Dna democristiano, quello è immodificabile. Ma anche ex leader dell’Udc, eletto col Pd, da quaranta anni in Parlamento. L’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini – in tour per presentare il libro «C’era una volta la politica» – ha fatto tappa a Isernia ieri pomeriggio.
Un libro che è una sorta di manuale in cui si riscopre il valore della lealtà verso l’avversario politico e l’importanza di gavetta e partiti.
«Il Molise dimostra che non sono l’ultimo democristiano – spiega Casini, con uno sguardo alla platea che lo ha accolto -, accetto volentieri di definirmi il penultimo. La Dc è morta ma non lo sono i democristiani, sono vivi e vegeti in gran parte. Io sono fuori dalla politica attiva, sono in Parlamento e lavoro seriamente ma non ho intenzione di fare iniziative politiche, partitiche, per me quella stagione è finita. Una stagione che ho vissuto con intensità ma è giusto anche che ci sia un inizio e una fine».
Il titolo del libro che sta presentando rimanda ad un passato ormai archiviato. «C’era una volta la politica è da un lato una denuncia e dall’altro un auspicio – spiega -: c’era una volta la politica basata sul radicamento territoriale, sulla competenza, sulla professionalità e abbiamo avuto l’idea che l’antipolitica potesse sostituire la politica. Oggi è il momento di rimetterla al centro perché non c’è attività umana alternativa alla politica per cambiare le cose».
Sull’attualità che riguarda – e non marginalmente – le regioni come il Molise, Pierferdinando Casini ha un’idea precisa: «le riforme sulle Regioni dovrebbero evitare di lateralizzare il Parlamento che oggi ha un parere consultivo sui procedimenti ipotizzati da Calderoli e questo è un fatto molto negativo. Io lavoro perché il Parlamento ritrovi la sua centralità. Il Capo dello Stato eletto direttamente? – risponde incalzato dai giornalisti – Io sono per confermare il Presidente della Repubblica nel suo ruolo terzo: ritengo che metterlo al centro delle contese politiche sia un errore enorme, l’Italia è un paese litigioso e ha bisogno che ci sia un superpartes». E sul cambio della guardia alla guida del Pd, un altro auspicio: «speriamo che il dualismo tra Meloni e Schlein riporti le persone a votare. Due donne, due protagoniste della politica, che non sono arrivate per le quote rosa ma per i loro meriti. E una discontinuità, quella nel Pd, che va gestita con intelligenza e credo che la Schlein ce l’abbia».
Nella grande sala dell’Hotel Europa, location scelta per la presentazione del libro di Casini, esponenti di centrodestra e anche di centrosinistra, storici ma anche attuali. In prima fila l’onorevole Aldo Patriciello, l’ex governatore Michele Iorio, l’assessore regionale Quintino Pallante e gli ex assessore Niro e Calenda, il presidente del Consiglio Salvatore Micone, il sottosegretario Roberto Di Baggio, ma anche i sindaci di Isernia Piero Castrataro, di Venafro Alfredo Ricci e di Termoli Francesco Roberti, la capogruppo Pd Micaela Fanelli e l’assessore dem Ovidio Bontempo. Assente per un’indisposizione fisica il presidente della Regione Donato Toma, in platea pure Stefano Petracca, presidente del Gemelli Molise.
Accanto a Casini nella serata moderata dall’ex presidente dell’Ordine dei giornalisti e caporedattore arai Antonio Lupo, l’amico di sempre Lorenzo Cesa. «Una vita con Pier – ricorda l’onorevole eletto in Molise -: ci siamo conosciuti 50 anni fa a Berlino dove eravamo per un corso di formazione con la Dc. Questo era il modo di iniziare a fare politica, oggi c’è una grande amicizia che è continuata nel corso della vita e non solo in politica. Sono qui a raccontare quello che è successo negli ultimi 40 anni ma non è una roba nostalgica, è una constatazione». E sulle imminenti elezioni regionali in Molise, da parlamentare eletto in regione, Cesa non si sottrae sulle tempistiche. «Dovrebbe esserci un incontro presto, mi auguro ne esca una decisione definitiva sulla questione Molise: non possiamo traccheggiare, c’è un mondo che guarda con attenzione al centrodestra e mi auguro sia in grado di esprimere una candidatura autorevole. Un candidato presidente di centro? Al nostro interno abbiamo personalità importanti, perché no» si lascia sfuggire incalzato dalle domande.
Sul palco anche Giovanni Legnini, originario di Roccamontepiano, ex vicepresidente del Csm, esponente del Pd.
«Quello di Casini è uno spaccato straordinario e di rara efficacia che ci restituisce il senso più profondo della politica, della necessità di recuperare alcuni valori quelli che riguardano la capacità di rappresentare i territori, di farsi interprete dei destini».
E sull’idea (nostalgica per alcuni, percorribile per molti altri) di una reunion tra Abruzzo Molise, Legnini confessa: «da sempre ritengo che farebbero bene ad unirsi, sarebbero regioni più forti e si ricomporrebbe una storia che merita di essere vissuta unitariamente. Sono processi lunghi, rispetto ai quali possiamo formulare auspici. Null’altro».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.