La mezz’ora canonica di ritardo sull’orario di convocazione del Consiglio comunale è questa volta rispettata: l’assise parte alle 16.30. Puntuali sul ritardo, verrebbe da dire. Ma c’era stato un preciso richiamo in tal senso dal consigliere Di Nuozzo, nel corso del consiglio del 26 aprile. Come a dire: se mezz’ora di ritardo deve essere, che sia precisa.
I lavori partono con la comunicazione della consigliera Filomena Calenda che formalizza il passaggio dal gruppo dell’Udc, partito con il quale è stata eletta, al Gruppo misto. Effetto forse delle interlocuzioni in vista delle prossime elezioni regionali con il coordinatore degli azzurri, il senatore Claudio Lotito.
Qualche scaramuccia tra Raimondo Fabrizio e il presidente del Consiglio in merito all’interrogazione presentata dal consigliere d’opposizione sul famigerato parere secretato, relativamente alle soste a pagamento: l’interrogazione non è tale per il vertice dell’assise consiliare. «Io chiedo l’atto con il quale è stato secretato il parere dei legali sulle strisce blu – avverte Fabrizio -. Spero per voi che ci sia. C’è una delibera, una determina?». Lapidario il presidente Paolino. «L’interrogazione è una domanda, in questo caso lei chiede di poter visionare l’atto».
Si passa all’altra interrogazione relativa al trasferimento delle due classi della San Giovanni Bosco ospitate nell’edificio degli uffici comunali del V Settore. Il consigliere Fabrizio chiede di conoscere i motivi per i quali sia stato adottato tale provvedimento. Risponde, ferma ma pacata, l’assessore Leda Ruggiero. «Già da tempo era intenzione di spostare le classi, stiamo vagliando diverse ipotesi ma la decisione non è stata assunta – le sue testuali parole -. Ci sono delle mamme in Aula, sono disponibile ad ascoltarvi, quando volete io ci sono ma la decisione si rende necessaria perché quell’edificio è destinato ad altri usi e le due classi che saranno trasferite avranno una sistemazione più consona». Si definisce «totalmente insoddisfatto» il consigliere Fabrizio. «Prendiamo atto che la decisione sia stata presa senza interessarsi delle esigenze di bambini e famiglie. – attacca -: siete voi che fate le cose di nascosto, avete distrutto Isernia. Aperti a parlare di cosa con le mamme? Non lo avete nemmeno comunicato, hanno fatto anche pre iscrizioni per l’anno prossimo». Il sindaco conferma la sua massima disponibilità a confrontarsi con le famiglie e le insegnanti ma ricorda che quell’edificio non è nato come una scuola. I bimbi sono finiti lì perché le altre scuole (vere) sono in ristrutturazione.
Terza interrogazione del consigliere Fabrizio sulla vexata quaestio della piscina ed è il primo cittadino a illustrare lo stato dell’arte. Ne aveva già cominciato a parlare nel corso del precedente Consiglio, il 26 aprile.
«Qualche giorno fa abbiamo avuto una interlocuzione con i progettisti – ricorda Castrataro -: il progetto esecutivo è terminato, mancano piccoli dettagli ma resto convinto che sia un’idea nata male. Io non avrei mai dato l’assenso ad un progetto integrato, ad esempio: oggi le risorse necessarie per realizzare la piscina sono superiori a quelle appostate nella scorsa legislatura, circa due milioni e mezzo di euro. La questione era già venuta fuori in fase preliminare, motivo per il quale abbiamo già rinvenuto risorse aggiuntive per 670mila euro con il contributo del Gse (il gestore dei servizi energetici, ndr) per coprire una parte dei costi in più. Il progetto è sbagliato – incalza Castrataro -, non era prevista una parte esterna, l’efficientamento energetico era di poca misura e quindi avrebbe reso ingestibile la gestione dell’impianto. Tutto questo ha fatto crescere i costi: siamo nella fase in cui verificare se sia necessario limare qualcosa o appostare ulteriori risorse. In consiglio affronteremo la questione: con un difetto di uno o due mesi, i lavori potranno partire entro la fine dell’estate. Spero che ad inizio dell’anno scolastico ‘24-‘25, tutti gli isernini possano tornare a nuotare».
L’altro argomento clou dell’assise consiliare è il rendiconto di gestione del 2022. Lo illustra all’aula l’assessore Iannone che si dice soddisfatto dei risultati raggiungi avendo l’amministrazione ridotto notevolmente il disavanzo tecnico di amministrazione.
«Dai 5milioni 400mila euro dell’esercizio 2021 siamo ad un disavanzo di 2 milioni e 400mila euro, il che significa che abbiamo recuperato circa 3 milioni. Un disavanzo venuto fuori nel 2015 e che ammontava a 9 milioni e che prevedeva una copertura in 30 anni. Con il rendiconto che andiamo ad approvare, significa che in un esercizio solo ne abbiamo recuperati 10 di anni. Un’operazione che porterà verso l’avanzo di amministrazione e quindi alla possibilità di poter offrire servizi maggiori». Come illustra Iannone, per arrivare al risultato è stato intanto rideterminato il fondo contenziosi attraverso una verifica a tappeto di quelli pendenti e della valutazione della eventuale soccombenza. In base a tale verifica sono state accantonate le somme corrette e il fondo è stato rideterminato in due milioni di euro. Altri fondi sono stati recuperati attraverso il riaccertamento ordinario dei residui e l’eliminazione dei residui passivi. «Un risultato che possiamo considerare fondamentale, resta da migliorare la capacità di riscossione dell’ente ma gli equilibri del rendiconto sono tutti rispettati. Il Comune non è ente strutturalmente deficitario: ne siamo usciti nel 2021, non appena insediati e abbiamo continuato a rispettare almeno la metà dei parametri previsti dal Ministero. Continuiamo ad avere problematiche su alcuni indicatori, la capacità di riscossione e la sostenibilità del disavanzo ma auspichiamo di recuperare appena usciamo dal deficit tecnico».
