullato. Ma per quali motivi? Anche questa risposta viene proprio dalla stessa delibera, la numero 34 del 23 marzo scorso.
L’affidamento del servizio ad una società esterna, come si ricorderà, era stato già deliberato dalla precedente consiliatura, non senza ‘mal di pancia’. La nuova amministrazione delibera in tal senso a fine novembre, decidendo che la concessione sarebbe stata per tre anni e che del bando e degli atti collegati se ne sarebbe occupato il dirigente del Settore finanziario. Lo stesso al quale oggi si formalizza l’invito a bloccare la macchina prima che travolga qualcuno. Sospenderlo in autotutela, in parole povere, significa fare un passo indietro prima che gli esclusi non decidano di avviare procedimenti giudiziari di tipo amministrativo.
Il dirigente del Settore Finanziario, il 9 dicembre del 2021, procede all’indizione del bando di gara e approva il relativo schema di bando che viene pubblicato a metà febbraio. Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte scade il 25 marzo ma la Giunta ‘sente puzza di bruciato’ prima del termine ultimo se il 23 marzo, con delibera numero 34, mette nero su bianco le proprie perplessità. L’Esecutivo rileva che «dall’esame del bando di gara sono emersi profili di criticità che potrebbero determinare la violazione del principio comunitario della par conditio, come si evince dalla lettura degli atti e dalle faq inviate ad alcune ditte richiedenti, con particolare riferimento al punteggio aggiuntivo (punti 5) afferente la certificazione di qualità richiesta nel bando ovvero la ISO 27701 che appare sproporzionato e discriminatorio rispetto agli altri elementi che compongono l’offerta tecnica (punti 80 complessivi così suddivisi e ponderati: 35 per l’organizzazione aziendale e gestione servizi; 15 per l’infrastruttura tecnologica; fino a 10 per Certificazione di bilancio e Certificazione di qualità)».
In pratica, deliberano sindaco e assessori, questo elemento aggiuntivo di valutazione dell’offerta tecnica – che è uno dei requisiti alla base del bando di gara, – «determinerebbe una sperequazione nei confronti dei concorrenti non in possesso della predetta certificazione di qualità in condizioni di equilibrio economico finanziario dell’offerta economica determinando “ipso facto” un vantaggio sproporzionato per il concorrente in possesso della predetta certificazione e non aumenta la qualità dell’offerta».
Quindi, quel requisito – che non è dirimente – crea però un vantaggio per chi lo possiede. E sembrerebbe che siano solo un paio le offerte pervenute mentre sarebbero molte di più le richieste di delucidazioni arrivate da chi avrebbe voluto partecipare ma non ha potuto stante proprio quel requisito che in delibera viene definito «discriminatorio e sproporzionato».
Il bando è finito all’attenzione della cronaca giornalistica per i refusi di stampa, per l’erronea indicazione di altro ente (come se fosse stato copiato e incollato, sembra), ma l’inghippo vero è proprio in quel requisito così «sproporzionato e discriminatorio»: la richiesta di maggiore qualificazione delle ditte, richiesta dalla Stazione Appaltante, appare incongruente rispetto all’ulteriore requisito di capacità tecnico professionale previsto e cioè l’aver svolto almeno uno dei servizi per almeno un Comune con popolazione analoga. «Senza l’indicazione della durata del periodo di esperienza nel settore», però.
In più, nel bando, all’articolo 2.3.a, non è prevista una durata minima dell’affidamento, il possesso SOA non risulta pertinente con il servizio e «la risposta ai quesiti faq nei quali viene chiesto al Comune di fornire i dati economici e tecnici che risultano in corso di predisposizione fa sorgere perplessità sulla determinazione degli importi a base di gara, mentre i partecipanti dovrebbero determinare la convenienza ed il posizionamento di mercato proprio dagli importi a base di gara».
Mettendo insieme tutti questi problemi, non di poco conto, la Giunta, «ravvisata la necessità di avviare una verifica amministrativa per la valutazione di una eventuale revoca in autotutela del bando in oggetto» delibera all’unanimità e con voto palese di formulare atto indirizzo al dirigente del Settore Finanziario affinché proceda di valutare l’immediata sospensione del bando di gara.
Voci di corridoio raccontano che questa deliberazione abbia irritato e non poco il destinatario che sul punto sembrerebbe irremovibile: nessuna sospensione del bando, nonostante le criticità messe nero su bianco dal sindaco e dalla Giunta.
Motivo questo della decisione che potrebbe essere assunta (sempre che il bando non venga sospeso) e cioè quella di chiedere lumi all’autorità nazionale anticorruzione che vigila sullo svolgimento trasparente dei contratti pubblici.
Che tra sindaco e dirigente i rapporti siano abbastanza freddi – probabilmente a seguito di questo braccio di ferro che, presumibilmente, prima di arrivare ad essere formalizzato in un atto pubblico sarà stato preceduto da colloqui vis a vis -, lo si evince anche dal decreto del primo cittadino formalizzato lo stesso giorno della delibera. Il sindaco ha ridistribuito il carico di lavoro «ad oggi gravante sull’unico dirigente a tempo indeterminato dell’Ente, conferendo al segretario generale, dott. Vito Tenore, la responsabilità dirigenziale del II° e III° Settore, ad eccezione di alcuni servizi e delle U.O.A.». Insomma, un depotenziamento che potrebbe non essere conseguente solo alla mole di lavoro.
ls