Difficile pensare che non avrebbe preso tutta la scena: il dentino esposto nel Museo nazionale del Paleolitico ha sbaragliato l’agguerrita (e anche imponente) concorrenza e ha vinto. E così ieri mattina, per celebrare il fossile vincitore del Molise nell’ambito dell’iniziativa «Fossili Regionali» promossa dalla Società Paleontologica Italiana (Spi), è stata consegnata una targa al Museo che lo ha accolto con gli onori che merita. I risultati dell’iniziativa sono stati presentati un mese fa, nel corso della XXIII edizione delle Giornate di Paleontologia – i Paleodays – tenutasi a Lecce dal 7 al 9 giugno.
Ieri mattina la consegna della targa che certifica come il fossile del Molise più votato sia stato proprio quel dentino che racconta una storia incredibile: c’erano il direttore della Direzione regionale Musei Molise, Enrico Rinaldi, il direttore del Museo nazionale del Paleolitico, Annarosa Di Nucci, i professori Carlo Peretto e Benedetto Sala, la dottoressa Julie Arnaud dell’Università degli Studi di Ferrara e i referenti regionali della Società Paleontologica Italiana per la regione Molise, il dott. Luca Bellucci del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze e il dott. Fabio M. Petti della Società Geologica Italiana.
Nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della Spi Palaeontologist in Progress e il Consiglio Spi, e preparata con l’aiuto di numerosi paleontologi italiani, l’iniziativa «Fossili Regionali» si è proposta di favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico del paese attraverso la selezione di un fossile simbolo per ogni regione italiana.
Il fossile più votato del Molise è stato il dentino rinvenuto nel sito archeo-paleontologico di Isernia La Pineta appartenuto a Homo heidelbergensis, antenato dell’Uomo di Neanderthal, e riferibile a circa 600 mila anni fa (Pleistocene Medio). Rappresenta ad oggi il fossile umano più antico rinvenuto in Italia e, grazie ad un recente studio multidisciplinare sulla composizione dello smalto del dente, è stato possibile mettere in evidenza che durante le fasi di formazione dello stesso smalto, avvenute nell’utero, la madre del bambino sia rimasta nelle vicinanze dell’area.
Un dato che permette di affermare per la prima volta che, almeno per la fase di gestazione, la mobilità del suo gruppo umano era ridotta.
Gli altri candidati fossili del Molise per questa iniziativa sono stati un palato di elefante antico (Palaeoloxodon antiquus) con molari, un neurocranio di bisonte di Schoetensack (Bison schoetensacki), un cranio intero di rinoceronte di Hundsheim (Stephanorhinus hundsheimensis) e, infine, un canino inferiore di Ippopotamo Antico (Hippopotamus antiquus). Tutti questi fossili sono stati rinvenuti, come il dente di Homo, nel sito di Isernia La Pineta che rappresenta un sito di fondamentale importanza per la ricostruzione degli ecosistemi continentali del Pleistocene Medio e sono attualmente esposti nel nuovo prestigioso allestimento del Museo Nazionale del Paleolitico.

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