Si definisce «libera scelta» ma in questa vicenda non c’è né la libertà di poter individuare il proprio pediatra di riferimento né, tantomeno, la possibilità di sceglierlo in base alle personali esigenze.
Sessantasei chilometri all’andata, altrettanti al ritorno per poter usufruire dell’assistenza pediatrica. Questa la libera scelta proposta ad una mamma del capoluogo di provincia che avrà strabuzzato gli occhi, ieri, quando si è recata allo sportello del Distretto sanitario per poter definire il percorso assistenziale per i suoi figli indicando il pediatra visto che il professionista che si segue è andato, legittimamente, in pensione.
Pochi professionisti in servizio sul territorio provinciale, tutti off limits per i nuovi pazienti a fronte di quelli attualmente assistiti. Almeno 2 – stando a quello che si è potuto apprendere ma che non si evince dai documenti pubblicati online – che hanno scelto di godere del meritato riposo negli ultimi mesi.
E, quindi, l’unico in grado di poter assistere i nuovi pazienti a 66 chilometri di distanza. Precisamente ad Agnone.
La stessa risposta l’hanno ricevuta altri genitori che si sono recati ad effettuare la medesima operazione della mamma in questione: scegliere il pediatra per i propri figli, come la norma consente e come il diritto alla salute garantisce.
Ma, come detto, tra pensionamento e capienza massima di assistiti – e già, perché quelli più vicini territorialmente non possono essere scelti per questo motivo – l’unica soluzione percorribile sarebbe quella di andare in alto Molise – da Isernia, in questo caso specifico ma lo stesso problema potrebbero averlo i genitori di altri comuni dell’hinterland ovviamente – per poter avere le cure necessarie quando si tratta di bambini.
Un’altra opportunità, effettivamente, è stata offerta e la consente la norma ma solo per i bimbi dai 6 ai 14 anni: scegliere il medico di base, come molti genitori hanno fatto.
Per evitare viaggi, trasferimenti che spesse volte sono complicati dal maltempo, e per ovviare magari al fastidioso mal d’auto che di certo attanaglia i più piccoli, soprattutto se le strade non sono propriamente lineari. Evitare troppi strapazzi, avranno pensato, sarà meglio.
Lo stesso ragionamento è precluso, nei fatti, ai genitori dei bimbi di età inferiore ai 6 anni, che dovrebbero essere liberi di scegliere il pediatra ma che non lo sono affatto: arrivano allo sportello convinti di poter decidere il professionista al quale affidare i propri figli, di poter individuare il luogo – in base alle diverse esigenze, lavorative e legate alla distanza – dove accompagnarli per le visite di controllo e per le emergenze che potrebbero palesarsi durante la crescita ma sono liberamente obbligati a scegliere l’unico medico disponibile, ovunque esso si trovi.
In questo caso, a 66 chilometri di distanza all’andata e altrettanti al ritorno.
Stando a quanto si apprende dal sito del Distretto socio sanitario numero 3 di Isernia – non aggiornato visto che, ad esempio, il medico andato di recente in pensione ancora risulta nell’elenco di quelli al lavoro – sono 11 i pediatri di libera scelta che lavorano sul territorio.
Nel dettaglio, il professionista in servizio ad Agnone – l’unico in grado di poter accogliere altri pazienti per questioni numeriche -, i tre operativi su Isernia – di cui due andati in pensione -, due a Venafro e poi uno rispettivamente a Frosolone, a Colli a Volturno, a Monteroduni, a Carpinone e a Montaquila.
I numeri di questo bisogno sanitario, in una terra dove nascono sempre meno bambini e aumenta l’età media della popolazione adulta – sono quelli forniti dall’Istat nell’ultima rilevazione. Sono circa 8mila bambini di età compresa fra 0 e 14 anni che risiedono in provincia di Isernia. E, per restare nella fascia fino ai 6 anni per la quale il pediatra è l’unico medico di riferimento, sono almeno 4mila.
Ogni pediatra, stando alle linee guida nazionali, può avere fino ad un massimo di 800 assistiti. Sarebbero possibili deroghe in relazione a particolari situazioni locali, ad esempio nel caso in cui in una determinata zona non ci sia disponibilità di altri pediatri (forse il caso di Isernia?) e le Regioni potrebbero concedere alle aziende sanitarie locali la facoltà di aumentare il numero massimo di pazienti che può avere un pediatra.
Occorre ricordare che il pediatra di libera scelta è obbligatorio per i bimbi fino a 6 anni di età; dai 6 ai 14 anni i bambini possono essere assistiti indifferentemente da un pediatra oppure dal medico di famiglia. Ma anche questa – che dovrebbe essere una scelta delle famiglie – diventa nei fatti un obbligo visto che i pediatri scarseggiano e quelli che ci sono, registrano il tutto esaurito.
Il problema si palesa anche al contrario, a ben guardare: il pediatra di libera scelta è obbligato a fornire – tra gli altri innumerevoli compiti – anche le visite domiciliari. Ergo, il pediatra in servizio ad Agnone che può ancora accettare i piccoli pazienti, dovrebbe andare a visitare i suoi assistiti ovunque si trovino? Quindi anche quel bimbo di Isernia alla cui mamma ieri è stata proposta la libera scelta di individuare quel professionista a 66 chilometri di distanza da casa?
ls

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