«Narrare è una delle cose più belle che ci è dato fare. Le parole sono la partitura della democrazia e sanno tenere vivi gli ideali. Guai a perderle, senza di esse saremmo uomini meno liberi». Ringrazia così, Domenico Iannacone, protagonista – sul palco dell’auditorium Unità d’Italia zeppo fino all’ultima poltrona – di una vera e propria passeggiata nella storia millenaria di Isernia. Con lui, la sua ‘anima gemella’ oramai: l’architetto Franco Valente, con il quale fin dalla scorsa estate ha cominciato quello che chiama «un viaggio nel cuore della storia della nostra terra». Una ‘strana coppia’ che ha il merito di raccontare – con garbo e competenza, tra storia e sentimenti, tra passato e presente – una terra che ha tanto da dire, da mostrare.
In primo piano, quindi, la storia di Isernia attraverso un racconto a due voci: quello giornalistico affidato alle sensibilità ormai note al grande pubblico di Domenico Iannacone e quello storico rimesso alla competenza enciclopedica dell’architetto Franco Valente.
La strana coppia si racconta ai microfoni di Teleregione grazie alla collega Valentina Ciarlante. E da quella che nei fatti è una ‘intervista doppia’ emerge la profonda considerazione che hanno l’uno dell’altro e si avverte palpabile quanto si divertano insieme nel fare quel viaggio che è motivo di riflessioni, di confronti, di chiacchierate che finiscono a tarda notte. La riscoperta del passato, la trasformazione di storie ed eventi in fatti che possono essere raccontati a tutti, una lezione che diventa una chiacchierata fra amici che hanno a cuore entrambi la propria terra.
«Io cerco di raccontare dei fatti storici – spiega l’architetto Valente -, Domenico, invece, attualizza, non è più semplicemente una descrizione. Lo invidio – dice, guardandolo – perché quando andiamo in giro, le persone vengono a sentirci, hanno piacere di ascoltare e poi vanno da lui e lo toccano, crea una suggestione nel pubblico per cui restiamo incantati».
Restituisce ‘pan per focaccia’ Domenico Iannacone. «Sapessi quante persone, anche non molisane, che mi chiedono: ma chi è quel personaggio con la barba, ma è incredibile, ha una presenza scenica, ci permette di entrare nelle pieghe della storia facendo riemergere fatti che non sono secondari ma hanno valenza essenziale. Ecco, Franco è tutto questo. Ti racconta la storia e te la fa amare, rimani affascinato».
Ma l’appuntamento-evento di Isernia diventa – giocoforza – l’occasione per mettere un punto alle voci sulla possibile candidatura (con l’area progressista) di Iannacone alla guida della Regione Molise. Elezioni che ormai si avvicinano a grandi passi e che, come accaduto anche in occasione di altre tornate elettorali, potrebbero vedere il giornalista in campo con un ruolo da leader della coalizione. Il nome di Iannacone, in effetti, è una sorta di costante di ogni periodo che precede il voto. Ma quanto c’è di vero?
«Oggi una cosa è certa – puntualizza Valente che non fa mistero di ‘sponsorizzarlo’-: la gente è molto sfiduciata nei confronti della classe politica in generale, è alla ricerca di persone che possano dire qualcosa di nuovo. Io credo che lui possa farlo ma questa maturazione nasce dall’opinione pubblica, non dalla sua iniziativa. Lui si tira sempre indietro, bisogna tirarlo per la giacca».
Iannacone non si chiama fuori e risponde, consapevole che sia il momento di chiarire.
«Io sto pensando a fare il mio lavoro, innanzitutto. Il Molise ce l’ho nel cuore ma per fare questo lavoro c’è bisogno di un progetto: i politici, ho letto in questi giorni sui giornali, che c’è bisogno di un bravo amministratore. Io dico che ancora prima c’è bisogno di un progetto, di una visione. Se non c’è quella… In Molise sicuramente ci saranno persone espertissime per ricoprire quel ruolo» si lascia sfuggire, con un pizzico di ironia.
E forse, quando è stato tirato per la giacca e poi ‘mollato’ in nome di quella esperienza politica e amministrativa richiesta, avrà pure pensato ‘ma che ci faccio qui…’.