Un anno al governo della città. Una squadra con il giusto mix di esperienza e freschezza. Federica Vinci, braccio destro del sindaco Castrataro e assessore anche alle Politiche giovanili, guida un settore che richiede una visione strategica, ben oltre la stretta attualità. Quali sono i pilastri sui quali sta costruendo l’azione amministrativa che questo Esecutivo intende mettere in campo?
«Un anno complesso, sfidante e stimolante, ma anche l’anno fondamentale per porre appunto i pilastri su metodo e contenuti per la nostra amministrazione. Sono tre i pilastri su cui questo esecutivo vuole muoversi quando si parla di politiche giovanili: inclusione, lavoro, Europa. Partiamo dall’inclusione: dal primo giorno, la nostra intenzione è stata quella di includere i giovani di Isernia nello sviluppo delle politiche che riguardano loro in prima persona. Da subito, sono infatti nate una serie di iniziative, tra cui il tavolo con i rappresentanti degli istituti superiori di Isernia, gli eventi a sostegno dell’orientamento universitario, i “pomeriggi in comune” in cui io stessa ho accolto giovani per supportarli nelle scelte future e non ultima, la recente approvazione del Forum Giovani che vedrà i nostri giovani partecipare attivamente e direttamente alla vita del Comune. Ma i giovani sono anche quelli che vorrebbero tornare e soprattutto restare nella nostra città. Proprio per questo, il secondo pilastro è il lavoro. I protocolli d’intesa con imprese che sostengono i nostri giovani attraverso corsi rivolti all’inserimento lavorativo, l’attivazione del servizio civile, i protocolli d’intesa a sostegno della microfinanza per facilitare l’avviamento di piccole iniziative imprenditoriali vanno tutte in questa direzione. A ciò si aggiunge che l’Auditorium si trasformerà in un centro di alta formazione e l’ex magazzino merci in uno spazio di co-working all’avanguardia: così Isernia diventerà polo attrattore di smart-worker e aziende moderne. E infine, il contributo dell’Europa: non solo con i fondi europei, ma soprattutto con iniziative a sostegno concreto dei nostri cittadini come l’Erasmus per i nuovi imprenditori, un’iniziativa pagata dall’UE che permette a chiunque di vivere e lavorare in un’azienda europea per acquisire esperienza e riportarla a casa. Ovviamente è difficile vedere e toccare con mano queste politiche, ma sono certa che con il tempo la nostra città sarà una città a misura della mia generazione. D’altronde, questo è il lato positivo di avere meno di trent’anni e lavorare come vicesindaca: è facile comprendere i bisogni della mia generazione e soprattutto dare loro risposta perché sono appunto anche i miei bisogni».
Dodici mesi nei fatti sono pochi per ‘mettere a terra’ i progetti soprattutto quando la macchina burocratica è farraginosa e si scontra con forti carenze di personale negli uffici comunali. Ma alcuni progetti sono già in campo, come quello rivolto ai Neet e agli aspiranti imprenditori. Perché ha pensato subito di seminare in questi campi? A quale altro progetto si sta dedicando?
«Dobbiamo ridare una forte spinta all’economia della nostra città e creare quelle condizioni necessarie per permettere ai giovani di lavorare, vivere e restare a Isernia. Per farlo, è indispensabile che i nostri ragazzi abbiano quella formazione lavorativa che permetta loro di inserirsi nel mondo del lavoro e di misurarsi sul campo prima di fare impresa, supportati dunque da politiche come l’Erasmus per i nuovi imprenditori e presto anche accordi per agevolare l’accesso a microcredito europeo. Di progetti ce ne sono moltissimi, differenziati ovviamente per le varie fasce di età tra 14 e 35 anni. Tra tutti, proprio con i ragazzi delle scuole superiore stiamo ideando la creazione di un centro di aggregazione giovanile culturale-sportivo a Tremolicci, mentre abbiamo chiesto ad aprile un finanziamento da 800mila euro per un centro aggregativo con annessa ristrutturazione del Parco della Stazione e circa 150mila euro per rendere la biblioteca Michele Romano un posto più accogliente e frequentato dalle giovani generazioni. Sempre per loro, stiamo organizzando una serie di eventi di orientamento al mondo del lavoro, con incontri che vedranno il succedersi di social media manager e influencer, ricercatrici STEM e imprenditrici proprio per far loro conoscere le nuove carriere. Chiuderemo poi queste giornate con una “Career Fair”, una fiera del lavoro dove i nostri ragazzi potranno conoscere gli imprenditori e le figure lavorative del posto ma anche esterne per ampliare i propri orizzonti e immaginarsi in una professione, ancor prima di dover scegliere l’università».
