La movida si sposta in Consiglio comunale: non solo l’argomento al centro del dibattito pubblico, ormai da tempo in città, è stato oggetto infatti di un’interrogazione discussa a Palazzo San Francesco nella seduta dell’assise civica lo scorso giovedì, 25 luglio, ma i lavori d’Aula si sono rivelati letteralmente movimentati, con toni molto accesi e nervi particolarmente tesi tra opposizione e maggioranza.
Come già anticipato in una conferenza stampa dal sindaco Piero Castrataro, e come è stato ribadito appunto in Consiglio in risposta all’interrogazione del capogruppo di Alleanza per il futuro, Giovancarmine Mancini, l’ordinanza anti-movida è stata ritoccata dal primo cittadino, per consentire le emissioni sonore nei fine settimana fino all’una, e per introdurre anche particolari deroghe in occasione di manifestazioni di una certa rilevanza.
Un tema su cui, ha spiegato Castrataro, l’amministrazione era già al lavoro, ma su cui era necessario del tempo per addivenire alla soluzione più adeguata per entrambe le parti: per i gestori dei locali, così come per i residenti del centro storico.
Non solo: l’ultima novità riguarda infatti i sistemi di monitoraggio delle emissioni sonore che il Comune provvederà ad installare in questi giorni. Monitoraggio dei decibel, dunque, che non ha l’obiettivo di punire i trasgressori ma di aiutare il Comune, i gestori dei locali e i residenti a trovare un margine di convivenza tra le varie e giuste prerogative delle parti, ha spiegato il primo cittadino.
In tal senso, era necessario adoperare le necessarie risorse, perciò l’Ente ha provveduto ad un prelievo dal Fondo di riserva per carattere di urgenza. «È la prima volta che un’amministrazione si impegna per risolvere questo problema annoso – ha ribadito Castrataro -. Lo dimostra dedicando delle risorse al tema, non essendo assolutamente punitiva, ma cercando di trovare un compromesso che si basi sul rispetto delle varie prerogative». Poi, l’affondo: «Dispiace che sulla vicenda non sia stata rappresentata la realtà dei fatti, facendo credere che il Comune volesse punire qualcuno. Non è mai stato così e non lo sarà mai. Parliamo di un problema complesso che finora nessuno ha cercato di risolvere». Il sindaco ne fa anche una questione politica: «Se lo stimolo che viene da qualsiasi parte politica serve solo ad aizzare gli animi facendo dei social un campo di battaglia, non ci sto e non ci sarò mai. Siamo qui per risolvere i problemi e credo che la strada imboccata sia quella giusta. Ci vuole grande buonsenso per risolvere una problematica seria come questa».
Infine, un’ulteriore novità: nelle prossime settimane si provvederà alla predisposizione del Piano di zoonizzazione acustica, uno «strumento di pianificazione che consentirà a tutti di vivere la città nel miglior modo possibile»: così lo ha definito il primo cittadino.
Gli animi, però, si sono scaldati al momento dell’intervento del consigliere Mancini, che non ha gradito che il sindaco abbia anticipato la risposta all’interrogazione un giorno prima della seduta di Consiglio, attraverso la stampa. «Alle interrogazioni si risponde in Consiglio comunale. Bisogna avere rispetto delle istituzioni, e non già convocare una conferenza stampa per anticipare intenzioni che tra l’altro io gradisco perché le ho sollecitate. Ne prendo atto, anche se tutto arriva purtroppo con estremo ritardo. Ad ogni istanza di ogni consigliere comunale il sindaco reagisce però in malo modo – ha proseguito Mancini -. Io sto svolgendo semplicemente il lavoro che centinaia di elettori di Isernia mi hanno affidato. È il comportamento del sindaco che divide la popolazione e ci divide nell’interesse di perseguire il bene comune». Un attacco politico, secondo Mancini, anche il riferimento alle precedenti amministrazioni: «Il sindaco dice che la precedente amministrazione non ha risolto questo problema. Io dico invece che ha rilanciato le attività del centro storico, chiudendolo al traffico e realizzando eventi di notevole importanza». Sul tema si è alzato il tono dello scontro in Aula, con l’intervento dell’ex presidente del Consiglio, Nicola Paolino, che ha ricordato invece come il principio dell’azione di riqualificazione e valorizzazione del centro storico sia da ascrivere all’amministrazione di centrosinistra guidata da Marcello Veneziale.
Il consigliere Mancini ha poi concluso diffidando il sindaco a «prendere a cuore i problemi, e non a crearli». Il riferimento, per nulla velato, a una delle novità annunciate dal primo cittadino, e cioè ai misuratori di decibel che saranno installati tra le strade del borgo. «Non serve a nulla misurare i decibel – tuona Mancini -. All’una si abbassa la musica e si torna a casa. Così, si spendono solo inutilmente soldi pubblici, risorse per cui ci vorrebbe maggior rispetto da parte di chi amministra».
Non un bello spettacolo, quello andato in scena a Palazzo San Francesco, soprattutto quando la discussione si è spostata, subito dopo, sull’indennità del sindaco – che viene riversata da Castrataro nelle casse comunali -, una parte della quale sarà destinata all’assunzione di una figura professionale nel suo staff. Sul tema, uno scontro puramente politico in cui nessuno ha risparmiato battute e staffilate, anche sul livello regionale. Imbarazzante: così hanno definito il dibattito la consigliera Perpetua, del Partito Democratico, e la consigliera Calenda, del gruppo misto. «A volte si perde l’obiettivo, e si perde la dimensione della verità. Se ne è fatta una questione di schieramenti, ma così non si va da nessuna parte» – ha detto Calenda tra gli applausi.

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