«Una volta c’erano i cani randagi, adesso sono i cinghiali a creare queste schifezze. È una indecenza. Oltre ad essere un pericolo». Questo lo sfogo di un noto professionista di Isernia che abita nel popoloso quartiere San Lazzaro e lancia un accorato appello al sindaco di Isernia Castrataro. «Secondo me il sindaco potrebbe prendere provvedimenti come l’abbattimento invocando problemi di sicurezza pubblica, di pericolo igienico sanitario e di decoro urbano. Non ne possiamo più. Ogni sera due cinghiali di grossa taglia rovistano tra l’immondizia che lascio in un cassonetto davanti l’uscio di casa. Proprio l’altra sera me li sono trovati di fronte ed ho avuto una paura indescrivibile. È ora di intervenire. È un problema che investe tutto il quartiere».
La palla, dunque, rimbalza ora nelle mani del sindaco Castrataro che dovrà cercare di risolvere un problema che sta investendo più zone del capoluogo. La questione cinghiali a Isernia è diventato un problema rilevante. Folkloristico, certo, come segnala la moltitudine dei video diffusi sui social, ma con accezione negativa del termine.
L’ultimo avvistamento è di ieri: una decina di cinghiali ripresi a spasso in zona San Lazzaro, il quartiere più colpito dalla presenza dei cinghiali che si avvicinano alle case perché trovano cibo. Da quando ci sono stati evidenti problemi di smaltimento della spazzatura, gli animali hanno percepito la presenza di rifiuti edibili e si sono avvicinati al centro cittadino per nutrirsene. Numerose le segnalazioni che giungono in redazione ogni giorno.
Negli ultimi tempi sono aumentati gli avvistamenti di intere famigliole di cinghiali a passeggio tra le strade trafficate e il centro urbano, le cui immagini sono spesso accompagnate da commenti di disprezzo e a volte anche propagandistiche.
Si ritiene che oggi le femmine adulte in buone condizioni possano partorire anche due volte l’anno con cucciolate mediamente da quattro/sei piccoli. Ecco il motivo per cui sono presenti in gran numero. A peggiorare la situazione anche il fatto che molti, ingenuamente, quando li vedono danno loro da mangiare, come fossero teneri cagnolini. Ciò li priva della naturale diffidenza nei confronti dell’uomo e naturalmente li spinge a tornare sul posto.
Tutto questo in spregio delle regole, dato che il foraggiamento dei cinghiali «è espressamente vietato dalla legge. E per chi contravviene a tale divieto è previsto, l’arresto da 2 a 6 mesi o l’ammenda da 500 a 2.000 euro».
Ultimamente i cinghiali hanno deciso di abbandonare il proprio habitat naturale, boschi e campagne, e avvicinarsi alle città. Isernia è un esempio di realtà urbana letteralmente invasa da questi animali e le conseguenze si vedono dato che, ogni giorno, sui sociali compaiono filmati e foto che ritraggono questi animali non solo nelle frazioni e nelle zone periferiche, ma anche a spasso per il centro città. Ora al netto delle competenze, il problema cinghiali è una questione da risolvere perché riguarda tre aspetti: la sicurezza dei cittadini, i danni all’agricoltura e il decoro urbano. Ma finora tutta la problematica è stata caratterizzata da approcci sbagliati e di corto respiro.