I botti di fine anno (metaforici) sono arrivati con qualche giorno d’anticipo rispetto alla fine del 2023 e questa volta all’interno di Palazzo San Francesco. E, segnatamente, nel corso dell’ultima seduta del consiglio del 2023 che si è tenuta giovedì sera. Due gli argomenti che hanno riservato colpi di scena e consegnato ancora una volta una spaccatura evidente all’interno della maggioranza. La decisione di cedere in comodato d’uso gratuito alla Regione Molise una parte degli spazi dell’auditorium per ospitare le centrali operative di emergenza sanitaria e tecnica (nello specifico il numero unico di emergenza 112, il 118, il soccorso alpino, il 116 e il 117) ha nei fatti creato non poche divergenze all’interno della compagine che sostiene il sindaco Castrataro. Ma, dalle parole del primo cittadino, è stato fin da subito chiaro che non sarebbero stati possibili altri margini di manovra dopo le interlocuzioni avute con il vicepresidente della Giunta regionale, Andrea Di Lucente: quell’edificio (nella fattispecie il piano terra dell’edificio B), proprio perché recentissimo, è l’unico dotato delle caratteristiche necessarie, anzi indispensabili, per poter ospitare le centrali operative. E, in seconda battuta, l’allestimento di tali strutture operative consentirà anche di poter impiegare personale visto che saranno da collettore delle chiamate di emergenza provenienti da tutta la regione. Ovviamente c’è un ma: la destinazione ipotizzata era diversa. L’urgenza di deliberare sulla cessione in comodato d’uso è però legata alla necessità di attestare, al Ministero, la reale possibilità di usufruire di locali con quelle specifiche caratteristiche così da avviare gli investimenti. E questa procedura doveva essere conclusa entro la fine dell’anno. Il contratto avrà una durata temporale di nove anni, eventualmente rinnovabili ma con la possibilità di recesso, sia da parte del Comune sia da parte della Regione che si preoccuperà delle utenze.
L’argomento ha come detto suscitato un ampio dibattito legato, appunto, alla destinazione d’uso di quella parte di Auditorium e quindi alle scelte diverse per il suo utilizzo ipotizzate in passato. Venti sì allo schema di contratto, un solo contrario e cioè l’ex maggioranza Claudio Falcione. Dal Pd, la consigliera Perpetua abbandona l’aula in netto dissenso con quella scelta.
Le quattro transazioni con altrettanti dipendenti comunali in causa con Palazzo San Francesco all’ordine del giorno della prima convocazione (visto che la questione auditorium è stata aggiunta solo successivamente) hanno acceso la miccia tra Claudio Falcione e il consigliere Amendola, da qualche settimana passato ufficialmente con il Pd. Che ha avuto parole di fuoco nei confronti del collega, al punto che per protesta contro un linguaggio inappropriato (e non solo per il luogo dove è stato utilizzato) la capogruppo del Movimento 5 Stelle Elvira Barone ha lasciato l’Aula non senza aver prima motivato la sua decisione.
La domanda di Falcione a ben guardare è più che lecita: come mai i quattro dipendenti accettano una transazione se il Tribunale ha dato loro ragione?
La replica di Amendola è oltremodo aggressiva: «non sono tutti come lei – ha urlato dai banchi della maggioranza -, lei ha chiesto dieci consigli comunali, per fare cosa? Per rinunciare agli 8mila euro». Riferimento preciso quindi alla vicenda relativa alla presunta incompatibilità dell’ingegnere che, alla fine dell’iter consiliare, ha scelto di rinunciare alla causa dopo aver, però, legittimamente portato all’attenzione del Consiglio le proprie ragioni. Insomma, da Amendola, un’accusa affatto velata all’indirizzo di Falcione reo di aver fatto perdere tempo e denaro all’Ente.
«Un linguaggio violento che non concepisco assolutamente, un agguato per vecchi conti in sospeso» secondo Elvira Barone che stigmatizza l’atteggiamento di sindaco e il presidente del Consiglio nei confronti del consigliere Falcione – eletto con Isernia Futura, la lista del sindaco e del vertice dell’assise consiliare, e che quindi ha contribuito a portare entrambi sullo scranno più alto di Palazzo San Francesco – che sono rimasti colpevolmente in silenzio di fronte all’attacco. E la stessa Barone chiede al segretario Pd, l’assessore Bontempo, di prendere provvedimenti contro Amendola, in versione scheggia impazzita.
Ma è la consigliera Linda Dall’Oljo a chiudere la partita con eleganza. E Amendola ne esce con qualche ferita: «il consigliere del Pd crede che abbiamo dimenticato e perdonato la tarantella che ha fatto in occasione delle amministrative, utilizzando come autobus per l’elezione una lista civica di centrodestra per poi passare subito con il centrosinistra.»
Touché.