Di chiuso, in questa vicenda, c’è solo il reparto di Medicina nucleare del Veneziale che dall’inizio di marzo non eroga più le prestazioni sanitarie per lavori che, al momento, ancora non iniziano. Più si avvicina il giorno in cui saranno sospese le attività radiodiagnostiche anche al Cardarelli – nel reparto gemello che fra meno di due settimane sarà inibito all’erogazione delle prestazioni sanitarie per lavori -, e più la questione torna ad agitare l’amministrazione comunale di Isernia. E questa volta è la maggioranza che si fa parte attiva di una serie di richieste inviate all’attenzione del commissario straordinario Donato Toma, per iniziativa dell’assessore comunale Francesca Scarabeo.
Primo Piano Molise ne aveva parlato alla fine di marzo quando, appunto, dal reparto del Cardarelli di Campobasso era partita una segnalazione per i medici invitati a considerare – all’atto della prescrizione di un esame diagnostico di medicina nucleare – la chiusura del reparto del nosocomio regionale e quindi a dirottare i pazienti nelle strutture di Termoli e Isernia (oltre che al Neuromed, agli Ospedali Riuniti di Foggia, al nosocomio di Pescara, a quello di San Giovanni Rotondo e in un centro specializzato di Napoli).
Il reparto del Veneziale è chiuso da 45 giorni più o meno, per lavori che oggi sono ancora a ‘carissimo amico’ come si suol dire, visto che a quanto è dato sapere sarebbe in via di redazione il capitolato di gara.
La maggioranza consiliare di Palazzo San Francesco ha condiviso la posizione dell’assessore Francesca Scarabeo e ha indirizzato al commissario ad acta una serie di richieste sulle quali sarebbe importante riflettere per consentire l’erogazione delle prestazioni sanitarie e per rendere concreto quel diritto alla salute che troppo spesso resta su carta.
«Nei fatti chiediamo di agire con razionalità – spiega l’assessore Francesca Scarabeo – e quindi, visto che i lavori nel reparto di Isernia non ancora cominciano, di considerare l’opportunità di posticipare la chiusura del reparto del Cardarelli, così da consentire ai pazienti di poter effettuare gli esami diagnostici a Campobasso o a Termoli, fino a quando al Veneziale non saranno terminati i lavori. Se dovesse chiudere anche la Medicina nucleare del Cardarelli, resterebbe operativo solo il San Timoteo con le ovvie difficoltà nella gestione delle liste d’attesa che sono evidenti a tutti, non solo agli addetti ai lavori. Si tratta di scelte che impattano sulle vite delle persone, costrette dalla concomitanza degli eventi, e cioè la chiusura simultanea di due reparti che erogano le stesse prestazioni in due ospedali diversi della stessa realtà territoriale, a dover affrontare viaggi e spese che magari non avevano preventivato».
La maggioranza consiliare che si fa portavoce di questi bisogni che attengono la comunità dell’intera provincia di Isernia porta all’attenzione del commissario, nella stessa lettera, anche il caso Cardiologia: perché è stato affidato al reparto un solo cardiologo, per altro già in servizio a tempo determinato, pur essendo la specialistica quella che, in proporzione, eroga il maggior numero di interventi in emodinamica?
«E anche sotto questo profilo – rimarca l’assessore Scarabeo – non è cambiata la sostanza: avevamo chiesto di poter ovviare alla carenza di personale in quel reparto, ci era stato assicurato un riscontro che, nei fatti, non c’è. Come non sembra cambiato alcunché, nonostante gli impegni assunti pubblicamente, nel corso del Consiglio comunale monotematico al quale il commissario ad acta ha partecipato, per la vicenda del bando per le docenze nella facoltà di Scienze infermieristiche. Un danno enorme per la città che rischia di perdere 270 studenti universitari che l’hanno scelta per il proprio percorso di studio. Sono evidenti le benefiche ricadute economiche che gli atenei portano sul territorio, per Isernia sarebbero un toccasana. Noi insistiamo su questo tasto e continueremo a farlo: tra l’altro il potenziamento dell’offerta universitaria è parte fondante il programma elettorale con il quale ci siamo presentati alla città. Ad oggi nessun impegno assunto pubblicamente dal commissario ad acta ha trovato riscontro».

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