Cambiare tutto, ma sul serio e per davvero. Per parlare della disastrata sanità del Molise, il candidato presidente del fronte progressista, Roberto Gravina, ha scelto Isernia. Una città simbolo, nei fatti. Con il suo ospedale – il Veneziale, a servizio di tutta la provincia, circa 80mila persone – che racconta, ogni giorno e forse più di altri, le tante difficoltà: reparti dove i medici fanno i salti mortali per poter assicurare le cure e quel diritto costituzionalmente garantito che sembra essere solo ‘su carta’.
Un ospedale dove i tagli, progressivi e costanti, hanno sensibilmente ridotto il numero dei posti letto, dove i reparti si reggono sulle prestazioni aggiuntive, dove mancano i medici e si bloccano i ricoveri (come è accaduto qualche mese fa in Psichiatria), dove si è costretti a prendere decisioni che hanno effetti sui pazienti quando si possono garantire solo gli interventi urgenti.
Sceglie il fronte caldo, anzi bollente, Roberto Gravina che ieri, nel corso di un incontro con la cittadinanza, ha annunciato: cambiamo tutto, dati e fatti hanno già bocciato il centrodestra.
«Cambiare è doveroso ripartendo dal territorio, dal rinnovamento dell’Asrem, dal personale quindi dall’attrattività della nostra sanità» il ragionamento del candidato presidente della Regione Molise che ha presentato i punti programmatici riguardanti la salute dei cittadini molisani nel corso di una conferenza stampa nel comitato elettorale di corso Garibaldi.
«Il Molise ha bisogno di una svolta netta – ha incalzato Roberto Gravina -. I numeri e lo stesso ministro Schillaci hanno confermato l’incapacità del centrodestra di amministrare la Sanità. La Regione è ultima nell’utilizzo di fondi statali per investimenti negli ospedali pubblici, ultima nell’utilizzo dei fondi per il recupero delle liste di attesa e non ha mai fatto richiesta dei fondi pur disponibili per l’edilizia ospedaliera. Intanto, dello stesso centrodestra – l’attacco del candidato del fronte progressista – restano gli annunci spot sul superamento del Decreto Balduzzi e sulla firma di un decreto Molise. L’unica certezza riguarda ciò che definiscono ‘spalma debiti’, un macigno che già pesa sulle generazioni future, utile solo a tentare di chiudere il bilancio regionale».
Gravina e la coalizione che lo sostiene hanno una ricetta diversa. Ed è proprio il candidato presidente del fronte progressista a illustrarla. Partendo dalla prevenzione, il primo step che ha un valore indispensabile. E poi la medicina territoriale, l’integrazione socio-sanitaria, la rivisitazione degli accordi con i privati, la riorganizzazione dell’azienda sanitaria regionale.
«L’altra storia che stiamo scrivendo – ha spiegato – prevede che il luogo fondamentale in cui prevenire la malattia e curare il malato sia il territorio. La prevenzione primaria, se realizzata con competenza ed intelligenza, può migliorare la qualità di vita di una delle popolazioni più anziane d’Italia e apportare un notevole risparmio della nostra spesa sanitaria. Un modello innovativo di integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali rappresenta la vera soluzione per le molteplici vulnerabilità esistenti.
L’ospedale pubblico – è la cura che propone Gravina – dovrebbe essere invece un luogo di eccellenza. Questa è la filosofia, il pensiero, la politica che per noi guida l’organizzazione del sistema sanitario, avendo dinanzi a sé scelte precise. Ad esempio, un serio intervento sulla quantità e sulla qualità del personale medico, un nuovo equilibrio fra sanità pubblica e sanità privata, la realizzazione delle Case della Comunità come pilastro di un sistema sociale e sanitario che previene la malattia, prende in cura il cittadino malato e lo accompagna in tutto il percorso sanitario. Proprio le Case della Comunità, infatti, sono la condizione fondamentale perché l’ospedale possa essere una struttura di eccellenza».
Definito il contesto, Gravina ha poi rilanciato gli interventi concreti da mettere in campo sulle priorità.
«Costruiamo una rete dell’emergenza interamente pubblica con garanzia di tempi certi e disponibile h24. Potenziamo il servizio di trasporto di emergenza 118 anche tramite l’incremento delle risorse finanziarie. Definiamo un piano per ridurre le liste di attesa e per riequilibrare le prestazioni in intramoenia. Ridefiniamo il rapporto tra sanità pubblica e privata sia in termini di posti letto che di budget assegnato, in ottica collaborativa tramite nuovi contratti con le strutture private accreditate e accordi di confine.
Ma i nostri ospedali pubblici devono avere tutti una dignità e una funzione in base alle necessità del territorio – l’impegno del candidato presidente del fronte progressista -: le strutture di Campobasso, Isernia, Termoli, Venafro, Larino e Agnone devono garantire cure adeguate a tutti e in qualsiasi momento. A sostenere questo sistema devono esserci un Cup unico regionale per seguire i flussi di cassa, un fascicolo sanitario elettronico potenziato e un atto aziendale con protocolli di gestione puntuali circa il trattamento delle patologie tempo dipendenti.
E poi, ricostruiamo l’Asrem: riduciamone i costi, monitoriamo appalti e affidamenti. L’azienda sanitaria va rilanciata tramite borse di studio per specializzandi, innovazione tecnologica, possibilità di carriera per i medici secondo i meriti, una unità speciale di reclutamento del personale, servizi e manutenzione internalizzati, controllo su spese legali e manutenzione ordinaria. Quindi liberiamo risorse a favore della comunità, superiamo il commissariamento e ripianiamo il disavanzo tramite un negoziato istituzionale Regione-Province-Comuni.
È il momento – la stoccata di Gravina – che Stato e Regioni si accollino l’intera quota per gli utenti extraregionali, destinando i circa 50 milioni di euro di budget regionale e relativi posti letto alla cura dei pazienti molisani. Ai cittadini chiedo di seguirci, di informarsi, di credere in una nuova sanità slegata dagli interessi di parte e aperta al bene di tutti».