Non c’è solo chi è costretto a chiedere aiuto alla Caritas per problemi economici e difficoltà quotidiane. Oggi i ‘nuovi poveri’ sono quelle famiglie insospettabili, lavoratori, nuclei familiari che prima della pandemia vivevano in modo tranquillo. E anche tanti commercianti costretti a prendere decisioni spesso dolorose.
«Prima facevo la spesa senza l’assillo di trovarmi in difficoltà. Oggi per un chilo di pane che si avvicina ai quattro euro al chilogrammo sono dolori» – lo sfogo di una signora all’uscita di un supermercato.
I beni di prima necessità sono aumentati in media del 30% ma si arriva anche al 50 percento.
Fare la spesa oggi è diventata impresa ardua per molti. Prezzi alle stelle per pane, pasta, olio, zucchero, frutta e verdura. Beni di prima necessità diventati inavvicinabili. E il labirinto delle offerte speciali, il ricorso sempre più massiccio ai discount, non risolve i conti di fine mese.
Ma la crisi non morde solo le famiglie. I commercianti del capoluogo pentro stanno valutando di tenere le insegne spente e le vetrine al buio per cercare di arginare i costi e il caro bollette. Con gli avvisi di pagamento che stanno arrivando, sono molti gli esercenti che stanno pensando al modo per ottimizzare l’illuminazione. Molti esercizi commerciali, che finora di notte hanno sempre lasciato accese le insegne, stanno decidendo di spegnerle.
«Con l’ultima bolletta ho pagato 6mila 400 euro, con un rialzo notevole del 300 percento rispetto a quella di un anno fa. Probabilmente dovrò tenere conto anche a una riduzione dell’orario la sera. Chiudere un’ora prima sarebbe un toccasana» – commenta un commerciante.
Ed è già realtà: da corso Risorgimento a via XXIV Maggio, da piazza Carducci fino al piazzale antistante il vecchio ospedale, in tanti hanno già iniziato a spegnere insegne e vetrine nelle ore di chiusura. Con il passare dei mesi aumenta la schiera dei nuovi poveri. Si assiste ad una reazione a catena che non riguarda solo la tenuta delle famiglie ma che colpisce ogni aspetto della vita di tutti. E il rincaro dei prezzi delle bollette rischia di mettere in ginocchio l’economia della città.
«Non capisco come sia possibile una bolletta del gas di 500 euro relativa ai mesi estivi. Di questa somma solo 40 euro sono di consumo effettivo, gli altri 460 per una strana voce sulla bolletta dove è scritto “altre partite non soggette a Iva”. Cerco di capire cosa sia successo. Circa un anno fa – afferma un residente del centro storico – ho cambiato gestore ed ora mi viene addebitato un costo del gestore precedente. Io ho sempre pagato le bollette. Ora vai a spiegarlo a chi di dovere. Qui qualcuno dovrebbe intervenire altrimenti un povero cristiano rischia di finire nella gabbia dei leoni».
Analoghe bollette, con importi da capogiro, stanno arrivando a molti cittadini che non riescono a vedere il modo per venirne fuori. Pagare un avvocato? Ci sarebbe da tirare fuori altri soldi per sperare di ottenere il dovuto chissà quando.
Molte persone si chiudono in sé stesse e, per orgoglio, non chiedono aiuto ai familiari e agli amici. Storie comuni che toccano oggi persone insospettabili da vite più che dignitose che, fino a un anno fa, mai avrebbero pensato di rivolgersi alla Caritas o al mondo del volontariato per un sostegno necessario alla loro sopravvivenza. Ma prima la pandemia, ora la guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno messo in ginocchio tutti.
Sembra un brutto sogno. Non lo è, speriamo di svegliarci in un mondo migliore.
ppm