Quella che doveva essere una tranquilla serata estiva a Isernia, lo scorso 16 agosto, è stata invece sconvolta da un episodio che ha lasciato dietro di sé danni materiali e una scia di domande ancora senza risposta. Un ospite di una struttura del posto, un egiziano di 24 anni, ha seminato il panico nel capoluogo pentro, vandalizzando almeno sei auto parcheggiate in prossimità dell’hotel che ospita la struttura d’accoglienza per migranti in via Berta. Un caso unico in città che ha messo in moto una macchina burocratica fatta di assicurazioni, denunce e controdenunce, in cerca di una soluzione che sembra ancora lontana.
La domanda che più preoccupa i cittadini coinvolti è chi si farà carico dei danni causati dal 24enne. Le responsabilità non sono chiare, e la burocrazia appare ingarbugliata. I centri di accoglienza sono infatti assicurati per i danni causati all’interno delle strutture, ma non per quelli che avvengono all’esterno e che coinvolgono terzi. In questo caso specifico, le assicurazioni non copriranno i danni, come ha confermato il proprietario di una delle auto vandalizzate. La sua compagnia assicurativa gli ha fatto notare che la polizza contro gli atti vandalici non può essere applicata, in quanto la copertura Casco scatta solo quando l’autore dell’atto vandalico non è stato identificato.
Un tema su cui fare chiarezza e – si spera – trovare una soluzione per venire incontro ai cittadini che hanno subito danni. Una questione che si presenta complessa e richiede un intervento coordinato tra le diverse istituzioni coinvolte.
Intanto, il ventiquattrenne è sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso, ma potrebbe presto fare ritorno a Isernia. E dopo l’intervento del Ministro Salvini che ha chiesto l’espulsione del giovane, ci sarebbe l’ipotesi che venga preso in considerazione un suo allontanamento dal capoluogo, visto il timore che simili episodi possano accadere ancora.
Sta di fatto che la vicenda ha acceso il dibattito e il caso di Isernia mette in evidenza le difficoltà che si possono incontrare nel cercare di conciliare le esigenze di sicurezza della comunità con il rispetto dei diritti delle persone ospitate nelle strutture d’accoglienza.
La speranza è che si possa giungere presto a una risoluzione, sia per quanto riguarda il risarcimento dei danni, sia per garantire la sicurezza e la tranquillità della comunità locale.

 

foto: Il Giornale

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