Se la città sembrava essersi divisa, sulla questione della movida nel centro storico e sull’ordinanza adottata dal sindaco Piero Castrataro che vieta ai locali di tenere accesa la musica dopo la mezzanotte per evitare rumori molesti e frastuoni, tra chi chiedeva il diritto al riposo e chi a poter lavorare o divertirsi, negli ultimi giorni il muro contro muro sembrerebbe superabile. Bisogna dirlo: grazie alla volontà del sindaco e dell’amministrazione di coinvolgere le parti in un dialogo che miri a raggiungere una soluzione condivisa.
In tal senso, dopo qualche protesta nei mesi scorsi, negli incontri ravvicinati che si sono svolti di recente con i titolari dei locali del centro storico, è emersa la volontà di arrivare ad un protocollo d’intesa tra le parti con l’obiettivo di far convivere nel miglior modo possibile le istanze dei giovani e degli esercenti, con quelle di chi vive quotidianamente il centro storico e ne conosce pregi e difetti.
«Incontreremo a brevissimo anche i rappresentanti del Comitato degli abitanti del centro storico – ha spiegato il primo cittadino dopo l’ultimo incontro sul tema che si è svolto con gli esercenti, a porte chiuse, a Palazzo San Francesco -. L’obiettivo è quello di arrivare a un protocollo di intesa firmato dalle parti in modo da far convivere le istanze dei giovani e degli esercenti con quelli di chi vive sempre il centro storico e vuole continuare a viverci come è giusto che sia».
Tra le soluzioni in cantiere, l’installazione di pannelli con sensori per tenere sotto controllo il livello dei decibel, oltre a una modifica dell’ordinanza emanata pochi mesi fa, al fine di consentire la musica all’aperto fino all’una di notte. C’è poi il discorso dei controlli, da intensificare per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in strada. E sull’argomento è necessario ritrovare un dialogo sereno con la Polizia Municipale. Cosa niente affatto banale se si considera la situazione emersa quest’anno, con lo stato di agitazione indetto dal sindacato Csa per una serie di questioni che riguardano in primis la richiesta di maggior autonomia rispetto invece all’incardinamento del Corpo sotto un dirigente tecnico dell’Ente. Un nodo ancora da sciogliere, per l’amministrazione, da cui dipende inevitabilmente anche l’efficacia del servizio di controllo sul territorio.
Ad ogni modo, sembra proprio che sul tema della movida, un punto di caduta tra le parti si possa trovare e in questa direzione si sta lavorando. Anche se, purtroppo bisogna rilevarlo, la stagione sarebbe ormai compromessa per i titolari dei locali, visto che l’estate è iniziata, gli incassi sarebbero già ridotti, e ad oggi ancora non è stato raggiunto un accordo che soddisfi tutti.
«Il ritardo c’è stato – ammette Castrataro -. Purtroppo non è facile conciliare alcune istanze, però al tempo stesso registro la volontà di convivere in questo luogo che è ancora uno dei luoghi più belli di Isernia, quindi è giusto che tutti lo possano vivere nel miglior modo possibile. Spenderemo delle somme per poter installare questi dispositivi che non sono assolutamente sanzionatori. L’idea è quella di auto regolamentarsi per poter convivere e divertirsi allo stesso tempo».
La mediazione va avanti: la necessità è sempre la stessa, cioè mantenere vivo e aperto il cuore di Isernia rispettando allo stesso tempo la serenità degli abitanti. Bisognerà comprendere anche come si configureranno, nei mesi estivi, le iniziative ad elevata capacità di aggregazione come la “notte bianca” e la “notte rosa”. Appuntamenti nei quali le canzoni risuonano fino a notte fonda, ma da cui dipende parzialmente il rilancio delle attività economiche del centro storico che, non bisogna dimenticarlo, sono uscite solo da poco – e mai del tutto – dall’incubo Covid.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.