Scienze infermieristiche, il caso arriva in Consiglio regionale e ieri, nel tardo pomeriggio, è passata (anche con i voti della maggioranza) la mozione del Movimento 5 Stelle. «Un primo passo, ora Toma agisca» commentano i consiglieri pentastellati che hanno portato la vicenda – esplosa a seguito dell’assenza, nel decreto provvisorio del Miur, della sede isernina dall’elenco dei posti disponibili – nell’aula consiliare.
«In una città come Isernia – spiegano i 5s – e in una regione come il Molise, la facoltà di Scienze infermieristiche non è una semplice cattedra universitaria ma rappresenta il crocevia tra sviluppo, istruzione e sanità. Da qui deriva l’obbligo da parte della Regione Molise di stipulare un nuovo accordo che garantisca il corso di studi nel capoluogo della provincia. La mozione presentata dall’intero gruppo dei 5 Stelle, approvata oggi in Consiglio regionale, va proprio in questa direzione». La mozione è stata discussa nel corso dei lavori pomeridiani del Consiglio regionale, illustrata dalla consigliera Patrizia Manzo. Come ormai noto, la convenzione con l’università romana (che è andata avanti fino ad oggi grazie ai rinnovi) è scaduta, non risulta prorogata «e né risulta esserci alcun nuovo protocollo d’intesa che richieda l’attivazione di altri corsi di laurea – spiegano dal Movimento -. Eppure, a marzo scorso, la stessa università romana aveva inviato ad Asrem il bando per le docenze vacanti e per i docenti in “Convenzione Sanità”. Ad oggi, però, ancora non è stato pubblicato. Giorni fa, poi, è stato reso pubblico anche il decreto provvisorio del ministero dell’Università che non annovera Isernia come sede del corso di laurea in Scienze infermieristiche: perdita che avrebbe effetti negativi non solo sulla città. Senza convenzione Isernia potrebbe innanzitutto perdere oltre 200 studenti nel triennio 2022-2024. Un corso universitario, inoltre, porta prestigio e risulta essenziale per il tessuto sociale ed economico della città ospitante. C’è un altro significato che rende la questione dirimente per l’intero territorio: senza facoltà, infatti, l’ospedale Veneziale perderebbe il possibile supporto di tanti tirocinanti e sarebbe un altro duro colpo alla sanità locale massacrata da tagli e carenza di personale».
Ovviamente, si tratta di una corsa contro il tempo: a breve i futuri studenti potranno procedere con le immatricolazioni, a settembre si svolgeranno i test d’ingresso e non avere contezza della fruibilità della sede isernina di fatto non permette agli studenti di poterla indicare come luogo dove formarsi.
Con la mozione approvata ieri, quindi, il Consiglio regionale impegna il presidente a mettere in campo «ogni azione utile a stipulare una nuova convenzione con “La Sapienza” per garantire anche quest’anno il corso di laurea in Scienze infermieristiche a Isernia – spiegano dal Movimento -. Una nuova convenzione magari da rendere pubblica, in ossequio ai principi di trasparenza che dovrebbero guidare ogni azione che abbia ricadute dirette sullo sviluppo di un territorio. Ad ogni modo, il mandato che il Consiglio regionale ha consegnato al presidente Toma è chiaro, unanime e con un obiettivo alla portata. Il Comune e la comunità di Isernia hanno bisogno di sostegno e soprattutto di una soluzione immediata: chi siede alla guida della Regione risponda alle loro necessità»
Una vicenda, quello del corso di laurea che tardava ad avviarsi, che è arrivata a Palazzo D’Aimmo anche a fine gennaio, come ricorda la capogruppo del Pd Micaela Fanelli.
«Una questione sollevata da diverso tempo con l’interpellanza alla quale si chiedeva di dare una risposta urgente: si cercava di capire perché all’epoca il dg Asrem non avesse provveduto a pubblicare il bando, se si intendeva procedere al nuovo, relativamente all’annualità 21-22, evitando che si attivassero corsi attraverso università diverse da La Sapienza. Chiedevamo in base al protocollo, se si intendesse scriverne e attuarne un nuovo, così come è stato. Fatto questo che ha ulteriormente rallentato la vicenda» rimarca in Aula Micaela Fanelli.
«Una questione che rischia di avvitarsi su sé stessa – il ragionamento di Michele Iorio -, anche avere informazioni sul caso è un problema: ho dovuto prendere atto che quando si chiede qualcosa, qualche dirigente comincia a tremare sulla sedia e a balbettare» l’affondo del già presidente che fornisce una seconda ricostruzione della vicenda, adombrando la possibilità di arretrati non pagati a La Sapienza. Dall’ateneo romano, spiega Iorio, «avrebbero detto di saldare, motivo per cui Asrem non ha ripetuto bando per attivare i corsi per l’anno accademico prossimo. In un momento in cui si pensa di ampliare il numero delle scuole, è risultato strano l’atteggiamento del Molise che si è dimostrato reticente rispetto all’attivazione dei corsi. Al di là della votazione della mozione, chiedo a Toma di incontrare gli interessati e definire la soluzione che sembra sia a portata di mano».
