La comunità pentra è pronta ad accogliere a braccia aperte Simone D’Alisa, l’imprenditore di 31 anni scomparso lo scorso mercoledì 10 luglio e ritrovato dopo nove giorni di paura e tensione, venerdì 19 luglio, rintracciato dagli agenti della Questura di Isernia che hanno passato al setaccio la sua vita e si sono messi sulle sue tracce, convincendolo a tornare a casa, dove lo aspettavano i suoi genitori e la sua bimba.
Un allontanamento volontario, dunque, quello del giovane isernino titolare dell’apprezzata birreria del centro storico Civico 28, rimasta chiusa dal giorno della scomparsa, da quando Simone fu visto per l’ultima volta nei pressi del Bar del Corso, probabilmente prima di lasciare l’auto nel piazzale della stazione con all’interno il cellulare e un bigliettino indirizzato ai cari. Probabilmente, un tentativo di staccare, di prendersi del tempo per riflettere su questioni personali, il suo, che ad ogni modo ha destato tanta preoccupazione nel cuore di chiunque lo conoscesse.
Nella tarda serata di venerdì lo stop al Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse avviato dalla Prefettura di Isernia. Piano che ha funzionato e ha dato l’esito che tutti speravano: il prefetto Franca Tancredi, tra l’altro, ha rivelato che per la sparizione di Simone D’Alisa si era messo anche in moto il programma televisivo “Chi l’ha visto?”, come spesso accade in queste circostanze. Nel frattempo, la Procura aveva aperto anche un fascicolo per verificare che dietro l’allontanamento non ci fossero motivi collegati a eventuali ipotesi di reato. Certosina, ad ogni modo, l’indagine condotta dalla Prefettura e dalla Questura, attraverso una squadra interforze che ha monitorato costantemente la situazione insieme a tutti gli organi coinvolti. Un lavoro di squadra incessante che ancora una volta restituisce serenità e tranquillità non solo ad una famiglia ma a tutta la città che, ora, aspetta solo di poter riabbracciare Simone: centinaia, durante la settimana più buia per i suoi cari, gli appelli sui social di cittadini isernini e non, nell’intento di aiutare le ricerche. Tra loro, anche le merlettaie di Isernia, che non vedono l’ora di stargli accanto e palesargli tutta la loro vicinanza. Insomma, la speranza condivisa è quella che ora, gradualmente, il giovane imprenditore torni alla sua vita.