Due anni da sindaco di Isernia. Piero Castrataro, professionista e imprenditore con successi e soddisfazioni fuori regione, lo rifarebbe? Di candidarsi intendo.
(sorride) «Altre mille volte. Lo dico di getto, perché non ho nessun dubbio al riguardo. Sorrido solo perché è una domanda che mi pongono in tanti. Soprattutto nelle giornate “ingarbugliate”, la maggior parte a dire il vero. C’è sempre un’urgenza da affrontare, un’emergenza da gestire, ma il bello è anche questo: la dinamicità, lo stimolo di nuove sfide, degli obiettivi da raggiungere, dei problemi da risolvere, delle risposte da dare ai cittadini. E questa resta la mia priorità. Dare risposte ai cittadini. Quando ci riesco, mi sento appagato. Certo, non tutto arriva subito, talvolta, spesso, i tempi della burocrazia non consentono soluzioni immediate, me ne rendo conto, ma impegno, dedizione ed entusiasmo non mancano. Non sono mai venuti meno in questi due anni. Qualche momento di sconforto sì, non posso negarlo, quando le cose non girano come dovrebbero, ma lo spirito battagliero di chi vuole fare bene per la comunità, quello, non si è smosso di una virgola. Quindi, la risposta alla sua domanda è un sì deciso: lo rifarei, forse ancor più di prima, perché in questi due anni ho toccato con mano i bisogni della cittadinanza e sento che, insieme, con il contributo di ciascuno, lo stile di città che ho sempre immaginato per la mia Isernia può realizzarsi. Questo pensiero vale più di ogni altra cosa e mitiga anche qualche errore che, giocoforza, si commette quando si lavora».
Siamo quasi a metà mandato, un primo bilancio amministrativo si può tracciare. Dell’idea di città proposta agli isernini cosa è stato realizzato?
«Mi aggancio a quello che dicevo prima. La visione di città che avevo quando mi sono candidato non è cambiata. Gli obiettivi da raggiungere sono molto chiari. In questi due anni abbiamo lavorato moltissimo. Alcune cose sono visibili, altre meno, ma tutte vanno nella direzione di assicurare, da un lato, servizi più efficienti alla cittadinanza e, dall’altro, mettere in campo azioni per la realizzazione di progetti di più ampio respiro per il futuro, sotto il profilo urbanistico, economico, sociale e culturale. Siamo partiti con un debito milionario sulle spalle che stiamo velocemente ripianando, senza incidere sulle tasche degli isernini che non hanno subito aumenti di imposte, anzi, in alcuni casi sono state ridotte. Siamo usciti dalla condizione di Ente strutturalmente deficitario, abbiamo rimpolpato la macchina amministrativa con oltre 40 assunzioni, tra personale a tempo indeterminato e determinato. Questo vuol dire maggiori e migliori servizi per i cittadini. A proposito di servizi, il Comune ha acquistato, con risorse proprie (dalla Regione non è arrivato neanche un centesimo, hanno destinato tutto al trasporto extraurbano), tre autobus, l’ultimo è in arrivo, per tamponare l’emergenza legata ai mezzi, ormai vetusti, in circolazione. Ma non è tutto. Stiamo incrementando la raccolta differenziata porta a porta, fino ad estenderla all’intero territorio comunale. Portiamo avanti cantieri sugli storici edifici scolastici cittadini; abbiamo programmato massicci interventi sugli impianti sportivi, con gare già affidate ed altre in corso di affidamento; siamo presenti nel sociale, ambito per noi prioritario al quale abbiamo destinato ingenti risorse. Sono tantissime le cose da raccontare e sarebbe impossibile citarle tutte su queste pagine».
Investimenti ma anche manutenzione ordinaria, che in una città è anche più apprezzata dai residenti perché più percepita.
«Fatte salve le iniziative che ho appena citato, confermo che il tema dell’ordinaria manutenzione è giustamente molto sentito e che qualche difficoltà, soprattutto all’inizio, l’abbiamo incontrata. Alcuni problemi sono stati prontamente affrontati, altri persistono, principalmente a causa delle esigue risorse da destinare alle spese correnti (a differenza degli investimenti per opere più corpose) e dovuti anche alla carenza di addetti alla manutenzione ordinaria della città. Diciamo che alcune emergenze ci hanno imposto di fare delle scelte che, seppure necessarie, hanno ridotto le risorse da destinare ad altri servizi. Per fare un esempio concreto: per l’acquisto degli autobus di cui parlavo prima (che non era rinviabile), sono state spese somme che potevano essere destinate a piccole manutenzioni e decoro urbano. Detto questo, la totale fuoriuscita dalla condizione debitoria ci aiuterà a colmare le lacune consentendoci di destinare maggiori risorse al settore e dedicarci al rifacimenti di strade, marciapiedi e manutenzione del verde urbano».
La sanità resta la nota più dolente nell’offerta dei servizi nella sua città e nell’hinterland. Come le sembra l’interlocuzione con il nuovo presidente della Regione, la struttura commissariale e la nuova governance dell’Asrem? E quale l’obiettivo che lei si propone?
