Fu l’unica voce della maggioranza che, in Consiglio comunale, si levò per esprimere perplessità in merito alla scelta del sindaco Castrataro sul turn over in Giunta: la voce di Elvira Barone, che se in quella sede fece rumore, stavolta rimbomba come un boato. Barone, poche ore fa, ha ufficializzato la rottura con la maggioranza e con il sindaco, nonché la fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle.
«Nel 2021 scelsi di candidarmi con il M5S in coalizione con liste civiche e PD esclusivamente per il programma elettorale e per la figura di Piero Castrataro, un uomo brillante e di elevate competenze professionali. Dopo appena un mese dall’elezione arrivarono le prime delusioni, mi riferisco alla nomina dei due assessori esterni e a quella dell’assessore del Movimento, che ricadde sul secondo eletto, nonostante fossi stata la prima eletta, con tanto di competenze al seguito» – spiega Barone.
«L’allora candidato sindaco, in campagna elettorale, sbandierava che nella sua Giunta ci sarebbero state solo persone competenti e professionali. Ad oggi questo non è accaduto. E non si vedono i risultati su strisce blu, piscina comunale, mobilità sostenibile e verde urbano».
Barone non lascia spazio a dubbi e parla di un clima in maggioranza opprimente: «Dopo circa un anno ho iniziato ad accusare segnali di disagio sulle tante scelte che non condividevo – afferma -. Ogni volta che mostravo segnali di contestazione venivo richiamata. È accaduto in varie occasioni, fino a quando ho invitato il sindaco a non farmi pressioni e a non limitare la mia libertà di espressione. Tutto ciò ha portato a incrinare i rapporti. Ormai era venuta a mancare la fiducia reciproca, tanto che alcune mie iniziative portate in Consiglio e votate all’unanimità, come quella per le strisce rosa, a distanza di un anno non sono state realizzate, a danno solo della cittadinanza» – prosegue.
Anche sulla candidatura recente alle provinciali Barone non le manda a dire: «Sarebbe potuta essere l’occasione giusta per dimostrarmi la volontà di tenermi in maggioranza, ma hanno dimostrato la loro malafede facendomi capire che potesse esserci una possibilità. Ingannata dai vertici del PD e del M5S, ho comunque sottoscritto la lista rimanendo onesta con me stessa. Oggi posso dire di avere la coscienza pulita, di poter camminare a testa alta a differenza di chi fa esclusivamente i propri interessi».
Infine, il defenestramento dell’assessore Di Baggio: «Purtroppo l’autoritarismo del sindaco è un comportamento molto discutibile – afferma -. Sono contenta che, non essendo stata nominata assessore, non ha potuto mandarmi a casa. Infatti sono io che oggi ho deciso come e quando andar via dalla maggioranza.
Ciò che finora mi ha trattenuta è il forte legame alle idee del Movimento, che continuerò a portare avanti perché mi rappresentano. La trasparenza, la legalità, la condivisione: valori incarnati nella mia persona e ahimè non in chi oggi rappresenta il Movimento a Isernia e in regione. Persone – prosegue – che hanno dimenticato tutto dopo essersi accomodati sulle poltrone. Dal canto mio, continuerò a portare avanti le battaglie per la tutela dei diritti umani, per la parità di genere e per il sociale.
In conclusione dichiaro di non essere più in linea con la politica del M5S Molise in quanto i coordinatori, provinciale e regionale, sono completamente assenti nonostante le richieste di incontri con gli attivisti. Le decisioni prese alle politiche, poi alle regionali e ora alle comunali di Campobasso hanno portato il Movimento ad una profonda crisi, viste anche le continue disiscrizioni».