L’ospedale Veneziale ancora (e ormai da troppo tempo) ostaggio della cronica carenza di personale medico.
L’ultima notizia in ordine di tempo, dopo lo stop alle attività pomeridiane del reparto di Otorinolaringoiatria fino al 25 agosto, riguarda la Cardiologia.
Stesso destino: ambulatori sono stati chiusi e le prenotazioni rinviate, non è chiaro fino a quando però in questo caso.
Il problema è sempre lo stesso e, alla luce del bando andato deserto e di cui si è avuta notizia solo ieri, sembra assai difficile che possa essere risolto in tempi brevi: pochi medici, difficoltà ad organizzare i turni e di conseguenza le attività erogate devono essere rimodulate.
«L’ormai cronica carenza di medici, costretti a turni massacranti per garantire l’intera organizzazione del reparto, ha imposto uno stop alle attività ambulatoriali e l’interruzione delle prenotazioni – commenta il sindaco Castrataro -. Gravissime, ovviamente, le conseguenze per gli utenti. Una storia che si ripete e che parla di totale disattenzione, da parte delle Istituzioni preposte, alla drammaticità in cui versa il nosocomio pentro, punto di riferimento per migliaia di cittadini, anche di fuori regione».
In servizio ci sono cinque medici, di questi tre sono turnisti. Ed è matematicamente impossibile che possano riuscire a coprire le attività del reparto e quelle ambulatoriali soprattutto in un momento come quello estivo quando tutti hanno (o meglio avrebbero) diritto a qualche giorno di riposo.
«La campagna elettorale è finita – rimarca il primo cittadino di Isernia -. Il Molise ha un nuovo governo regionale. È tempo che si metta al lavoro dando priorità assoluta ad un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti e che mina, pericolosamente, la salute dei nostri cittadini.
Purtroppo pochi i cambiamenti tra i principali attori della classe dirigente regionale eletta lo scorso giugno, questo è uno dei principali banchi di prova per un’immediata inversione di tendenza».
Al momento viene garantita l’assistenza nel reparto mentre le attività ambulatoriali sono state sospese vista l’impossibilità di ‘turnare’ con il personale ridotto all’osso.
Ovvio che questa decisione si ripercuota sull’assistenza sanitaria che viene di fatto negata ad un bacino di possibili utenti che – visto il periodo estivo – è numericamente più corposo del solito. L’ospedale Veneziale copre il territorio della provincia che conta, normalmente, poco meno di 80mila abitanti e che d’estate vede aumentare esponenzialmente i residenti.
Ma è solo l’ultimo caso di una situazione che ormai è sempre uguale: cambiano i reparti ma il risultato è identico. Carenze croniche al Pronto soccorso, mai risolte. E poi le decisioni che giocoforza si sono dovute assumere in questi mesi: dalla Psichiatria – che nei mesi scorsi ha dovuto bloccare i ricoveri, dirottandoli al Cardarelli di Campobasso per poter espletare i servizi ambulatoriali e territoriali – al reparto di Otorinolaringoiatria – che per mancanza di medici e infermieri resta aperto solo di mattina fino a venerdì 25 agosto. Ora la Cardiologia. Ultimo anello di una catena che ormai rischia di spezzarsi da un momento all’altro.

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