Mancano i medici e di certo questo è il leit motiv che accompagna ormai da troppo tempo la sanità molisana ma il problema rischia di avere pericolose ricadute anche sul servizio di guardia medica.
Sembrerebbe difficile e complicato organizzare i turni anche nel presidio di continuità assistenziale e le indiscrezioni che filtrano, ovviamente ancora oggetto di interlocuzioni con l’azienda sanitaria regionale, riguarderebbero la possibilità – che non sembra sia remota – che la guardia medica resti chiusa nei festivi.
Come un negozio, un esercizio commerciale, un ufficio pubblico. Peccato che si parli di salute e che, di certo, l’utenza che potrebbe avere bisogno di un medico, si riverserà in Pronto soccorso. Dove la situazione è praticamente identica se non peggiore: ci sono solo tre medici invece che quattro (e in luogo degli 11 che c’erano nel 2016) dopo il periodo di pausa certificato al direttore del reparto, Lucio Pastore. E i due camici bianchi venezuelani che ancora prestano servizio nel reparto non sono completamente autonomi sotto il profilo della capacità comunicativa in italiano con i pazienti che chiedono assistenza.
Sembra che sia stato convocato il Comitato permanente aziendale, a fronte delle istanze avanzate dallo Snami (il sindacato autonomo medici italiani) e dalla Fimmg (la federazione dei medici di medicina generale): la riunione dovrebbe tenersi il prossimo 19 dicembre e da quello che dovrebbe essere l’ordine del giorno della riunione, sembra si affronterà la vicenda della mancata copertura dei turni di continuità assistenziale. Non solo, in agenda la mancanza di norme che regolamentino l’attività del medico di continuità assistenziale in caso di eccezionale copertura di due o più aree di competenza territoriale (perché se mancano i medici, è facile che quelli che ci sono debbano coprire aree territoriali più vaste), i modelli organizzativi in una situazione di carenza di medici incaricabili, i protocollo di presa in carico dei pazienti con sintomatologia compatibile con il Covid e i rapporti con il servizio di emergenza urgenza.
L’ordine del giorno del Comitato permanente aziendale nei fatti conferma l’indiscrezione che riguarda la difficoltà concreta nel trovare medici che possano turnare in occasione delle festività. E dicembre è notoriamente un mese ‘ricco’ di giorni rossi in calendario. E anche di condizioni meteo che spesso rendono complicato raggiungere i paesi limitrofi. Motivo ulteriore di preoccupazione, forse, nell’eventualità si debbano coprire contemporaneamente più sedi territoriali.
Personale poco, probabilmente anche non troppo disposto ad ulteriori sacrifici che impattano sulla qualità della vita e che si scontrano con le difficoltà che vivono quotidianamente i medici che lavorano nell’ambito della sanità regionale. E la vicenda sembrerebbe riguardi anche gli specializzandi.