Finora era rimasto in silenzio, l’ex assessore Domenico Di Baggio, dopo la cacciata dalla Giunta ufficializzata in seguito alle elezioni provinciali dal sindaco Piero Castrataro. Con l’ex assessore abbiamo ripercorso le tappe di quella scelta dolorosa che ha fatto tanto discutere, visto che è ricaduta su un eletto, che a detta dello stesso primo cittadino stava lavorando bene e che per questo ha ricevuto anche i complimenti del sindaco.
Dott. Di Baggio, sono state settimane turbolente, le ultime. Con sincerità: come ha vissuto la scelta di Castrataro?
«Guardi, ho letto le motivazioni del sindaco e ho ascoltato la sua conferenza stampa. In tutta sincerità, mi sento di ringraziarlo e spero che le sue parole di stima nei miei confronti siano sincere. Il sindaco ha classificato la mia fuoriuscita dalla Giunta come un atto onorevole di sacrificio mio personale e della lista Isernia Futura. Una osservazione vorrei farla proprio sul concetto di sacrificio, però. Io che per il mio vissuto professionale conosco quale sia il vero sacrificio: penso agli eroi delle guerre o a tutti coloro che sono pronti a sacrificare la vita non una ma cento volte per salvare quella di un bambino da un bombardamento, dalla fame, dai soprusi o da una malattia. Per questo, trovo il riferimento ad un ideale tanto grande come il sacrificio difficile da comprendere perché, in questo caso, non vedo nulla di straordinario o di eroico e in gioco non ci sono vite ma solo pezzi di un piccolo mondo politico con le sue strategie, emozioni e debolezze».
Forse il “sacrificio”, in questo caso, si riferisce all’importante consenso elettorale che è andato disperso, visto che fu uno dei più votati della sua lista.
«Mi perdoni, come vede è superfluo il riferimento al consenso popolare che è stato ovviamente beffato da questa decisione ed è ugualmente ovvio che andavano fatte altre considerazioni proprio a fronte di questo dato visto che in Giunta ci sono assessori esterni».
In tal senso, si aspettava una scelta diversa, e forse anche qualcosa in più dai suoi colleghi?
«Nessun riferimento personale ai miei ex colleghi di Giunta, lo chiarisco subito. Si tratta di una considerazione che reputo lecita. E, purtroppo, è superfluo anche dare un senso al comportamento dei miei colleghi della lista Isernia Futura e della quasi totalità della maggioranza che avrebbero potuto mostrare un piccolo scatto di orgoglio verso la propria vocazione progressista, basata sul grande senso di umanità e di politicamente corretto nei confronti di un collega eletto sempre disponibile, fattivo e leale».
A dirla tutta, è dai banchi dell’opposizione che in Consiglio si è levata un’aspra critica, quasi in sua difesa.
«Sono vicende che non mi appassionano. E credo che non appassionino neanche i cittadini che, stanchi e disillusi, attendono risposte dai loro amministratori e non l’evolversi di vicende che si consumano nei palazzi della politica, questioni lontane dai problemi reali. Ritengo che una politica litigiosa e aggressiva, anziché risolvere concretamente i problemi di una comunità in movimento, si avviti su se stessa. Discorso diverso, però, è se le dimostranze della minoranza o di chiunque abbia il coraggio di fare i conti con la propria coscienza e onestà intellettuale sono finalizzate non alla difesa della mia persona ma al lavoro svolto per il bene della città, quindi per i cittadini. Lavoro che avrei potuto continuare a fare».
Visto che, come affermato anche dal sindaco, ha lavorato bene, può ripercorrere ad esempio quanto accaduto con la Polizia Municipale, visto che il tema resta attuale?
«Per riprendere uno slang molto utilizzato, direi che ‘le chiacchiere stanno a zero’. Per questo mi limiterò a dire quello che ho fatto durante il mandato di assessore alla Polizia Municipale, tra cui il raggiungimento di obiettivi mai conseguiti negli ultimi anni, in particolare l’assunzione di un nuovo Comandante con cui ho costruito un legame fiduciario basato su lealtà, stima e professionalità. Una figura organica, quella del Comandante, assente da oltre 20 anni in città. Un passaggio che assieme agli altri compiuti ha restituito dignità al Corpo della Polizia Municipale attraverso un nuovo vestiario operativo, la dotazione di strumenti professionali 2.0 e le armi di ordinanza previste per la qualifica di PS. Ricorderà, e lo ricordano di certo i cittadini e i commercianti che lo hanno molto apprezzato, il servizio di vigilanza per la sicurezza e decoro nel centro storico per cui ho ricevuto due volte il compiacimento dell’omonimo comitato. Poi i moltissimi progetti sulla sicurezza cittadina mai divenuti operativi purtroppo per insufficienza di risorse sul capitolato.
Sono fatti, non proclami. Credo che solo così possiamo parlare di politica intesa come servizio. Che è ciò che interessa ai cittadini che non sono affascinati dalle beghe del ‘condominio Palazzo San Francesco’, diciamolo chiaro. Cittadini bersagliati da notizie giudiziarie che interessano i politici e che guardano alla sostanza di chi fa politica per servizio non per poltronismo o per altri interessi».
Per lei si è chiuso un capitolo, oppure il libro del “fare” per i cittadini resta aperto?
«Gli isernini vogliono risposte e il mio compito è restare al loro fianco per rendermi utile attraverso la mia professione di medico e la vocazione di aiuto verso il prossimo. Per rimanere ai fatti, se le scelte operate dal sindaco Castrataro e dal suo nuovo e rigenerato esecutivo con tutta la maggioranza daranno un futuro migliore alla nostra amata città, allora poco conterà il ‘sacrificio’ di un singolo. Sarò io il primo a fare loro un plauso o, al contrario, un duro ammonimento. Il tempo scorre e con sé trascina parole, idee, intenzioni e a determinare la storia, come sempre, saranno solo i fatti».