Incontra la stampa in tarda mattinata, a meno di dodici ore dalla comunicazione ufficiale e riservata che ha fatto all’assessore Scarabeo – ormai ex esponente della prima giunta comunale a trazione ‘campo largo progressista’ del Molise e una delle poche in Italia – a tarda notte, subito dopo il lungo consiglio comunale che, alla fine, ha riservato le ipotizzabili scintille politiche che hanno acceso l’Aula.
Gli spifferi di Palazzo San Francesco raccontano che Castrataro, passata la mezzanotte di giovedì, avrebbe chiesto all’ex assessore un incontro riservato nel corso del quale le avrebbe comunicato la decisione di esautorarla anche delle deleghe che lei non aveva rimesso nelle sue mani. L’incontro Castrataro-Scarabeo sarebbe stato preceduto da un ulteriore tentativo di mediazione, posto in essere da alcuni esponenti del Pd che – è ipotizzabile – potrebbero aver sottolineato al sindaco le ripercussioni politiche che questa decisione – sofferta, come racconta Castrataro – potrebbero avere allungando lo sguardo sulle vicine Regionali.
Nulla da fare, decisione assunta nonostante la concessione di un’ultima ‘cortesia’ istituzionale: quella di consentire all’ex assessore di relazionare in Aula sull’istituzione della Commissione speciale d’indagine sullo stato ‘di salute’ della Sanità regionale, con il focus puntato sul debito. Argomento arrivato all’attenzione del Consiglio comunale qualche minuto prima delle 20 e che ha acceso il fuoco sugli aspetti più squisitamente politici della crisi innescata dalle dichiarazioni social della senologa.
Ieri mattina, Castrataro – davanti ai giornalisti – non ha fatto mistero del dispiacere e della tristezza di dover assumere una tale decisione.
«Non mi sarei mai dovuto trovare in questa situazione, non sono stati giorni facili – confessa il primo cittadino -. Al di là della composizione della giunta, nel tempo si costruisce anche un rapporto umano con le persone che spesso c’è già da prima. Fiducia, confronto… la politica a volte può essere anche dura. È una delle cose che mi ha generato più dispiacere del post della dottoressa Scarabeo: non ho mai inteso il confronto con le persone, soprattutto nel ruolo istituzionale, come quello che avviene tra ‘soci’, non lo farò mai perché credo che prima di tutto vengono le persone e la politica sia confronto tra le persone».
Piero Castrataro, eletto sindaco quasi un anno fa, affronta da solo – davanti ai giornalisti – la prima crisi politica della sua consiliatura, preceduta da un giro di ‘consultazioni’ che i gruppi di maggioranza ha tenuto al proprio interno prima di riferirne al sindaco l’esito.
E le consultazioni avrebbero fatto emergere il desiderio – più o meno condiviso – di una risoluzione della crisi diversa. Con il Partito democratico impegnato in un confronto serrato, politico prima di tutto. E l’intervento in Aula del capogruppo dem, giovedì a tarda sera, ha infatti chiarito lo spirito di questa posizione. Che però non ha trovato sponda nel sindaco che ha deciso di esautorare la Scarabeo che, come è noto, non siederà nemmeno in Consiglio per effetto delle dimissioni sottoscritte all’atto dell’accettazione delle deleghe assessorili.
«Sono dispiaciuto di quello che è successo, non immaginavo – spiega ancora con tono greve Castrataro -: durante questi mesi ci sono stati momenti di tensione ma ho sempre pensato, e lo penso ancora, anche con la squadra che c’è, che se si guarda agli obiettivi, che sono talmente tanti e importanti, si possono superare anche le divergenze personali che alle volte sembrano divergenze di carattere. Quello che mi rattrista di più è che in quel post (il sindaco si riferisce alla comunicazione social della Scarabeo nella notte tra lunedì e martedì, ndr), si evince una totale mancanza di fiducia nei miei confronti, come se avessi ostacolato in questi mesi il vero motivo per cui la Scarabeo è in giunta. Sottolineo che la competenza in materia di sanità del Comune non è sostanziale ma nelle condizioni in cui siamo, ribadite l’altra sera in consiglio comunale, alla situazione in cui siamo – ribadisce Castrataro -, con una sanità pubblica che ha perso 100 posti letto, con i medici che non si trovano, ho ritenuto necessario che lei facesse parte della Giunta.