«L’interlocuzione c’è ed è doverosa per il bene della comunità, ma l’emergenza è reale e necessita di risposte in tempi rapidi. Capisco che gli organismi citati si sono insediati da poco, ma ai cittadini, finora abituati alle sole promesse, servono azioni risolutive in un comparto, quello sanitario, di vitale importanza. La preoccupazione è forte, specie a cospetto di una classe dirigente in gran parte composta dagli stessi protagonisti che ci hanno consegnato la drammatica situazione in cui ci troviamo. L’annunciato sostegno al Molise da parte del Governo centrale non fa che mettere in evidenza l’incapacità dei precedenti amministratori regionali, sempre di centrodestra, responsabili della pesantissima situazione debitoria della Regione. Intanto gli onesti cittadini vengono ulteriormente tassati. A questo punto il dubbio resta: saranno in grado, questa volta, di risollevare le sorti della regione e della sanità? Il Comune di Isernia continuerà a fare la sua parte e a mostrare massima disponibilità come fatto per il Centro Alzheimer o come si sta facendo per il Centro di Salute Mentale».
Fairplay proficuo con Palazzo Vitale anche sulla cultura: a Isernia la stagione di Palcoscenici con Patti Smith ma non solo.
«Collaborazione sempre ovviamente, ma precisiamo che il “merito” non è solo della Regione. Il cartellone dell’Auditorium è ampio e variegato, finanziato in parte dalla Fondazione Molise Cultura, ma in gran parte frutto di un coordinamento tra assessorato comunale alla Cultura, privati ed associazioni. Detto ciò, la programmazione all’Auditorium sta andando alla grande. Lo dicono gli eventi, lo dicono i numeri, lo dice la risposta del pubblico. Nomi di richiamo nazionale ed internazionale stanno giocando un ruolo importante in questo successo, certamente frutto di scelte strutturate basate sul giusto spirito di collaborazione tra istituzioni e non solo. L’Auditorium, che ospiterà anche lo Smart Lab (centro di produzione audio, video e per tutte le arti digitali), un museo emozionale interamente digitale ed un centro di alta formazione post universitaria, è uno dei tre poli culturali cittadini. Gli altri “salotti di cultura” nasceranno intorno al Cinema, appena riaperto, grazie anche alla riqualificazione dell’intera area circostante e al Parco Stazione, con l’Officina della Cultura, location perfetta per mostre ed eventi e l’ex magazzino merci destinato a centro di aggregazione giovanile».
Come sta la sua maggioranza? Solo per citare le cronache più recenti, il caso Falcione, ma era filtrato anche un certo pressing perché lei cambiasse la Giunta.
«Ho creduto e continuo a credere in questo gruppo. Un gruppo che ha già affrontato tante sfide e che ha come obiettivo primario quello di lavorare per il bene di Isernia e dei suoi abitanti. La mia è una maggioranza composta da persone valide accomunate da un gran senso di responsabilità verso i cittadini, verso la città e da un profondo desiderio di lavorare nell’interesse della comunità. A guidarci è sempre stata l’assoluta trasparenza nelle scelte e la condivisione di una visione di città partecipata e capace di aggregare. Sono fiero dell’impegno di ciascun componente di questa squadra che, unita, sta pian piano cambiando il volto della città».
Perché non ha voluto candidarsi a presidente della Provincia?
«Sono molto concentrato sul mio mandato da sindaco. Lo dicevo prima e lo ribadisco adesso. Le priorità restano la città che amministro e le risposte da dare agli isernini. C’è tantissimo da fare e voglio farlo dedicando a questa causa tutte le mie energie. Inoltre ho detto, sin dall’inizio, che avrei gradito, per la corsa alla presidenza dell’Ente di via Berta, un rappresentante delle aree interne. Il centrosinistra è andato in questa direzione e trovo sia giusto così. Colgo l’occasione per rivolgere un grande in bocca al lupo al collega sindaco di Agnone, Daniele Saia, candidato della nostra coalizione».
Il centrosinistra, dopo il tonfo delle regionali, appare nell’angolo. Riuscirà a ripartire proprio da via Berta?
«Quella delle regionali è stata una sonora sconfitta, inutile girarci intorno. Ma ora, a mio avviso, occorre voltare pagina e ricostruire una coalizione partendo dai suoi valori e principi e dalle persone che in questi valori credono e che sono disposte a sacrificarsi per riaffermarli. Per farlo bisogna ricominciare dai singoli territori. Le Provinciali, per quanto focalizzate esclusivamente sul voto degli amministratori locali, ci danno modo, appunto, di ricucire il territorio. Ѐ tempo di rappresentare ai cittadini, in modo chiaro, che esiste un’idea di sviluppo per questa terra, basata principalmente sulla creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche sulla tutela dell’ambiente e su una migliore valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Vincendo le Provinciali, il centrosinistra avrà occasione di applicare questa strategia e proporre il suo modello di sviluppo». ritai

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