Un milione di euro. Una maxi richiesta quella che avrebbe avanzato l’ormai sospeso direttore provinciale dell’Agenzia per le Entrate di Isernia al commissario giudiziale e, per suo tramite, agli amministratori della Dr Motor Company Srl (società in concordato), per evitare una serie di azioni che avrebbero potuto danneggiare l’azienda.
Insomma, una mano lava l’altra ed entrambe lavano la faccia. Che sarebbe poi quella di Domenico Riccio, da ieri mattina agli arresti domiciliari con l’accusa di tentata concussione. Quando la sua richiesta irricevibile sarebbe stata messa sul tavolo – e quindi avanzata al commissario giudiziale dell’azienda -, la strada per quest’ultimo non poteva che essere una: chiedere un appuntamento con il procuratore e raccontargli tutto quello che stava accadendo. E in tre mesi, da dicembre ad oggi, le indagini avrebbero portato alla conferma di quanto denunciato. Una vicenda ricostruita ieri mattina, subito dopo l’arresto del funzionario dell’Agenzia delle Entrate, dal procuratore Carlo Fucci.
Grave quadro indiziario, quello emerso nel corso delle indagini e che ha portato all’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Isernia eseguita ieri mattina presto: Domenico Riccio è attualmente ai domiciliari nella sua abitazione di Venafro in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Le indagini coordinate dal procuratore Fucci e affidate ad uno dei suoi magistrati, sono state effettuate dal Nucleo investigativo del Comando provinciale di Isernia nonché dall’Aliquota della Guardia di Finanza della Sezione di P.G. della Procura.
Secondo quanto riscostruito, il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate avrebbe richiesto al commissario giudiziale nominato dal Tribunale di Isernia nell’ambito di una procedura concordataria riguardante l’importante gruppo imprenditoriale che come è noto si occupa della produzione e della commercializzazione di autoveicoli e, tramite lui, agli amministratori delle società del gruppo, di garantirgli un lauto riconoscimento economico a fronte del suo impegno ad astenersi da una serie di azioni dirette ed indirette in danno delle società, degli amministratori e dello stesso commissario giudiziale, che altrimenti il funzionario dell’Agenzia delle Entrate avrebbe posto in essere. In cambio l’uomo avrebbe promesso di far ottenere alla società in concordato preventivo importanti vantaggi in termini di riduzione dell’esposizione debitoria verso l’Agenzia delle Entrate.
I fatti, inizialmente denunciati dal pubblico ufficiale sono stati poi supportati da ulteriori elementi probatori acquisiti nel corso delle successive indagini, anche tecniche. E così, una volta chiarito il quadro e verificati gli estremi della vicenda penalmente rilevante, la Procura ha richiesto al gip l’adozione di una misura cautelare volta ad evitare la prosecuzione o la reiterazione del presunto reato, così da consentire il prosieguo delle indagini senza pericoli di inquinamento delle prove. Non risulta, dalle indagini espletate fin qui, che altri soggetti operanti presso l’Agenzia delle Entrate siano coinvolti nell’azione che Riccio avrebbe messo in piedi. Al momento non sono emersi, quindi, comportamenti che potrebbero configurare eventuali complicità con il direttore provinciale.
L’Agenzia delle Entrate, del resto e come sottolineato proprio dal procuratore Fucci, ha sempre operato in stretta sinergia con la Procura per la repressione dei reati di natura fiscale e di certo le presunte responsabilità del singolo non possono minare la fiducia dei cittadini e degli organi inquirenti.
La Procura però insiste su un aspetto, rilevante: chiunque, in qualsiasi forma, sia vittima di presunte condotte illecite da parte di appartenenti alla Pubblica Amministrazione, non può che denunciare alle autorità competenti quanto accade. Anche se non si è obbligati a farlo ma nella considerazione si tratti di un dovere civico, dell’unica forma di tutela contro simili abusi.
Nei prossimi giorni l’indagato sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia, nel corso del quale potrà quindi esporre al gip e al pm la propria versione dei fatti.

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