Altro giro, altra corsa: potrebbe essere davvero così, a Palazzo San Francesco, a partire dal prossimo venerdì 3 maggio, giorno in cui ufficialmente l’amministrazione Castrataro effettuerà il giro di boa, appunto, di metà mandato, rinnovando le cariche di presidente e vicepresidente del Consiglio comunale.
Una sostituzione annunciata, questa, con Nicolino Paolino che ha firmato forse l’ultimo atto poche ore fa proprio per convocare l’assise comunale per venerdì pomeriggio.
Stando alle voci che circolano con insistenza a Palazzo di Città già da tempo, l’attuale presidente del Consiglio comunale, espressione della lista del sindaco, Isernia Futura, dovrebbe cedere il posto – per accordi presi ad inizio consiliatura – al Partito democratico. Nicolino Paolino dovrebbe quindi lasciare lo scranno a Sergio Sardelli per un avvicendamento deciso, non senza frizioni seppure ben celate, ad inizio consiliatura.
Accordo strappato dai dem illo tempore che darebbe maggiore presenza al Pd tra gli incarichi istituzionali del capoluogo pentro, visto che ad oggi non c’è stato un vero e proprio rimpasto di Giunta in cui proprio i dem chiedevano di essere maggiormente coinvolti per avere più spazio nell’Esecutivo.
Così non è stato, per ora, e il turn over – come è noto – ha riguardato solo l’assessore Domenico Di Baggio, fuoriuscito da Giunta e Consiglio dopo la decisione presa dal primo cittadino per far posto a Umberto Di Giacomo e dare – a suo dire – maggior equilibrio in maggioranza, anche in virtù del distaccamento da Volt di una costola di consiglieri eletti che poi hanno fondato il gruppo di Comunità Attiva.
Equilibri, tra l’altro, che forse mai come stavolta stanno vacillando: eloquente il recente caso della consigliera Elvira Barone, che ha lasciato la maggioranza e il Movimento 5 Stelle, passando al gruppo misto, dove trova Claudio Falcione. Una maggioranza dunque che non sembra navigare in acque del tutto tranquille: dopo l’assessore Francesca Scarabeo, il caso della incompatibilità di Falcione, poi la defenestrazione di Domenico Di Baggio, ora la frattura netta con Elvira Barone. Insomma, pezzi differenti di un puzzle che inizia a ricomporsi e a restituire un’immagine molto diversa da quella di partenza, l’immagine di una consiliatura – appunto – che da qui in avanti potrebbe configurarsi simbolicamente come la chiusura di un cerchio e l’inizio di un nuovo percorso politico da qui ai prossimi due anni.
Chissà, però, se a suggellare quel cerchio sarà solo il passaggio del testimone ormai quasi certo tra Paolino e Sardelli alla Presidenza del Consiglio, o se ci sarà qualche altro stravolgimento.
Di sicuro, venerdì potrebbe accadere quanto già successo con la questione Di Baggio in Consiglio, e il clima in Aula potrebbe tornare a farsi rovente.