Incassa il colpo (basso, presumibilmente) e rilancia la vicesindaca-assessora Federica Vinci il cui gruppo consiliare di riferimento, Volt, si è improvvisamente svuotato dopo l’addio dei tre consiglieri Di Giacomo, Di Rollo e Paniccia. A Palazzo San Francesco nasce «Comunità attiva», il gruppo al quale hanno dato vita i tre transfughi e che resta, come hanno specificato, nel perimetro del fronte progressista che sostiene il sindaco Castrataro, con il quale sono stati eletti seppur nella lista di Volt.
Lei, Federica Vinci, sullo scranno è seduta alla destra del sindaco Castrataro. La consigliere Sara Battista sarà in Aula ma comunque Volt c’è, perché dietro queste due figure istituzionali ci sono i cittadini che hanno espresso gradimento e hanno votato per quel partito che si è imposto alle elezioni comunali di due anni fa.
Ed è questa la differenza che Federica Vinci rimarca ai microfoni di Teleregione, puntualizzando senza polemizzare.
Le ragioni dei colleghi che hanno scelto di percorrere un’altra strada sono legittime, ovviamente – la sintesi del ragionamento -, è parimenti evidente come l’attenzione alla quotidianità della città sia indispensabile ma c’è anche bisogno di guardare anche oltre questo orizzonte, per scrivere la parola futuro che sembra invece sfuggire a chi guarda all’oggi. Che si chiama, in burocratese, capacità di programmazione. Le indiscrezioni che vedrebbero la sua posizione nell’esecutivo Castrataro un po’ traballante a seguito dell’impoverimento del gruppo consiliare Volt sono indiscrezioni. E le decisioni sono rimesse alla volontà del sindaco. «Indipendentemente da quello che sarò – dice ai microfoni di Teleregione e del collega De Santis -, la cosa più importante è che io possa continuare a lavorare ed è quella che di più mi interessa. E poi non sono sola: c’è la consigliera Battista, ci sono i cittadini che mi hanno votato, il partito a livello regionale, nazionale ed europeo e il sindaco con il quale lavoro molto bene. Io capisco la volontà dei tre consiglieri di volersi concentrare sulle cose funzionali della città – puntualizza Federica Vinci – come sta già facendo l’amministrazione, basti vedere la riapertura del Parco dell’Acqua sulfurea, i lavori in via Lorusso per restare alle ultime azioni poste in essere ma credo sia giusto ricordare il motivo per il quale siamo qui. Un giovane su due se ne va, servono lavoro e formazione, una città nella quale restare, che abbia una visione europea e che sia a misura di giovani così come gli ultimi bandi che ci siamo aggiudicati dimostrano. Una visione sul medio e lungo termine che ci permetterà di far restare o far tornare i nostri giovani prima che questa città si spopoli del tutto».