Si potrebbe provare ad alleggerire la vicenda, usando il verbo ‘dimenticare’ per giocare con le parole ma per chi, ogni giorno, guarda in faccia e negli occhi l’Alzheimer non c’è affatto nulla da scherzare. E i familiari dei pazienti affetti da questa forma di demenza che cancella ricordi e gesti quotidiani, sfuma i contorni dei volti e degli affetti, non demordono nel chiedere quel sostegno che sarebbe un supporto importante per rallentare i segnali della malattia, per dare respiro ai care givers nella gestione di un dramma che sconvolge la vita di chi ne soffre e di chi vede i propri cari spegnersi giorno dopo giorno. E così, sulla scrivania del commissario ad acta, il presidente Toma, è arrivato il promemoria dell’associazione «Non ti scordar di me».
Un invito a non dimenticare.
«Sono sette mesi che ci ha promesso un centro diurno per i nostri malati ma non ce ne è traccia – scrive Bruno Esposito, il referente dell’associazione che ogni martedì si piazza davanti ai cancelli del Consiglio regionale in silenzio, senza strepiti né megafoni, a testimoniare con la sua presenza una necessità alla quale non si riesce a dare risposta -; noi affrontiamo da soli la malattia dei nostri cari senza alcun aiuto e nell’indifferenza assoluta delle Istituzioni. Troviamo la forza nella dignità dei nostri malati, che ogni giorno curiamo con sacrificio e affetto».
Bruno Esposito, ogni volta che è calendarizzato il Consiglio regionale, parte da Frosolone e raggiunge Campobasso portando con sé la mamma, di cui si occupa in via esclusiva. Un modo per farle passare ore diverse dalla routine che è cadenzata da orari irrituali ma che sono la normalità della donna, affetta da Alzheimer ormai in fase avanzata.
Motivo per il quale la battaglia di Bruno non è personale, le attività del Centro diurno non avrebbero alcun effetto sul progredire della malattia della mamma che ha scambiato il giorno per la notte, che si sveglia che è ancora buio per fare colazione e che spesso non lo riconosce più. E così Bruno, che se ne occupa da solo, il martedì – se le condizioni meteo lo consentono – la porta a fare un giro in macchina, raggiungono insieme Campobasso e cambiano orizzonte. Lei non sa il motivo della ‘gita’ fuori porta.
Bruno aspetta le Istituzioni, rincorre la malattia della mamma, chiede aiuto per i tanti pazienti che potrebbero trovare giovamento nelle attività del Centro diurno. Che a Isernia non esiste. Hanno promosso una raccolta di firme, in tantissimi hanno voluto condividere l’appello alla realizzazione di questa struttura.
Per questo chiede al commissario quali i motivi che ne impediscono la realizzazione. Non sono pochi i pazienti Alzheimer in tutta la provincia, il centro diurno avrebbe effetti positivi sul progredire della malattia in quei soggetti nei quali è in una fase iniziale, sarebbe un supporto indispensabile per chi si prende cura di chi ha bisogno di tutto e dimentica tutto. Come spesso fanno le Istituzioni.

ls

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