Tentata concussione, con questa accusa ieri pomeriggio è stato condannato dal gup del Tribunale di Isernia l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Domenico Riccio: due anni e 8 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e dal contrarre con la pubblica amministrazione per l’ex funzionario condannato anche al risarcimento delle parti civili con importo da determinare in altra sede.
Domenico Riccio è stato giudicato con rito abbreviato, istanza avanzata per suo conto dai legali Benedetto Maria Iannitti e Giuseppe Stellato che assistono l’ex direttore e che potrebbero anche decidere di ricorrere in Appello avverso la sentenza.
Al centro dell’inchiesta, ritenuta fondata e provata dal gup, la richiesta da un milione di euro avanzata dall’allora direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate (oggi licenziato) al commissario giudiziale e, per suo tramite, agli amministratori della Dr Motor Company Srl (società in concordato), per evitare una serie di azioni che avrebbero potuto danneggiare l’azienda. Al commissario giudiziale nominato dal Tribunale di Isernia nell’ambito della procedura concordataria riguardante l’importante gruppo imprenditoriale che, come è noto, si occupa della produzione e della commercializzazione di autoveicoli e, tramite lui, agli amministratori delle società del gruppo, Riccio avrebbe chiesto di garantirgli il lauto riconoscimento economico a fronte del suo impegno ad astenersi da una serie di azioni dirette ed indirette in danno delle società, degli amministratori e dello stesso commissario giudiziale, che altrimenti avrebbe posto in essere. I fatti, inizialmente denunciati dal pubblico ufficiale e cioè il commissario giudiziale nominato dal Tribunale, sono stati poi supportati da ulteriori elementi probatori acquisiti nel corso delle successive indagini, anche tecniche, condotte dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Isernia.

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