Scala 24 posizioni la provincia di Isernia, trainata ovviamente dal capoluogo, nella consueta classifica sulla qualità della vita elaborata dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore. E si piazza all’82esimo posto, preceduta da quella di Imperia (che di posizioni ne perde 9) e seguita da quella di Potenza (che ne recupera 11). Qualche gradino più su c’è la provincia di Campobasso, al 76esimo posto, che di posizioni ne recupera cinque.
Si chiude bene, quindi, il 2023 per il capoluogo pentro e per l’amministrazione comunale che taglia il nastro dei due anni di governo organizzando incontri con la comunità cittadina partendo da Castelromano. Anche se, andando nel dettaglio, non è tutto oro quello che luccica. Ma la ripresa evidente e alcuni dati interessanti non possono non essere motivo di soddisfazione.
«Ancora un segnale positivo per Isernia – commenta il sindaco Piero Castrataro – che, nella classifica sulla qualità della vita stilata, questa volta, da Il Sole 24 Ore, guadagna ben 24 posizioni rispetto allo scorso anno. Il balzo maggiore nella graduatoria nazionale.
Secondo il noto quotidiano economico – continua l’ingegnere – a giocare un ruolo decisivo nel percorso di risalita, sono i primi posti negli indicatori dei progetti legati al Pnrr. Ricordo, infatti, che il solo Comune di Isernia ha ottenuto il finanziamento di ben 35 progetti, per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro. Seppure ancora lontani dai “piani alti” della classifica – rimarca il primo cittadino – il miglioramento appare evidente in molte delle aree attenzionate, permettendo alla nostra provincia di allontanarsi dagli ultimi posti della classifica. Resta, è innegabile, il preoccupante dato legato al divario tra territori. Un gap che la nostra classe dirigente ha il dovere di colmare attraverso misure in grado di riequilibrare nord e sud del Paese. E la strada non potrà certamente essere quella del progetto di autonomia differenziata intrapresa dal Governo Meloni» la stilettata di Castrataro all’indirizzo di chi ritiene che invece il percorso avviato non sia destinato ad aggravare le differenze.
Con una popolazione ormai accertata di 79mila 777 abitanti, la provincia di Isernia è prima in classifica per il numero di farmacie (ogni 1000 abitanti), per il numero di progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza con un punteggio di 12,3 (mentre la media si ferma a 4,3), per consumi idrici domestici e anche per numero di denunce per i reati di usura.
Si piazza all’ultimo posto per l’indice di sportività (punteggio 0) e si aggira in fondo classifica per la durata media delle cause civili, per la presenza di amministrazioni digitali (enti smart, in pratica, dotati quindi di servizi online, piattaforme abilitanti e accessibilità), per l’illuminazione pubblica sostenibile, per i Comuni aperti (che tiene in conto tra i 17 indicatori, gli open data, i portali cartografici aperti, le app municipali), per l’offerta culturale (numero di spettacoli ogni mille abitanti con un 7,6 di valore rispetto alla media che si ferma a 48,2)
Gli indicatori presi in considerazione per stilare la classifica sulla qualità della vita sono sei: ricchezza e consumi, affari e lavoro, giustizia e sicurezza, demografia e società, ambiente e servizi, cultura e tempo libero.
Per ricchezza e consumi, la provincia di piazza al 75esimo posto, con un -7 rispetto alla precedente rilevazione.
Nella categoria affari e lavoro, invece, di posizioni ne scala 20 e si piazza all’84esimo posto.
In tema di giustizia e sicurezza, ne recupera 13 e si ferma alla 94esima posizione.
Più 30 posizioni per demografia e società per il 64esimo posto.
Anche nella categoria ambiente e servizi 35 posizioni recuperate e 72esimo posto in classifica. Undici i gradini in più rispetto alla rilevazione precedente per la categoria cultura e tempo libero con l’88esimo posto in classifica.
Rileva sottolineare alcuni dati specifici relativi alla categoria ambiente visto che la classifica riguarda l’intera provincia e il dato è, suo malgrado, contestualizzato nella situazione emergenziale che vive, e non da oggi ovviamente, il territorio di Venafro e dell’hinterland, argomento tornato nel dibattito politico solo qualche giorno fa a fronte del numero di sforamenti registrati.
In fondo classifica per il Pm10 (concentrazione media in ug/mc – media dei valori medi annui): nella stessa graduatoria, al 103esimo posto, c’è la provincia di Torino, prima ancora Cremona e al gradino 101 quella di Milano. Il che, nei fatti, parla senza bisogno di altre parole.
Fondo classifica anche per il tasso di motorizzazione: 80 auto ogni 100 abitanti, peggio della provincia di Isernia solo quella di Frosinone.
Diciottesimo posto in classifica per rifiuti prodotti: 444,992 chili a testa. La provincia di Isernia fa meglio di quella di Campobasso per la raccolta differenziata. Posto 87 in classifica con 47,859% (mentre a Campobasso si ferma a 44,688%).
Posto 85 in classifica per l’utilizzo del trasporto pubblico e 89esimo posto per l’offerta del trasporto pubblico (e anche questa voce si commenta evidentemente da sola), 71esimo posto per dispersione idrica (46,7 la differenza percentuale tra acqua immessa in rete e consumata per usi civili, industriali, agricoli) mentre la provincia è prima per consumi idrici domestici con quasi 70 litri per abitante al giorno.
Al 18esimo nella triste classifica delle vittime della strada (4 ogni 1000 abitanti), al primo posto per quanto attiene il reato dell’usura, per le denunce per associazione per delinquere (rispetto al numero di abitanti, ovviamente), seconda su 107 province per i reati collegati alla contraffazione di marchi e prodotti industriali, per riciclaggio e impiego di denaro e in posizione di alta classifica per il numero di incendi (quinto posto con 41 denunce ogni 100mila abitanti).

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