Lei si occupa anche di turismo: quale il percorso che l’amministrazione intende tracciare per farne un punto di forza anche per il tessuto economico cittadino? E si può tracciare un primo bilancio di questa stagione estiva appena conclusa?
«Per il Turismo, abbiamo in mente un piano ben preciso, fatto di step a breve, medio e lungo termine. In questo primo anno, anche se con fatica, abbiamo implementato piccole iniziative di cui siamo molto soddisfatti. Tra queste ricordo la creazione di una mappa interattiva su Google Maps, dove sono presentati i monumenti e i punti di interesse, con indirizzo e brevi cenni storici; la realizzazione di una serie di QR code, apposte sulle vetrine delle attività commerciali e ricettive e rimandanti al sito internet del Comune, alla mappa interattiva e a un questionario legato ai flussi turistici e soprattutto, l’apertura dell’infopoint turistico che, dopo anni, è tornato a ridare informazioni ai numerosi turisti in città. Nel medio termine ci proponiamo di realizzare una piattaforma web integrata del turismo, che possa contare sull’intera offerta del settore, dalla ricettività ai servizi, dall’enogastronomia alla cultura. Tutto questo ovviamente sosterrà il lavoro da fare “a terra” di riqualificazione del centro storico per la cui progettazione ci sono già i fondi e la creazione di numerosi sentieri naturalistici. Sul lungo periodo l’idea è di lavorare sulla brandizzazione del territorio, attraverso la creazione di una campagna di marketing già finanziata che includa un logo territoriale; un pacchetto di slogan efficaci e una campagna di comunicazione che presenti adeguatamente il nostro territorio al mondo. Tutto sotto l’attenta guida di un tavolo permanente per le politiche turistiche. Il turismo può e deve diventare un punto di forza anche per il tessuto economico cittadino, ma ha bisogno di attenta programmazione, competenza e duro lavoro».
Deleghe, le sue, che costruiscono nei fatti il futuro di Isernia: politiche comunitarie, politiche giovanili, turismo, marketing territoriale. E che forse si scontrano con la dura realtà che scelte politiche poco lungimiranti, ad ogni livello, hanno lasciato in eredità. Spopolamento, carenza di servizi, infrastrutture che mancano, disoccupazione. Quale la città che immagina? E quale la ricetta perché il ‘sogno’ si possa realizzare?
«Guardare al passato e a quanto si sarebbe dovuto fare è tanto facile quanto criticare la nostra lentezza dovuta proprio a queste precondizioni e, quindi, di conseguenza, poco utile. Ciò che è utile invece è avere un pizzico di immaginazione per vedere cosa diventerà nei prossimi cinque.
Tra le grandi opere che cambieranno il volto di Isernia ci sarà, ad esempio, un parco ciclopedonale che circonderà Isernia toccandone i fiumi; l’intera rivalutazione di località “Le Piane” tra il centro sportivo grazie al bando “Sport e Inclusione”, il centro di aggregazione giovanile, piste ciclopedonali e strada di collegamento allo stadio; e i lavori di assestamento sismico ed energetico dell’Officina della Cultura. Da aggiungere poi, tra le altre cose, il quasi completamento dell’Auditorium con un centro di Alta Formazione e un museo emozionale; la ristrutturazione di Palazzo Orlando e del Cinema Lumiere, la rivalutazione di parchi naturalistici e archeologici come il Parco delle Testuggini e la zona de “La Romana”. Infine, la nostra nuova città non passerà solo dalla ristrutturazione e rivalutazione degli spazi, ma anche dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile che ben si sposerà con la nostra già dimostrata intenzione di reimmaginare la mobilità cittadina, dalle strisce blu fino all’ipotesi di una pista ciclabile. La cosa più bella di tutto ciò? Non stiamo parlando di sogni o programmi elettorali, ma di progetti finanziati».
Un bilancio di questo primo anno: luci e ombre oppure solo il necessario rodaggio di una macchina che doveva essere avviata?
