Il metodo è sempre lo stesso, semplice eppure diabolico nella sua esecuzione. Un uomo ha contattato un’anziana che vive in una zona centralissima di Isernia. Spacciandosi per portalettere, ha affermato telefonicamente che il nipote aveva un pacco in giacenza presso le Poste e che per sbloccarlo avrebbe dovuto versare 300 euro in contanti.
Nel frattempo un complice ha raggiunto l’abitazione della donna facendosi aprire il portone, entrando in casa. Una volta nell’appartamento, si è fatto consegnare il denaro – che la signora aveva messo da parte per le utenze – e numerosi oggetto in oro, ereditati dai nonni prima e dai genitori poi, compresa la fede nuziale del defunto marito.
Impossibile al momento quantificare il bottino. Si presume che sia però rilevante. Mentre il malvivente svuotava la casa della signora, il complice al telefono teneva occupata la linea fissa e quella mobile, affinché la vittima non potesse contattare alcun parente.
Quando finalmente il truffatore se ne è andato, l’anziana è riuscita a contattare il nipote scoprendo così di essere stata truffata. Di lì a breve sono giunti sul posto i familiari in compagnia dei Carabinieri, ma dei due malviventi nessuna traccia.
La vittima era già stata truffata cinque anni fa, in circostanze analoghe. Ciò lascia presupporre che gli anziani, soli e vulnerabili, siano inseriti in una sorta di database dalla criminalità che ciclicamente torna a colpire, già certa del risultato.
Ora sono al vaglio dei Carabinieri le immagini delle telecamere installate nella zona. In un video si vede la sagoma del truffatore che abbandona l’abitazione, ma il viso è sfocato. Difficile, quindi, che il video possa aiutare gli investigatori.
L’appello, valido per gli anziani ma non solo, è sempre lo stesso: sarebbe opportuno evitare di rispondere a numeri che non si conoscono. Diffidare dagli sconosciuti, e da chiunque chieda denaro sotto mentite spoglie.