Esattamente un anno dopo l’arresto, che avvenne il 6 aprile del 2022, questa mattina il giudice per l’udienza preliminare tratterà il caso di Domenico Riccio, l’ormai ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Isernia finito ai domiciliari con l’accusa di tentata concussione e assistito dai legali Benedetto Maria Iannitti – avvocato di Piedimonte Matese – e Giuseppe Stellato, che esercita a Santa Maria Capua Vetere.
Un milione di euro: sarebbe stata questa la maxi richiesta di denaro che avrebbe avanzato al commissario giudiziale e, per suo tramite, agli amministratori della Dr Motor Company Srl (società in concordato), per evitare – secondo le tesi dell’accusa – una serie di azioni che avrebbero potuto danneggiare l’azienda.
Le indagini, coordinate dal procuratore Fucci e affidate ad uno dei suoi magistrati, sono state effettuate dal Nucleo investigativo del Comando provinciale di Isernia nonché dall’Aliquota della Guardia di finanza della sezione di P.G. della Procura.
Secondo quanto riscostruito nel corso delle indagini culminate con gli arresti domiciliari di Riccio, l’allora direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate avrebbe richiesto al commissario giudiziale nominato dal Tribunale di Isernia nell’ambito di una procedura concordataria riguardante l’importante gruppo imprenditoriale che, come è noto, si occupa della produzione e della commercializzazione di autoveicoli e, tramite lui, agli amministratori delle società del gruppo, di garantirgli un lauto riconoscimento economico a fronte del suo impegno ad astenersi da una serie di azioni dirette ed indirette in danno delle società, degli amministratori e dello stesso commissario giudiziale, che altrimenti il funzionario dell’Agenzia delle Entrate avrebbe posto in essere.
In cambio l’uomo avrebbe promesso di far ottenere alla società in concordato preventivo importanti vantaggi in termini di riduzione dell’esposizione debitoria verso l’Agenzia delle Entrate.
I fatti, inizialmente denunciati dal pubblico ufficiale, sono stati poi supportati da ulteriori elementi probatori acquisiti nel corso delle successive indagini, anche tecniche. E così, una volta chiarito il quadro e verificati gli estremi della vicenda penalmente rilevante, la Procura ha richiesto al gip l’adozione di una misura cautelare volta ad evitare la prosecuzione o la reiterazione del presunto reato, così da consentire il prosieguo delle indagini senza pericoli di inquinamento delle prove.
Un arresto che fece scalpore, a Isernia e Venafro, città dove Domenico Riccio vive ed è conosciuto come un professionista serio, affidabile, schivo e lontano da una tale metodologia: figlio dell’ex parlamentare Eugenio Riccio, non ha mai suscitato dubbi o rumors che ne abbiano potuto mettere in dubbio l’integrità. Motivo per il quale, l’arresto per tentata concussione con il corollario professionale (prima la sospensione e poi il licenziamento) ha diviso immediatamente l’opinione pubblica.