Spirano venti di crisi nell’amministrazione Castrataro? Il gesto eclatante della capogruppo del Movimento 5 Stelle, Elvira Barone, che nel corso del consiglio comunale del 10 agosto ha rimesso le deleghe che le aveva assegnato il sindaco in aperta polemica non solo con il primo cittadino ma anche e soprattutto con l’assessore al verde e parchi urbani – che è esponente del M5s – farebbe presupporre che le acque in maggioranza (e anche nel gruppo pentastellato) non siano proprio tranquille.
Non c’è solo la posizione della consigliera Barone ad alimentare i venti di crisi. L’atmosfera politica si sarebbe surriscaldata da qualche settimana quando sembra siano giunte all’attenzione del sindaco alcune richieste – ovviamente legittime – tese alla rimodulazione dell’assetto di giunta. Sulla graticola sarebbe finito dapprima l’assessore Domenico Di Baggio ma l’allarme, come si apprende da fonti beneinformate, sarebbe rientrato. Ma il caso resta aperto: ci sarebbero pressioni sul sindaco per procedere alla sostituzione di uno dei due assessori esterni. E che quelle nomine non siano andate giù a molti esponenti eletti – con i voti degli isernini – non è di certo uno scoop. Si avvicina il giro di boa, del resto, anche se non è propriamente dietro l’angolo: il presidente del Consiglio comunale Paolino – allo scadere dei due anni e mezzo e quindi più o meno a dicembre prossimo – dovrà lasciare lo scranno al dem Sardelli e potrebbe diventare l’occasione per chiedere la revisione dell’esecutivo, soprattutto alla luce delle richieste che provengono da alcuni pezzi di maggioranza (eletti, quindi) che lamenterebbero di essere marginali rispetto all’azione amministrativa.
Ed è questo il vulnus che Elvira Barone ha evidenziato quando, a sorpresa, ha rimesso nelle mani del sindaco le deleghe che le aveva assegnato. Il consigliere delegato ha, nei fatti, poco margine di azione ma è figura di supporto: le materie delle quali la capogruppo 5s si è occupata sono alcune di quelle che fanno parte del Dna del Movimento (tutela del verde, valorizzazione biodiversità e aree protette) e che nei fatti prevedevano uno stretto raccordo con l’assessore competente, Vittorio Monaco. Anima storica del Movimento.
Quindi un primo problema, a ben guardare, è tutto interno al Movimento. Anche perché, come Primo Piano ha riportato nella cronaca del consiglio che si è tenuto giovedì pomeriggio, in occasione della votazione per il rinvio del ‘caso Falcione’, i due consiglieri 5 Stelle hanno espresso posizioni totalmente diverse: Barone era favorevole al rinvio della votazione che avrebbe sancito l’incompatibilità del collega, Bottiglieri al contrario avrebbe voluto che si votasse subito (come la collega Sara Ferri). E che in un gruppo di sole due persone, che fa parte di una maggioranza, ci siano due votazioni così diverse è un sintomo da non sottovalutare, politicamente.
Il secondo problema, di pari rilevanza, risiede nel rapporto della consigliera con il sindaco, accusato di scarso confronto e poca condivisione con la maggioranza. E anche questo, politicamente, non è un buon segnale.
Consigliera Barone, lei non ha fatto mistero in recenti occasioni di avere un’idea diversa sul modus operandi adottato dal sindaco in merito a specifici provvedimenti. Inconsueto, in effetti, che una esponente della maggioranza debba presentare interrogazioni, mozioni. Insomma atti che sono appannaggio delle opposizioni…
«Io non sono lì per alzare il braccio o pigiare un tasto, in genere provo ad esporre le mie tesi prima di arrivare in Aula. Da due anni porto avanti alcune tematiche che non sono ‘mie’ in quanto consigliera ma che sono espressione dei bisogni della comunità che mi ha votato e mi ha portato in Comune. Ma purtroppo sono costretta a presentare interrogazioni, mozioni. Manca il confronto, manca la condivisione, a me è mancato perfino l’essere informata di azioni che invece avrei dovuto sapere proprio in relazione a quelle deleghe. E il sindaco, quando tenta di smentire la mia posizione, si contraddice perché conferma che le azioni messe in campo non mi sono state mai comunicate affinché io potessi partecipare, rendermi conto, essere di supporto».
Il suo è un atto di sfiducia nei confronti del sindaco?
«No, io vorrei che la mia decisione sia da pungolo. Vorrei che consentisse a tutti di ragionare in maniera diversa, aprendosi al confronto e alla condivisione dei temi, delle progettualità, delle azioni da porre in essere. Il mio, a dire il vero, è più un atto di sfiducia verso l’assessore Monaco, eletto con i 5 Stelle e che si sta comportando in maniera del tutto diversa da quelli che sono i valori del Movimento. Che sono la condivisione e la trasparenza, dentro e fuori. Il problema è che non vengo ascoltata, non vengo coinvolta. Sulle tematiche ambientali non si è fatto nulla. Dopo le interrogazioni nulla è cambiato. E allora che senso ha che io mantenga quelle deleghe?»
Una posizione fortemente critica che presuppone lei possa lasciare il Movimento.
«Sono stata eletta con i 5 Stelle, sono in maggioranza e continuerò le mie battaglie con la mia posizione critica. Continuerò come ho sempre fatto, votando secondo coscienza. Spero che il mio gesto sia di stimolo per il sindaco, sia recepito per quello che è: la richiesta di un maggiore coinvolgimento delle forze di maggioranza, di una condivisione vera e di un confronto continuo con i consiglieri eletti. Doti che mancano al sindaco e anche all’assessore Monaco».
ls