Donne. Sinonimo di tenacia, orgoglio, autonomia, sentimento. Donne e talento, quello immenso delle artiste che hanno conquistato la platea dell’auditorium Unità d’Italia, sold out in meno di un’ora dall’avvio della prevendita, in una serata mai proposta prima da che memoria ricordi.
La signora della canzone italiana Fiorella Mannoia, la fascinosa cantante con la chitarra Paola Turci, la graffiante e mutevole Noemi, insieme alla soprano, regina dell’opera, Vittoriana De Amicis e all’attrice dalla grande empatia Claudia Campagnola, hanno conquistato standing ovation a ripetizione, proponendo successi propri, cover e pezzi tratti dalla tradizione lirica, che rimarranno eterni, da brividi come «La storia siamo noi», il brano con cui hanno aperto il concerto voluto dalla Regione e dall’assessorato regionale al Turismo e alla cultura, inserito nella rassegna «Palcoscenici», organizzata in collaborazione con la Fondazione Molise Cultura, concerto dedicato al sacrificio di tante donne private dei loro diritti e a quelle che lottano ogni giorno.
Dopo l’introduzione della giornalista Valentina Ciarlante e con l’accompagnamento di 50 musicisti eccezionali dell’Orchestra sinfonica «Saverio Mercadante» sotto la magistrale direzione artistica del maestro Leonardo De Amicis, che a breve calcherà il palcoscenico dell’Ariston di Sanremo, le artiste hanno emozionato le 700 persone presenti con i loro brani manifesto: Bambini, Vuoto a perdere, Quello che le donne non dicono e Sally.
Performance alternate dall’intensa interpretazione di Claudia Campagnola, dei testi del noto scrittore e regista Paolo Logli, delle odi alle donne e alle loro voci che qualcuno ha tentato di mettere a tacere e poi la magistrale Vittoriana De Amicis e i suoi virtuosismi vocali.
La chiusura commovente, omaggio a Mia Martini e alla sua eredità artistica: Almeno tu nell’universo, con tutte le artiste a salutare Isernia, in un teatro in visibilio.
«Serata magica, puntiamo su questi eventi e riempiremo ancora i teatri del nostro Molise», il commento dell’assessore Vincenzo Cotugno.

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