Riunione di maggioranza, questa sera, per ragionare sui passi da fare per continuare a mantenere alta l’attenzione sulla vertenza Veneziale. La situazione è ormai ad un passo dal baratro: se tutto dovesse essere confermato (e cioè se l’azienda sanitaria firmerà di qui a qualche ora la richiesta di usufruire delle ferie arretrate della responsabile dell’Uos Pediatria a partire da venerdì), il reparto resterà con un solo medico in servizio.
La spada di Damocle pende sul Punto nascita e sul reparto di ostetricia. Lunedì sera ne hanno discusso i consiglieri e gli assessori di Isernia Futura, la lista del sindaco Castrataro. Dalla riunione sarebbe emerso il desiderio di portare il caso Veneziale fra i cittadini, e non solo quelli di Isernia. Un’assemblea pubblica allargata ai sindaci della provincia, ai parlamentari, ai consiglieri regionali – tutti, senza distinzioni politiche – per ragionare di quali azioni istituzionali mettere in campo per scongiurare quello che sembra un destino segnato.
L’atavica e ormai cronica carenza di personale ha messo in serio pericolo la sopravvivenza dell’unico ospedale dell’intera provincia. Non c’è più solo il Pronto soccorso a soffrire.
Che quello del personale sia un problema enorme lo si evince anche da un altro fattore, che spesso passa sottotraccia: il massiccio (per usare un eufemismo) ricorso alle prestazioni aggiuntive.
In pratica, gli ‘straordinari’ che i medici effettuano per coprire turni altrimenti scoperti con la conseguente mancanza di servizi essenziali come lo sono quelli erogati dalla sanità.
Negli ultimi due giorni, l’Asrem ha liquidato prestazioni aggiuntive – per il solo Veneziale – pari a 99mila euro circa.
Nel dettaglio: per anestesia e rianimazione nel solo mese di marzo prestazioni aggiuntive per 32mila euro circa; 3mila 600 per i mesi di marzo e aprile in cardiologia; 15mila 960 per le prestazioni aggiuntive di radiodiagnostica erogate nel mese di marzo, 23mila per l’ortopedia (sempre marzo), 6mila 440 per il nido e la pediatria (marzo e aprile), 17mila 880 per l’ostetricia. E poi c’è il Caracciolo di Agnone: per febbraio e marzo scorsi, prestazioni aggiuntive per 14mila euro circa.
La maggioranza consiliare, stando a quanto è stato possibile apprendere, potrebbe decidere di tenere prima l’assemblea pubblica per coinvolgere la cittadinanza e le comunità dei paesi vicini, che afferiscono comunque al Veneziale di Isernia. E poi, alla luce delle risultanze dell’incontro pubblico, la convocazione di un consiglio comunale monotematico dal quale potrebbe venire fuori la decisione sulla strategia da adottare sotto il profilo istituzionale.
Fa un po’ specie, rimarcano, che la minoranza consiliare – alla luce di tutto quanto sta accadendo soprattutto negli ultimi giorni – non abbia espresso alcuna opinione. Nessun intervento politico sul tracollo del Veneziale – al netto delle parole di Michele Iorio e di Aida Romagnuolo -, nemmeno una parola sul rischio grosso che si corre: rimanere senza un ospedale pienamente funzionante.
Meglio un tuffo in piscina, avranno pensato, vista la richiesta di consiglio comunale sullo stato dell’arte dell’impianto di contrada Le Piane.

ls

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