Sui banchi dal lunedì al venerdì, aggiungendo un’ora in più di lezioni al giorno così da raggiungere il monte ore previsto: la settimana corta a scuola, anche nel capoluogo pentro, è un’ipotesi concreta sulla quale l’Esecutivo Castrataro ha inteso misurarsi. Del resto, ormai, sono moltissimi gli esempi sui quali confrontarsi, in regione e in altre realtà italiane. Per chi avrà difficoltà ad organizzare le proprie attività lavorative durante il sabato mattina, l’amministrazione ha già pensato ad attività extrascolastiche che forniranno un valido aiuto alle famiglie. L’obiettivo ella proposta di settimana corta è duplice: in primis agevolare la riduzione dei consumi energetici -visto che dal venerdì pomeriggio alla domenica mattina le scuole non saranno frequentate e quindi non ci sarà l’utilizzo di fonti di riscaldamento (durante l’inverno) e di energia elettrica – e consentire agli studenti, tema questo parimenti importante, più tempo libero da trascorrere in famiglia.
Con apposito atto deliberativo, infatti, la giunta comunale di Isernia ha deciso di proporre alle istituzioni scolastiche cittadine per il cui funzionamento l’ordinamento riconosce la competenza comunale, cioè agli istituti comprensivi San Giovanni Bosco e Giovanni XXIII, l’adozione, per il prossimo anno scolastico 2023/2024, della settimana corta, basata sull’organizzazione dell’orario scolastico in cinque giorni settimanali (dal lunedì al venerdì), anziché sei, fermo restando il rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo previsto per le singole discipline e attività obbligatorie.
La proposta nasce dalla considerazione che l’istituzione della settimana corta offre sicuri vantaggi sia sul piano educativo-familiare, con il recupero di spazi relazionali tra genitori e figli, sia perché comporterebbe per il Comune benefici effetti sul piano economico, dal momento che la chiusura delle scuole per un giorno in più alla settimana, specie nella stagione invernale, determinerebbe un significativo risparmio di risorse energetiche da utilizzare per il normale funzionamento delle strutture scolastiche.
«La contrazione del calendario scolastico su cinque giorni – si legge nella delibera – è pienamente compatibile con il conseguimento degli obiettivi formativi e orientativi della scuola, e corrisponde a precise scelte di politica scolastica già praticata dalla maggioranza dei Paesi europei. La settimana corta, inoltre, trova applicazione sempre crescente anche in Italia, non incidendo sulla qualità della didattica».
L’atto deliberativo sarà inviato a ciascun istituto scolastico affinché, nell’ambito della propria indiscussa autonomia, gli stessi valutino l’opportunità di adottare, per l’anno scolastico 2023/24, il modello della settimana corta, giacché gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell’offerta formativa (POF), nel rispetto delle funzioni in materia di calendario scolastico esercitate dalle Regioni.
La parola ora passa alle scuole interessate. Di certo, per gli alunni e per i genitori sarà piacevole avere un giorno in più da trascorrere in famiglia, da dedicare magari a tutte quelle attività che per mancanza di tempo libero non si ha mai modo di organizzare. E per il Comune, una eventuale risposta positiva avrebbe sicure ricadute economiche.

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