L’amministrazione comunale guidata dal giovane Piero Castrataro sta investendo molto nella “cultura”. Numerose le manifestazioni organizzate in ogni ambito di interesse: dal teatro ai concerti, dai festival alle sfilate.
Proprio in questi giorni è in corso un evento di assoluto spessore che ha portato in città gruppi da mezza Europa: il “Carnevale europeo delle maschere zoomorfe”. Il programma è vasto e prevede diversi appuntamenti, tra cui, stasera alle ore 21, all’auditorium “Unità d’Italia”, il concerto della etnoband “Il Tratturo” (ingresso libero).
Domani, invece, il gran finale: alle ore 16.30, per le strade e le piazze della città, il “Grande Corteo in Maschera” con oltre 250 figuranti che rappresenteranno i propri riti carnevaleschi. Al termine, raduno in piazza Andrea d’Isernia e grande festa. Parteciperanno gli Zvončari (Croazia); i Kurents (Slovenia); i Momotxorros (Spagna); i Didi (Croazia); le Landzettes (Valle d’Aosta); gli Arestes e l’Urtzu (Sardegna); le Maschere Cornute (Basilicata); il Diavolo (Molise); l’Orso (Molise); l’Uomo Cervo (Molise); il Brutto (Molise). Il corteo seguirà il seguente itinerario: Piazza della Repubblica; Corso Garibaldi; Piazza Tullio Tedeschi; Via Erennio Ponzio; Via Renato Lorusso; Piazza Carducci; Piazza Celestino V; Corso Marcelli; Piazza X Settembre; Piazza Andrea d’Isernia.
Domenica mattina, alle ore 11, sempre in piazza Andrea d’Isernia, “Maschere in libertà” con alcuni gruppi che insceneranno pantomime.
Il Carnevale europeo delle maschere zoomorfe porta la firma di Mauro Gioielli. «In numerose aree geografiche d’Europa – spiega il noto studioso di tradizioni popolari – sopravvivono rituali che vedono protagoniste le maschere dell’uomo-fauno, travestimenti legati principalmente al periodo di carnevale oppure ad esso rapportabili in chiave di passaggio stagionale. Si tratta di primitive forme zoo-antropiche, documentate fin dal paleolitico superiore. Quando l’uomo non era ancora agricoltore era già cacciatore e frequentava la selva, specchiandosi in ciò che poteva osservare intorno a sé, in particolare gli animali. Ecco, quindi – ancora Gioielli – , l’induzione al mutamento, l’esigenza di impossessarsi, attraverso elementi ferini, dei caratteri distintivi della preda da catturare, della bestia da rispettare, dell’animale totemico con cui confrontarsi riproponendone l’aspetto in rapporto alle forme di epiphàneia cerimoniale e ai processi di rappresentazione teriomorfa. In questo modo si instaurava un sistema magico di mutazione che, in qualche misura, continua a sopravvivere in molti mascheramenti, come quelli degli animali nei quali l’uomo, in una esperienza rituale qual è appunto il carnevale, si trasfigura per assimilarne l’aspetto e i valori, indossando a tal fine ciò che ne caratterizza le sembianze, come le pelli, le corna, la coda e altro ancora. La vestizione conduce a una metamorfosi simbolicamente interpretabile quale legame prodigioso, laddove il protagonista del travestimento, anche in chiave di suggestione e di spettacolarità festiva, si identifica nell’animale attraverso la sua personificazione».

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