Cinque punti in meno rispetto al giorno della sua elezione per il sindaco Piero Castrataro nella consueta classifica sul gradimento dei sindaci pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Ma il primo cittadino (che nell’infografica reca i simboli centrosinistra e Movimento 5 Stelle, caso unico) resta saldamente a metà classifica e appena sotto la media del gradimento.
Questa la domanda alla quale il campione di isernini ha dovuto rispondere, dando un giudizio complessivo sull’operato del sindaco. «Se domani ci fossero le elezioni comunali, lei voterebbe a favore o contro l’attuale sindaco?»
Allora, era il 2021, il gradimento si attestò al 58,7%. Oggi, per il sindaco Castrataro, il 53,5% degli isernini ha detto ancora una volta sì. E, come detto, la media del gradimento per gli 87 amministratori censiti si ferma al 53,7%.
Come spiegano sulle pagine dell’autorevole quotidiano economico, in generale i primi cittadini hanno gradimenti elevati e per scendere sotto il 50%, infatti, si deve scivolare alla 74esima posizione.
«La competizione – spiega, dalle colonne de Il Sole, Gianni Trovati – si gioca su un livello medio di apprezzamento decisamente più alto: salvo eccezioni, in pratica, i sindaci sono tendenzialmente promossi a voti più o meno pieni dai propri cittadini e la nuova edizione del Governance Poll conferma che questa tendenza si consolida. In media, gli 87 amministratori censiti, in un esame che esclude i vincitori delle elezioni comunali della scorsa primavera e le città dove i sindaci non sono in carica, ottengono un robusto 53,7% di gradimento.
Significa che abitualmente nelle città più della metà dei potenziali elettori ha un giudizio positivo del sindaco in carica. In questi numeri si legge la forza storica dell’istituzione municipale, aiutata da un quadro istituzionale che a differenza di quanto accade per i Governi nazionali assicura alle amministrazioni locali una stabilità politica utile a spingere l’azione amministrativa su un orizzonte un po’ più ampio della stretta attualità.
E in questa chiave si possono leggere anche i primi frutti del Pnrr che, in chiave locale, ha innescato un protagonismo diffuso e testimoniato dalla corsa dei bandi (52mila a giugno), delle assegnazioni (ai Comuni è stato distribuito il 91% dei fondi contro il 46% delle altre amministrazioni) e investimenti (i pagamenti quest’anno arriveranno a 14,1 miliardi, il 21% rispetto al 2022).
La lezione a saperla leggere è chiara: i sindaci quando entrano in carica hanno davanti una prospettiva decennale e quindi colgono l’opportunità di un piano strutturale come il Pnrr che rischia invece di restare in ombra nella battaglia quotidiana che ha fin qui caratterizzato la vita di quasi tutti i governi nazionali della cosiddetta Seconda Repubblica».
Un altro aspetto messo in rilievo riguarda il profilo ideale di sindaco richiesto dalla popolazione.
«In generale si può affermare che nel giudizio della comunità cala il pregiudizio dell’appartenenza politica. Chi governa – scrive Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi – – è valutato più per l’attività amministrativa che per il partito cui appartiene. E l’esempio del sindaco Sala è illuminante. Schierato politicamente con il centrosinistra ma non ha particolarmente caratterizzato la sua amministrazione con provvedimenti ideologici». Ergo, «sembra venga percepito come difensore di tutta l’opinione pubblica per le sue azioni, indipendentemente dalle ideologie, e portatore degli interessi degli stessi cittadini. Fattori prevalenti che decretano il consenso». »