Il presidente Toma, nel replicare alle dichiarazioni dei consiglieri, confessa di non essere a conoscenza della questione ‘arretrati’ prospettata da Iorio e nemmeno del fatto che La Sapienza abbia inviato, nel marzo scorso, all’Asrem il bando per le docenze vacanti. «Non ne avevo notizia, mi accerterò – ha chiosato -, se si avvia un bando, vuol dire che si ha voglia di continuare il percorso». Relativamente al presunto ‘arretrato’ che l’Asrem non avrebbe saldato, Toma spiega che «l’azienda sanitaria regionale ha pagato gli 80mila euro per tre anni, somma destinata ai docenti che non sono quelli de La Sapienza ma quelli messi a disposizione dall’azienda sanitaria regionale. Non mi risulta che il problema sia questo». E, nei fatti, potrebbe essere molto più banale: una corrispondenza via mail non andata a buon fine.
In sintesi, come riportato da Primo Piano Molise, subito dopo il Consiglio comunale monotematico sulla sanità che si è tenuto a metà marzo a Isernia, il governatore ha approntato una nuova bozza di protocollo (che recepisse le normative aggiornate sulla formazione) e ha ridefinito i rapporti con La Sapienza per quanto attiene la parte economica. Bozza inviata il 21 aprile scorso alla rettrice Polimeni, mail alla quale non è seguita una risposta ufficiale. Né di accettazione, né di totale disaccordo. Nulla. A fine giugno, il presidente, sollecitato dal sindaco Castrataro e dall’assessore Francesca Scarabeo ha scritto nuovamente, questa volta al preside di facoltà, inviando nuovamente la bozza del protocollo d’intesa.
«Se La Sapienza ha rivisto i propri piani aziendali, avrei voluto che qualcuno me lo dicesse – spiega Toma in Aula -. Il rettore dell’Unimol, interpellato, si è messo a disposizione per qualsiasi soluzione potesse essere attuata, si potrebbe ipotizzare un ‘anno ponte’: immagino che non riusciremo ad immatricolare i nostri studenti con la Sapienza, potremmo farlo nei prossimi due anni se l’ateneo romano è intenzionato a continuare la collaborazione con il Molise per la sede di Isernia».
Il consigliere Cefaratti guarda la vicenda anche sotto un altro profilo. Il danno è ormai fatto, tocca capire il ‘responsabile’. «Chi doveva seguire questa questione è stato disattento. È sfuggito qualcosa e le conseguenze le pagano il territorio e i cittadini. La invito – dice, rivolgendosi al presidente Toma – a comprendere chi ha commesso l’errore, chi è il responsabile per non aver seguito nella maniera giusta la questione. Non si possono poi dare i premi lautamente retribuiti – sbotta -. Non è pensabile che dopo anni si interrompa un percorso che oggi sarebbe stato utilissimo anche alla sanità in Molise».
Il sottosegretario Roberto Di Baggio ricorda ai colleghi il lavoro fatto dalla Giunta per il reperimento dei locali dove oggi ha sede il corso di laurea, l’attenzione sempre alta rispetto alla vicenda e conferma l’invio della bozza e la mancata risposta de La Sapienza.
Il governatore Toma, alla fine di un confronto costruttivo con tutte le parti politiche, rilancia: mozione condivisibile. E quindi di fatto apre la strada (politica) alla convergenza della maggioranza sull’atto a firma 5 Stelle,
«Se non dovesse andare in porto la soluzione, l’Unimol collabora con noi su tante iniziative e potremmo recuperare su Isernia una facoltà – riflette ad alta voce -. Non si può fare oggi, l’ateneo del Molise ha 95 posti assegnati e, in bando, indicati come sede di Campobasso, quindi chi risponde lo fa per quella sede ma deve sapere che c’è anche quella di Isernia: ci sono diverse soluzioni sulle quali ragionare» conclude non prima di aver adombrato il rischio che tutta la vicenda sia alla fine il frutto di indirizzi sbagliati, mail non arrivate e non ricevute.
L’assessore Mena Calenda, tirata in causa negli ultimi giorni per il suo silenzio in merito alla vicenda (come del resto altri colleghi eletti a Isernia e in provincia) andrà a Roma di persona: meglio non correre rischi tecnologici, avrà pensato.
Nonostante sia positiva al Covid, come comunica lei stessa sul proprio profilo social, avverte: «auspicando la negatività del prossimo tampone, seguo con attenzione da casa tutto ciò che riguarda la mia terra come la vicenda della facoltà di Scienze Infermieristiche de La Sapienza presso la sede di Isernia, il cui corso è momentaneamente sospeso. E preciso: sospeso. Non chiuso, come sento erroneamente dire in queste ore. Tuttavia, al riguardo, insieme al sottosegretario Roberto Di Baggio, abbiamo inviato una comunicazione ufficiale alla rettrice del La Sapienza, Antonella Polimeni, per chiederle un incontro dirimente rispetto alle problematiche emerse, finalizzato al raggiungimento di una soluzione efficiente ed efficace che ripristini il Corso di Laurea. Da parte nostra abbiamo assicurato collaborazione, disponibilità e contributo».
ls