È mancato il confronto – sintetizza -, potremmo stare ore a parlare delle responsabilità del confronto che mi sarei aspettato avvenisse nella stanza del sindaco e non sui social».
Il sindaco puntualizza le accuse, rileggendo alcuni passaggi del post che ha aperto la crisi e spalancato la porta all’uscita dalla Giunta di Francesca Scarabeo. Bisogna spiegare, fare chiarezza.
«Alcune cose devo rigettarle e sottolinearle – spiega -, secondo quanto lei scrive, il mio operato ostacolerebbe un assessore che lavora con coerenza e onesta? Non posso far altro che intendere questa cosa come una totale sfiducia nei mei confronti, a cui non sarei mai voluto arrivare. Se c’è una cosa sulla quale non transigo è l’onestà. Ci sono state tante insinuazioni, mi si imputa un atteggiamento per cui io nel tempo avrei dei secondi fini. Mai avuti – rimarca ancora -, se sono qui, come la Scarabeo, lo sono per il bene della città.
Piero Castrataro – dice il primo cittadino – non ha bisogno di essere il sindaco, ha avuto un lavoro prima o lo avrà dopo la carriera politica. Se qualcuno penserà che io non possa più dare un contributo, posso togliere il disturbo. Penso che ho ancora una bellissima maggioranza, una bella squadra di Giunta che lavora tantissimo: forse riusciamo a fare poca politica perché ognuno di noi è impegnato quotidianamente con attività da dipendente o funzionario comunale, per le note carenze di personale. Ma ci sta, se è per il bene della città».
Il rammarico per l’esito di un cammino percorso insieme fin dalla campagna elettorale, il rimprovero all’ormai ex assessore che, «se avesse frequentato di più il Comune, forse avrebbe avuto meno insinuazioni da fare». Perché avrebbe visto quanto fanno i colleghi, non avrebbe avuto dubbi.
Le insinuazioni, ecco. Su questo si sofferma Castrataro. «Le persone possono avere dubbi, è normale che ci siano anche in politica. L’importante è avere le prove: se lavoriamo sempre con il sospetto, se creiamo questo clima non andremo mai da nessuna parte. Se c’è qualcosa bisogna dirlo, soprattutto in comunità così piccole dove ci conosciamo tutti. Se ci sono sospetti, dobbiamo provarli perché, se restano sospetti, danneggiano il canale comunicativo che non ci deve essere solo con un assessore ma con l’intera città. E una delle responsabilità che si porta la Scarabeo – sottolinea Castrataro -, quella di aver rotto un rapporto con i cittadini, adombrando fantomatiche cose. Bisogna dirle, altrimenti i cittadini non capiscono. Come non capisco io».
Ma la strada è segnata. Nonostante gli inviti a ricomporre la questione politica che sarebbero arrivati da alcuni dei suoi alleati.
«Con dispiacere non posso far altro che ritirare le deleghe alla Scarabeo ma la devo ringraziare perché ha sempre rappresentato, e so che lo farà ancora, un baluardo per la difesa dei cittadini: prendo questo che è avvenuto e ne faccio una promessa in più. Continueremo a batterci, e sono sicuro che faremo entrambi il bene della città, sperando che non sia un obiettivo di parte perché c’è in gioco il futuro della nostra città, del nostro ospedale e non solo. Francesca Scarabeo ha una grandissima capacità, conseguente alla sua storia personale: convogliare, e giustamente, quel sentimento di rivalsa verso una sanità che in 20 anni è stata privata dei servizi e che impatta sulla salute dei cittadini. Un grande merito il suo e sono certo che continuerà la sua battaglia ma sono dell’idea che la protesta debba essere seguita dalla proposta. Sono stato d’accordo sull’istituzione della Commissione speciale ma credo che non si possa restare nell’ambito della protesta. Facciamo rumore ma non basta: dobbiamo costruire qualcosa di nuovo, che ha bisogno dello sforzo, del confronto e non di divisioni. L’obiettivo è importante per tutta la comunità. É normale che si abbiano divergenze di vedute, capita anche a me, ma si trovano soluzioni migliori spesso confrontandosi con altri. Il problema nasce quando non c’è confronto e, in questo caso, non c’è stato».
Dispiacere, enorme. Tristezza, tanta. Anche dal punto di vista personale.
«E non lo nascondo, perché è una vicenda che non avrei mai voluto attraversare» dice il sindaco.
ls