Solo unendo le forze, si diventa una forza: lo sa bene don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera” e del “Gruppo Abele”, sacerdote in trincea contro le mafie e il malaffare, contro l’ingiustizia e la negazione dei diritti di ogni individuo. Il parroco, noto proprio per le sue battaglie, ha fatto tappa anche a Isernia, lo scorso martedì, presso l’aula magna dell’ex seminario vescovile, per iniziativa della Caritas diocesana di Trivento, che dopo l’incontro ad Agnone ha organizzato l’iniziativa prima delle tappe di don Ciotti anche a Campobasso e Trivento.
Don Ciotti è diventato nel corso degli anni un baluardo della legalità, capace di innestare soprattutto nelle nuove generazioni quel senso civico necessario per combattere i fenomeni, e nella due-giorni in Molise ha voluto incontrare proprio i giovani, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni per fare il punto della situazione, con l’obiettivo di rendere nuovamente operativa la sezione regionale di Libera, inattiva ormai da sei anni.
Si è parlato anche di questo a Isernia, dove ad attenderlo c’era un pubblico molto numeroso, oltre che le autorità civili, militari e religiose locali.
«Le mafie oggi fanno meno chiasso, fanno meno rumore, uccidono di meno, quindi nella percezione della gente si è passati dal crimine organizzato mafioso al crimine normalizzato – ha detto don Luigi -, un problema che è presente anche in un territorio come questo, perciò è necessario che i cittadini non lo siano a intermittenza, a seconda dei momenti o delle emozioni, quando succedono chissà quali fatti, ma siano appunto cittadini più responsabili nella continuità. In tal senso – ha proseguito il parroco – è importante la condivisione, la collaborazione con le istituzioni, anche per essere quella spina nel fianco propositiva affinché si faccia sempre la cosa giusta».
Un tema, quello della legalità – al centro dell’incontro con don Ciotti -, che tra l’altro è tornato di assoluta attualità dopo i fatti di Bari e quelli delle scorse ore in Liguria, in ordine alla cosiddetta “patologia della corruzione”, come l’ha chiamata proprio il parroco dedito alla lotta alle mafie.
Ad accogliere il sacerdote all’ex seminario vescovile anche il sindaco Piero Castrataro: «Ci vuole tanto impegno per far vincere il bene sul male e don Luigi Ciotti incarna perfettamente questo impegno – ha dichiarato il primo cittadino -. È stato un onore averlo ad Isernia, ascoltare le sue parole, le sue riflessioni, sempre capaci di toccare e risvegliare le coscienze. Solo unendo le forze si diventa una forza. Un messaggio bellissimo, il principio su cui si fonda Libera. Don Ciotti è il volto e la voce di chi lotta contro le dipendenze e contro malavita e corruzione. È anche il volto e la voce di chi è al fianco degli ultimi. Un esempio per tutti noi. Prendo spunto dalle sue parole per ribadire che formazione, educazione e cultura sono i pilastri della legalità e che è compito di tutti, principalmente delle Istituzioni, favorirne la diffusione. Ringrazio don Ciotti per la sua testimonianza, il Molise ha bisogno di Libera, dobbiamo essere tutti pronti a sostenerla» – ha concluso Castrataro.