«Entrambi. Iniziare a lavorare con una squadra che non si conosce e con cui non si ha mai lavorato non è facile per nessuno. Immaginatevi, infatti, di trovarvi in una stanza con dieci persone, ognuna delle quali lavora in un determinato modo e ambito e nessuna delle quali ha mai lavorato con voi prima d’ora. Condite il tutto con una struttura che viaggia a rilento per la mancanza gravissima di personale e avete il mix esplosivo per lunghe nottate, incomprensioni e rallentamenti di vario genere. È proprio per questo che, essendomi occupata in passato di gestione di squadre nel mio lavoro, ho speso moltissimo tempo con il Sindaco per darci un metodo di lavoro che includesse assessori e consiglieri, facilitasse la comunicazione interna e permettesse di lavorare con ordine e rigore, senza dover rinunciare alla condivisione. Non è stato facile e tutt’ora siamo in fase di rodaggio, ma stiamo riuscendo sempre più a lavorare come squadra e non come singoli.
Per quanto riguarda la struttura invece, come anche visto con l’approvazione del bilancio, inizieremo ad assumere presto nuovo personale per sostenere gli attuali dipendenti che, per quanto estremamente professionali, sono obiettivamente oberati di lavoro».
Il primo anno di amministrazione e la prima vera crisi politica: le indiscrezioni raccontano che Volt sia stata l’unica forza di maggioranza intransigente nei confronti del caso Scarabeo. Si mormora che gli altri partiti di maggioranza avrebbero gradito una soluzione diversa. E’ davvero andata così?
«La questione della dottoressa Scarabeo è davvero molto più semplice di quanto tutti ci abbiano ricamato sopra. La dottoressa, sia in giunta, sia nelle riunioni di maggioranza, sia sui social e nelle sue interviste ha più e più volte sottolineato la sua mancanza di fiducia nel Sindaco e in alcuni membri dell’esecutivo, dubitandone il lavoro, ma soprattutto le intenzioni. Come ha detto anche il sindaco, quando, in un rapporto fiduciario, viene a mancare proprio la fiducia su cui il rapporto si fonda, su che basi si può continuare a stare insieme? Detto ciò, se c’è una cosa di cui sono certa perché l’ho sperimentato sulla mia stessa pelle, è che forse Piero Castrataro è una persona alle volte dura nelle critiche e severa sul lavoro, ma mai in un anno ha intralciato le volontà e i progetti di nessuno di noi: siano loro assessori o consiglieri. Ed è proprio per questo che, in un anno complesso, ho imparato ad apprezzarlo: finché ciò che vogliamo si allinea con ciò che è il bene della città, da lui possiamo solo aspettarci supporto e carta bianca per agire e chiunque dica il contrario sa benissimo di dire falsità. Spero che tutta questa storia si chiuda con la velocità con cui è iniziata, perché sono troppe le cose che abbiamo da fare, pensiamo a queste».
Donna, giovane, competente: scegliere di restare in Molise, a Isernia e di impegnarsi concretamente per la città e per chi ‘resiste’. Oggi, dodici mesi dopo, come valuta quella decisione?
«Tutt’ora, la reputo la decisione migliore che potessi prendere. Prima di tutto perché, grazie all’online, continuo a svolgere il mio lavoro (anche se con qualche ora di sonno in meno, lavorando molto con gli Stati Uniti). Ma soprattutto perché sono innamorata della mia città e viverla come vicesindaca mi permette di costruire il posto dove io stessa vorrò vivere, lavorare e, un giorno, fare famiglia. Forse per certi aspetti è un posto in cui si “resiste”, ma è anche una città in cui si Vive, profondamente. Qui possiamo svegliarci la mattina ed essere circondati dal verde delle nostre colline, passare per i vicoli e ascoltare la musica dei fuselli del tombolo mentre ci viene l’acquolina con il profumo di sagne e fagioli. Qua ho ritrovato il piacere dei pranzi domenicali in famiglia, degli spostamenti a piedi e in cinque minuti, dello spritz con le amiche perché anche se hai finito di lavorare tardi è comunque presto perché le raggiungi subito. Sono cose che a Roma, Parigi, Milano non hai e non puoi avere, una qualità della vita a cui non sarei disposta più a rinunciare.
Isernia è una città che ha tantissimo potenziale, ma che ha bisogno di tempo esprimerlo, soprattutto dopo anni di totale abbandono. Come dice mia nonna “A buttà’ la bomba z fa subt, è a rcostruì ca c’ vo’ tiemp!” Noi abbiamo energia, voglia e capacità. Ci serve solo il tempo e, con lui, un po’ pazienza».

ppm

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