Il Ministero ha cancellato la sede di Isernia tra i corsi di laurea di Scienze infermieristiche del Paese.
Sul punto due le tesi a confronto: l’amministrazione comunale afferma che la Regione non ha fatto fino in fondo quanto doveva; la Regione, ovvero il presidente Toma, ribadisce di aver trovato i fondi e di aver trasmesso alla Sapienza la relativa convenzione che agli uffici di via Genova non è mai ritornata con le firme in calce.
La verità – quella vera – come sempre è nel mezzo.
Fermo restando la disponibilità – confermata anche di recente sempre dal governatore – dell’Università del Molise di aprire un “suo” corso di Scienze infermieristiche a Isernia.
Responsabilità a parte, resta il fatto che oggi la città di Isernia – si chiami Sapienza o si chiami Unimol – ha perso un altro importante “servizio”, le cui conseguenza avranno inevitabili riflessi anche sull’economia.
Si dice infatti preoccupata pure l’Associazione commercianti ed artigiani centro storico.
«Alla luce delle notizie degli ultimi giorni – scrive in una nota Marco Mancini dell’Associazione –, suscita forte preoccupazione la decisione del ministero dell’Università e della ricerca di escludere Isernia tra i corsi di laurea. È inaccettabile che la Città sia privata di qualsiasi possibilità accademica e da un progetto universitario o di formazione in generale ed è molto grave che, in un momento anche di particolare difficoltà della sanità locale, venga cancellato proprio il corso di laurea in Scienze infermieristiche vista l’importanza che riveste sia in termini di prestigio che di ricadute socio-economiche».
L’Associazione stigmatizza e definisce «ancor più preoccupante l’incomprensibile conflitto tra l’amministrazione comunale e la Regione, volto solo a delegittimarsi su un tema così importante come l’Università che impone, invece, unità di intenti e soprattutto una pronta risoluzione. Non possiamo non evidenziare tutta la nostra incredula amarezza e sconforto – afferma Mancini in nome e per conto di tutti gli associati –, che credeteci sono quelli di un’intera città, riguardo al modo di fronteggiare l’indegna esclusione di Isernia da qualsiasi possibilità di coltivare e portare avanti un progetto universitario. Per l’Associazione commercianti ed artigiani centro storico Isernia è di vitale importanza mantenere una sede universitaria nel cuore del borgo storico cittadino, presso la sede di Via Mazzini. È indubbio, infatti, che la presenza di un corso universitario oltre a dare lustro e prestigio alla città offra importanti opportunità economiche, vitali per i commercianti ed artigiani che ancora lavorano nel centro storico di Isernia».
L’associazione auspica pertanto che «la Regione Molise, in accordo con il Comune di Isernia, riesca a trovare con urgenza una soluzione in tempo utile per l’inizio del prossimo anno accademico per scongiurare questa incommensurabile perdita e far riaprire al più presto i cancelli di via Mazzini».