Incredulità, sconcerto. La città si chiede come sia possibile che Domenico Riccio – professionista preparato, stimato negli ambienti professionali e non solo, schivo e specchiato – possa essere stato il protagonista di una storia simile, dai risvolti giudiziari pesanti. Lontanissima da quello che ci sarebbe potuti aspettare da un uomo schivo e lavoratore.
La notizia dell’arresto del direttore provinciale dell’Agenzia dell’Entrate ha letteralmente travolto Isernia e anche i centri vicini: tentata concussione, questa l’accusa ai danni del professionista ai domiciliari dall’altro ieri nella sua casa di Venafro. Nella giornata di ieri, Riccio ha nominato di suoi legali, entrambi non molisani. Si tratta di Benedetto Maria Iannitti – avvocato di Piedimonte Matese – e Giuseppe Stellato, che esercita a Santa Maria Capua Vetere. Si attende di conoscere la data in cui si potrà svolgere l’atteso interrogatorio di garanzia, che la legge definisce come atto da compiere entro dieci giorni dall’arresto, così da chiarire la propria posizione e i contorni della vicenda giudiziaria.
Secondo la Procura, che assieme ai Carabinieri e alle Fiamme Gialle ha portato a compimento le indagini, il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate del capoluogo pentro (sollevato dall’incarico nell’attesa che sia chiarita la posizione giudiziaria, ndr) avrebbe fatto pressioni sul commissario giudiziale della Dr Motor Company – figura questa nominata dal Tribunale – al fine di ottenere una cospicua somma di denaro in cambio di presunte agevolazioni che avrebbe potuto compiere per alleggerire il peso economico della somma che l’azienda automobilistica in concordato avrebbe dovuto versare al fisco.
Il commissario giudiziale ha, ovviamente e immediatamente, segnalato questa richiesta irricevibile alla Procura della Repubblica che ha avviato le conseguenti indagini, affidate ai militari del Comando Compagnia di Isernia e alla Guardia di Finanza del capoluogo di provincia. Indagini che si sono avvalse anche di apparecchiature tecniche specifiche, non meglio specificate dal procuratore Fucci nel corso della conferenza stampa tenutasi mercoledì. Si potrebbe ipotizzare che siano state usate cimici ambientali che avrebbero registrato le conversazioni tra il direttore e il commissario giudiziale nel corso delle quali il primo avrebbe anche quantificato la somma richiesta: un milione di euro, per aggiustare i conti. Tre mesi di indagini – a dicembre la segnalazione del commissario giudiziale, il 6 aprile l’arresto – che avrebbero corroborato la tesi della tentata concussione e quindi circoscritto la posizione del professionista finito ai domiciliari. Ma sono molti gli interrogativi che gli amici, i conoscenti, le persone che hanno avuto a che fare con il direttore Riccio si pongono. Chi lo conosce, stenta a credere che le cose siano andate davvero così.

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