La vicenda – datata – del Centro diurno per i pazienti Alzheimer ha subito una decisa accelerazione in queste ore: l’associazione «Non ti scordar di me», infatti, che aveva chiesto un incontro al presidente della Regione Molise a margine della sua elezione, ha ricevuto ieri un riscontro ed è stata convocata in Giunta regionale a Campobasso per il prossimo 6 settembre a mezzogiorno.
Insomma, il presidente Roberti – con una tempistica assai diversa rispetto a quella che ha contraddistinto la vicenda in questi ultimi quattro anni – ha recepito l’appello che arriva dalle famiglie dei pazienti Alzheimer, sprovviste di un punto di riferimento vitale – a differenza di Campobasso e Termoli – dimostrando una sensibilità e una attenzione diversa nei confronti delle istanze che provengono dal territorio della provincia.
Solo grazie alla disponibilità e all’impegno del sindaco Castrataro e dell’assessore alle Politiche sociali Leda Ruggiero, è stato possibile avere una sede per il Caffè Alzheimer, un primo passo importante ma che di fatto non può e non deve sostituire quello che invece il Centro diurno rappresenta.
Probabilmente il presidente Roberti ha aspettato di chiudere la partita relativa alla nomina del nuovo direttore generale dell’Asrem per convocare il presidente dell’associazione Bruno Esposito che gli ha scritto chiedendo di incontrarlo: l’azienda sanitaria regionale, del resto, ha un ruolo dirimente in questa vicenda visto che il Centro diurno dovrà essere accreditato ed è l’Asrem che gestirà il Fondo nazionale per l’Alzheimer e le demenze.
La sede dove – si spera – potrebbero partire le attività dovrebbe essere quella individuata dal Comune di Isernia nella zona dell’Acqua Sulfurea, nell’edificio che ospitava gli uffici comunali del V Settore.
Provvista, ovviamente, delle indispensabili certificazioni antisismiche e già oggetto – si apprende da fonti beneinformate – di un sopralluogo dei tecnici Asrem che avevano a sorpresa bocciato la prima proposta avanzata dall’amministrazione Castrataro e cioè i locali a piano terra (e provvisti di giardino) di Palazzo De Baggis.
Una bocciatura che è avvenuta dopo numerose visite nella struttura, dopo gli accordi presi per i lavori necessari ad ospitare i pazienti Alzheimer (come l’ascensore che avrebbe dovuto collegare il piano terra con il primo e che sarebbero stati a carico del Comune) e dopo aver messo nero su bianco, nel decreto del commissario ad acta, il trasferimento della sede del Centro diurno da Venafro a Palazzo De Baggis.
Da allora ad oggi nessuna notizia tranne che, fortunatamente, l’attivazione del Caffè Alzheimer che, come riportato ieri su queste colonne, resterà in via Umbria, nella sede concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune all’associazione e dove a brevissimo riprenderanno le attività per pazienti e care givers grazie al sostegno di tanti professionisti che, volontariamente, hanno messo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per supportare chi soffre di questa patologia (l’ultima stima parla di circa 600 persone in tutta la provincia, con livelli della malattia ovviamente differenti) e chi si prende cura di loro, molto spesso figli e figlie che hanno bisogno però di strumenti per poter affrontare quello che è un vero calvario.
C’è ovviamente molta attesa fra le famiglie dei pazienti che aspettano risposte certe e, soprattutto, l’attivazione del Centro Diurno.

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