Anche una delegazione dell’amministrazione comunale di Isernia parteciperà alla 729esima Perdonanza Celestiniana domani all’Aquila. Ne faranno parte la vicesindaca Federica Vinci, l’assessore alla Cultura Luca De Martino e i consiglieri comunali Umberto Di Giacomo e Paolo Fava, accompagnati dai vigili urbani con il gonfalone municipale.
All’interno del corteo aquilano, sfilerà anche un gruppo storico isernino, in costume d’epoca, organizzato dalla Proloco e coordinato da Emilia Vitullo. Ci sarà, inoltre, una rappresentanza dell’associazione “Il merletto d’Isernia – L’arte nelle mani”, con lavori al tombolo dedicati a Celestino V.
«Oggi il fuoco della Perdonanza viene acceso non solo al centro della nostra città, ma anche nel cuore del mondo», ha detto il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, in occasione della cerimonia di apertura della Perdonanza che si è svolta il 23 agosto nel capoluogo abruzzese.
«Si tratta di un fuoco ‘sacro’, perché suscitato dallo Spirito – ha aggiunto – e, come a Pentecoste, anch’esso si moltiplica in tante fiamme ‘individuali’, che, mantenendo la loro ‘appartenenza’ alla stessa Fonte, provocano l’effetto-unità: infatti, pur agendo ‘al singolare’ promuovono la formazione del ‘Noi-fraterno’, generando nelle menti e nei cuori la ‘passione’ per la Comunità concorde. Il fuoco, nella prospettiva biblica, ha la funzione di purificare dalle incrostazioni e restituire ciò che è nobile e prezioso alla sua bellezza: per questo si afferma che l’oro si prova nel crogiolo. Chiediamo, con tenacia, la grazia che vengano gettate e consumate nel fuoco del Perdono le ‘scorie nocive’ delle inimicizie – ancora le parole di Petrocchi – e siano sanati gli atteggiamenti ostili, a livello relazionale e universale. Invochiamo l’Onnipotente affinché vengano dissolte le cause delle guerre: sia quelle che incendiano molti luoghi nel pianeta (in particolare, pensiamo alla vicina Ucraina), come le conflittualità ‘microscopiche’, ma distruttive, che si attivano nelle famiglie e nei rapporti interpersonali. Va sottolineato – ha concluso – che le opere di carità, spirituale e materiale, hanno un versante ecclesiale, ma anche sociale: per questo sono pure ‘pubbliche virtù’. Mentre ciò che impoverisce o nega questi dinamismi produce patologie: etiche e collettive. Nella misura in cui, in sintonia con il ‘dettato’ di Papa Francesco, L’Aquila sarà ‘Capitale del Perdono’, diventerà pure, allo sguardo del mondo, esposizione di una città integralmente ‘ricostruita’ e di una comunità felicemente risorta».
Alla cerimonia ha partecipato anche il sottosegretario alla Cultura Giammarco Mazzi intervenuto poco prima dell’accensione del braciere, sul palco allestito a Collemaggio.
«La Perdonanza ha un significato importantissimo – ha detto – prima di tutto storico in quanto festa sacra, ma soprattutto moderna e attuale, in quanto trasmette dei valori non consueti, non frequentati come il perdono che è alla base della misericordia. Non voglio addentrarmi in un ragionamento spirituale, perché c’è chi più di me può farlo – ha proseguito – ma è significativo che questo valore venga trasmesso qui davanti questa basilica, valorizzata a mio avviso in maniera importante da questo allestimento».
Non concorda con lui, invece, il suo più celebra collega sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che ha ingaggiato un botta e risposta col sindaco della città (entrambi di centrodestra) proprio sul palco allestito davanti a Collemaggio: mai più perché pregiudica ai visitatori «la spettacolare visione della facciata», ha tuonato il critico d’arte; il primo cittadino ha replicato spiegando che la «facciata della basilica è perfettamente visibile»
Tornando all’apertura della 729esima Perdonanza, con Mazzi, già presente alla conferenza introduttiva nella sede del ministero della Cultura a Roma, sono intervenuti anche il sindaco Pierluigi Biondi, il vicepresidente della Regione Emanuele Imprudente e il presidente della provincia Angelo Caruso.

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