L’assessore Iannone rimarca come l’aumento dei costi relativi alle materie prime energetiche sia stato supportato dal Comune senza chiedere soldi ai cittadini, senza alzare le aliquote dei tributi. E sottolinea anche come pesi ancora la carenza di personale, parzialmente sanata anche con l’assunzione a tempo indeterminato del dirigente dell’Ufficio tecnico.
Il consigliere Chiacchiari riavvolge il nastro e ricorda al sindaco le sue parole in Aula. «Lei ha promesso che il bilancio sarebbe stato approvato entro marzo perché avrebbe altrimenti fallito. Approvare un bilancio a maggio (arriverà entro qualche settimana al vaglio dell’assise il bilancio previsionale, ndr) è un messaggio politico sbagliato ma non solo. Ci si trova ad operare in una situazione precaria rispetto a chi lo approva a dicembre. Questo è successo anche a noi – puntualizza Chiacchiari -, abbiamo avuto anche un richiamo dalla Prefettura. Ecco perché quando lei disse quelle parole, io ho sorriso. Mi auguro che la prossima volta venga approvato al massimo entro febbraio, per lavorare con maggiore tranquillità».
Condivide il pensiero, ma senza attacchi o affondi politici, la collega Linda Dall’Olio.
«Abbiamo l’obbligo di ricordarlo ma non per fare un rimprovero. L’entusiasmo del momento fa pensare di essere più bravi, più capaci e più veloci ma poi, quando si vede il lavoro da fare, le tempistiche non sempre possono essere rispettate come vorremmo. Siamo stati fortemente criticati, ma probabilmente abbiamo avuto lo stesso tipo di problema. Per quanto riguarda il rendiconto 2022, l’assessore è sempre puntuale nella sua relazione ma si chiude 0 a 0: quando non si programma granché, si risparmia. Come quando uno deve fare la spesa e non la fa. Ovvio che si risparmi ma non hai la spesa… Vedremo la nuova programmazione e capiremo se questo rendiconto si è chiuso in modo da agevolare una programmazione migliore per il futuro».
Rimarca il grande lavoro fatto in Commissione il consigliere Umberto Di Giacomo, che stigmatizza le troppe assenze delle minoranze negli organismi.
È il sindaco Castrataro a chiudere la discussione sui conti, con un colpo di scena che spiazza anche la minoranza. Perché pubblicamente prende in carico le responsabilità, nel bene e nel male.
«Non ho timore di dire che ho fallito, se il bilancio previsionale arriverà a metà maggio vuol dire che il sindaco non ha fatto bene il proprio lavoro. Si possono trovare tutte le scuse – spiega il primo cittadino -, ma chi comanda la baracca si deve prendere le responsabilità: si poteva fare di più, meglio e in maniera più veloce ed è vero che alcune cose sono state sopravvalutate. E nonostante gli sforzi fatti anche in giorni di festa, non sono bastati a fronte di situazioni molto complicate. La responsabilità me la prendo tutta, come l’impegno che non accadrà il prossimo anno: ma se non faremo il bilancio nei tempi, la responsabilità sarà anche dei dirigenti che risponderanno in solido. L’ho già detto loro, lo ripeto qui davanti. Questo Comune va avanti grazie alla volontà di tutti, anche di chi ci lavorava, ci lavora e ci lavorerà domani, I veri custodi del funzionamento sono loro, a noi tocca metterli nelle condizioni di lavorare il meglio possibile».
Il rendiconto passa con venti voti a favore, due contrari e cinque astenuti. All’unanimità passa, invece, l’ampliamento dell’insediamento produttivo a Le Piane.
Un argomento, come ricorda l’assessore Ovidio Bontempo, arrivato all’attenzione del Comune nel 2018 ma un anno fa l’esigenza di approfondimenti rispetto ad alcune criticità emerse ha dilatato i tempi del lavoro condotto con grande scrupolo dalle strutture comunali e dalle commissioni consiliari competenti.
«Oggi l’Aula è nelle condizioni ottimali per potersi esprimere, sono venute meno le criticità che avevano impedito la prosecuzione del procedimento» conferma l’assessore Bontempo.
Dalla minoranza, con gli interventi di Di Luozzo, Chiacchiari e Dall’Olio, la considerazione comune che i tempi siano stati effettivamente lunghi ma che finalmente si sia arrivati alla conclusione di un procedimento che nei fatti si sostanzia con nuove opportunità di lavoro.
Caustico, as usual, Giovancarmine Mancini. «Ricordo – polemizza all’indirizzo del sindaco – che quelli della sua parte politica davanti ai colossi e ai potenti non hanno chiuso un occhio ma tutti e due, dando l’ok a situazioni ben più gravi e pesanti in campo di impatto ambientale. Da adesso, quindi, una linea comune anche nei confronti dei piccoli imprenditori che con tanti sacrifici vogliono investire»
Il provvedimento passa con 27 voti favorevoli, zero contrari e zero astenuti.
ls

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